Mirco Marchelli: Via Crucis
Dal 11 Aprile 2019 al 30 Giugno 2019
Bologna
Luogo: Raccolta Lercaro
Indirizzo: via Riva di Reno 57
Orari: giovedì e venerdì ore 10-13; sabato e domenica, ore 11-18.30. Aperto lunedì 22 aprile (con orario festivo 11-18.30); 25 aprile (con orario ordinario 10-13) Chiuso: sabato 20 e domenica 21 aprile (Pasqua), 1° maggio
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 051 6566210
E-Mail info: segreteria@raccoltalercaro.it
Sito ufficiale: http://www.raccoltalercaro.it
La Raccolta Lercaro, in prossimità e in attesa della Pasqua, espone la Via Crucis dell’artista Mirco Marchelli, donata nel 2015 da Gabriele Caccia Dominioni, Maria Giuseppina e figli, in ricordo dei genitori Pierpaolo e Giulia.
Mirco Marchelli medita in modo inconsueto sulla Passione e morte di Cristo, interpretando liberamente le quattordici stazioni della Via della Croce e approdando a un ciclo composto da altrettante installazioni che non contengono, apparentemente,espliciti riferimenti all’iconografia figurativa tradizionale.
Come è possibile allora interpretare questa Via Crucis se non esistono chiari riferimenti legati all’immaginario tradizionale che ha sviluppato il tema sin dalle origini della fede cristiana? Si tratta di entrare nella sequenza narrativa del mistero della morte e risurrezione di Gesù di Nazareth, via che conduce alla salvezza, alla definitiva riconciliazione dell’uomo con Dio. E di comprendere un discorso in cui l’artista traccia sentieri inconsueti, proponendo insolite connessioni tra passi biblici, suggerendo libere associazioni che trovano la loro logica all’interno di una meditazione personale, in cui l’artista si è lasciato interpellare dalla Via dolorosa di Gesù di Nazareth.
La ricerca espressiva di Marchelli si concentra su di una poetica della memoria, riflettendo sugli oggetti dimenticati del nostro mondo quotidiano come se si presentassero a noi dalle soffitte della vita per parlarci del loro passato, per interrogare il nostro presente. Gli oggetti, una volta de-situati, sono ricontestualizzati, manipolati, sottratti alla loro funzione d’uso, aprendosi in questo modo a un nuovo rapporto col reale. In questa Via Crucis, le cose appartenute all’ordinarietà del nostro mondo, diventano un punto di partenza per una rappresentazione simbolica in cui la loro esistenza si apre a significati imprevisti e inattesi, ad associazioni inedite e inaspettate. Come se ogni oggetto, rielaborando e ritessendo le relazioni con la realtà, potesse dischiudere un ininterrogato spazio di senso. Il mistero della Via Captivitatis è in questo modo ricreato a partire dalla semplicità di oggetti comuni, che attraversano, nel silenzio e nella modestia, senza clamore, il tempo della memoria, acquisendo un nuovo statuto, una nuova consistenza. Una nuova vita.
La Via Crucis di Marchelli è certamente un tentativo originale, quanto riuscito, d’interpretazione di una sequenza narrativa tra le più importanti dell’iconografia cristiana: sequenza che invita a meditare, o meglio ancora, a pregare sul mistero dell’esistenza stessa dell’uomo.
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