Dal 13 settembre una mostra alla Casa dei Tre Oci
1915-1918: la Guerra scoppia e Venezia si difende
Rialto, Fondamenta del Ferro, veduta della Birreria Spiess distrutta in seguito alla trentottesima incursione aerea, 26-27 febbraio 1918
E. Bramati
25/07/2014
Venezia - Alla Casa dei Tre Oci dal 13 Settembre arriva una nuova mostra fotografica, che inaugurando le collaborazioni ufficiali tra la Fondazione di Venezia e i Musei Civici racconterà l’insolita situazione della città all’epoca del primo conflitto mondiale.
La drammaticità di quegli eventi sarà presentata attraverso più di 350 immagini originali, provenienti dall’Archivio Storico Fotografico della Fondazione Musei Civici.
In quegli anni in laguna ci furono 42 incursioni, che che scaricarono sulla città un totale di 1029 bombe (300 solo durante la notte tra il 26 e il 27 febbraio 1918), creando ingenti danni alla popolazione e al patrimonio artistico. E' celebre il caso del soffitto degli Scalzi, affrescato dal Tiepolo, che fu distrutto nel tentativo di danneggiare la stazione ferroviaria.
Il percorso espositivo, tuttavia, non intende documentare azioni belliche o gesta di guerra, ma mostrare le difficoltà della vita quotidiana e le strategie difensive attuate, dalla rimozione dei tesori artistici alla ingegnosa trasformazione delle altane in postazioni di avvistamento.
In tutti i territori dichiarati zona di guerra era fatto assoluto divieto di eseguire delle fotografie. Anche Venezia non sfuggì a questa imposizione: molte immagini in mostra vennero sequestrate dalle Autorità, come recita una dicitura manoscritta ad inchiostro rosso, rendendone difficile in alcuni casi l'attribuzione.
La drammaticità di quegli eventi sarà presentata attraverso più di 350 immagini originali, provenienti dall’Archivio Storico Fotografico della Fondazione Musei Civici.
In quegli anni in laguna ci furono 42 incursioni, che che scaricarono sulla città un totale di 1029 bombe (300 solo durante la notte tra il 26 e il 27 febbraio 1918), creando ingenti danni alla popolazione e al patrimonio artistico. E' celebre il caso del soffitto degli Scalzi, affrescato dal Tiepolo, che fu distrutto nel tentativo di danneggiare la stazione ferroviaria.
Il percorso espositivo, tuttavia, non intende documentare azioni belliche o gesta di guerra, ma mostrare le difficoltà della vita quotidiana e le strategie difensive attuate, dalla rimozione dei tesori artistici alla ingegnosa trasformazione delle altane in postazioni di avvistamento.
In tutti i territori dichiarati zona di guerra era fatto assoluto divieto di eseguire delle fotografie. Anche Venezia non sfuggì a questa imposizione: molte immagini in mostra vennero sequestrate dalle Autorità, come recita una dicitura manoscritta ad inchiostro rosso, rendendone difficile in alcuni casi l'attribuzione.
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