La collezione Giustiniani
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Giustiniani
11/12/2001
Dopo l’importante mostra “Caravaggio e i Giustiniani”, che lo scorso inverno ha avuto molto successo presso Palazzo Giustiniani e poi all’Altes Museum di Berlino, inserita in un vasto programma di studio delle collezioni di Vincenzo Giustiniani, da parte della professoressa Silvia Danesi Squarzina dell’Università La Sapienza di Roma, “I Giustiniani e l'antico” e l’attività di recupero e delle matrici dell’Istituto nazionale della Grafica si propongono ora di focalizzare l’attenzione su un altro aspetto, circoscritto, dell’attività collezionistica del marchese, quello di opere antiche.
Vincenzo Giustiniani nasce a Chio nel 1564, erede di una delle più illustri famiglie genovesi, che fin dal Trecento, dalle sue basi navali nell’isola di Chio, percorrendo le vie marine e commerciali dell’Egeo, aveva accumulato grandi ricchezze.
Dopo la conquista turca dell’isola nel 1566, la famiglia si era trasferita a Roma, e Vincenzo proseguì l’attività del padre divenendo nel 1600 Depositario della Camera Apostolica e uno degli uomini più ricchi di Roma.
Assieme al fratello, Cardinale Benedetto (morto nel 1621), Vincenzo svolse un’intensa attività di mecenate e collezionista di opere d’arte moderna e di antichità. I pezzi antichi erano più di mille ed erano orgogliosamente custoditi ed esibiti a simbolo del prestigio della famiglia. Si trovavano a Roma, distribuiti tra Palazzo Giustiniani, (oggi sede della Presidenza del Senato della Repubblica), il Casino al Popolo (oggi distrutto), quello al Laterano (poi Massimo) e la dimora di campagna a Bassano di Sutri.
Vincenzo Giustiniani era così, in un’epoca ricca di produzioni artistiche come quella del Seicento romano, il terzo importante polo del mecenatismo e del collezionismo romano, accanto alla corte di Urbano VIII Barberini e allo “studio” di Cassiano dal Pozzo.
La decisione del 1631 di far riprodurre i pezzi migliori della propria collezione trasformò Palazzo Giustiniani in una sorta di “Accademia di grafica”, luogo di incontro di alcuni dei più noti artisti dell’epoca, e portò alla realizzazione della “Galleria Giustiniana”, nel suo genere il primo catalogo illustrato della storia del collezionismo, importante testimonianza, oltre che visiva, anche delle prospettive e della progettualità culturale dal marchese Giustiniani.
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