Spencer Longo. Premium Blend / Keith J. Varadi. Hyphy glyphs in the zen den / Hollywood, Florida

 

Dal 12 Maggio 2015 al 20 Giugno 2015

Milano

Luogo: Brand New Gallery

Indirizzo: via Carlo Farini 32

Orari: mar-sab 11-13 / 14.30-19

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 02 89053083

E-Mail info: info@brandnew-gallery.com

Sito ufficiale: http://www.brandnew-gallery.com


Spencer Longo. Premium Blend 

All’inizio, lo “streetwear” era molto più difficile da definire. I tentativi di attribuire un senso di esclusività alla comunità alterna-raver-skater-graffiti-hip-hop-surfer tramite t-shirt in edizione limitata erano disordinati e strani, o cool grazie ai miei Oakley rosa; ma proprio come Panera alla fine ha colto la dicotomia del ristorante 'fast-casual', non ci è voluto molto a Stussy, Supreme e FreshJive per trovare un punto similare di branding contro-culturale. Indipendentemente da ciò, non rifiuterò mail un burrito Chipotle. 
Quando stavo facendo questo lavoro, pensavo in parte alla moda. Alla haute couture, indumenti esclusivi, da indossare una sola volta, che sono fatti a mano con materiali non tradizionali; come un vestito fatto di erba intrecciata o un cappello che sembra più una cesta di vimini. Al contrario, l’abbigliamento pronto per l’uso utilizza standard di taglia e di pattern e la moderna tecnologia per la produzione di massa. 
Le tele dei lavori in mostra sono realizzate, in parte, con denim stinto con candeggina. Le tele dei lavori in mostra sono realizzati, per l’altra parte, con denim inciso a laser. L’incisione a laser trasforma artificialmente il denim in qualunque pattern riproducibile o immagine desiderata. Alcune aziende fabbricano jeans sbiaditi in questo modo. 
Il processo di transizione può non essere il migliore, ma è il più produttivo. 
In qualsiasi punto dell’impennata verso l’Offerta Pubblica Iniziale, il potenziale rimane dormiente per congelare, cristallizzare e perpetuare l'energia grezza di una cosa in divenire. Universi alternativi vengono accennati nel breve, vorticoso momento in cui la crema colpisce il caffè. Tuttavia, è la latte-art condivisibile alla fine che guida l'economia. Il caos non è scalabile. 
Cosa succede quando un'immagine è tirata fuori dal tempo? Cosa succede quando i dinosauri sono clonati dal sangue conservato in ambra? Il riavvio è una lunga tradizione e i mixologist servono storia revisionista a un prezzo premium. La galleria è il mio frullatore. Le parole in questi lavori, ritagliati da gomma industriale nel font dei graffiti, connotano contemporaneamente i nomi degli alberghi di classe di animali domestici, ristoranti artigianali a Km zero e lotti limitati di birre artigianali di stagione. Le immagini formano un album di fantasia della sub-cultura, una fan fiction fai-da-te nel momento del lancio Burning Man MakerBots e Hi-Fi Twee. 

Keith J. Varadi. Hyphy glyphs in the zen den 

“Dress normal. You’re never going to be able to retire.” 

Hollywood, Florida 

Parte della migliore cultura inizia come irritazione. Qualcosa - una certa tensione o inconciliabile contraddizione nel mondo - ci irrita o attiva i nostri Bullshit-detectors, e l'unica cosa che possiamo fare è rispondere energicamente e onestamente. La Bullshit spesso si presenta sotto forma di imperativi codificati - che ci dicono cosa fare, pensare, o cosa ci deve piacere - e la risposta energica e veritiera è quella di dir loro di andare a farsi fottere nella loro stessa lingua. 
Immagina un colloquio di lavoro. È un’agenzia creativa con palle da ginnastica al posto delle sedie da scrivania. Come tutti in ufficio, indossi una camicia morbida e un paio di scarpe passabili. Il tuo CV è esposto in modo impeccabile e dice: con esperienza, ma non iper-qualificato. Ti senti riposato e fiducioso. Appena l’intervistatore entra nella stanza però tutto va al diavolo. Mette il tuo CV da parte e vuole invece ascoltare qualcosa di interessante su di te, ciò che ti rende te stesso. Ti ha appena dato abbastanza corda per impiccartici. La tua risposta è, in ogni caso, insoddisfacente. Per offrirti un’altra possibilità per dire la giusta bugia, ti chiede poi di identificare le tre aree in cui potresti migliorare di più. Di cosa stiamo parlando? L’intervistatore si sfrega la faccia. Cosa sta cercando in realtà? Da un certo punto di vista non lo sa nemmeno lui. È qualcosa che non può essere nominato o misurato. 
Tu espiri e la tua bocca inizia a muoversi mentre i tuoi occhi scansionano la stanza. Mattone. Vetro. Marchio commerciale rosso. Filodendro. Lexar. Pouf. Cavalletto. Brainstorm. Tazza Keurig. Franco a bordo. Dici a te stesso che forse non può essere menzionato perchè non è una cosa sola, è la combinazione di tutte queste forze. Insieme formano una perfetta falsità che non può essere suddivisa in lamentele divise in frasi. Probabilmente tu sai che la tua reazione è veritiera, ma in uno strano senso di “verità”. Non puoi prendere a pugni la parete di vetro come uno psicopatico. Sarebbe sconveniente, come prima cosa – e solo una mezza verità. Una risposta veritiera deve essere più brillante, grandiosa, indimenticabile, meno un riflesso e più una vendetta estetica. 
Deve rifiutare le premesse più profonde di questo posto. Deve negare simultaneamente la palla da ginnastica, la stanza per la pausa, il Franco a bordo, l’atmosfera divertente, il tuo CV, la tua istruzione, la sua sedia girevole, la sua non detta disapprovazione della tua presenza sui social media, l’idea insidiosa della classe creativa – deve negare tutto questo per liberare spazio per qualcosa di più vivibile. Non deve nemmeno essere negativo, veramente – amaro, ostile, pessimistico, assoluto – può negare, rifiutare e criticare puramente tramite un esercizio di autonomia non autorizzata. Ora l’intervistatore ha tutto il potere e rappresenta il mondo com’è. Non è colpa sua; ha un lavoro da svolgere. E mentre tu forse non hai il potere, o il lavoro, o un lavoro, quello che hai è il tempo libero. Dopo un lampo di genio, adotti un nuovo piano: andare ad un altro colloquio, in un nuovo posto, ogni giorno della settimana, e fare fiasco di proposito. Hai visto questo lavoro al cabaret; I colloqui non sono molto diversi. Il piano è infantile ma per te esprime totale libertà: programmare colloqui, comportarsi come un idiota per hobby o pratica culturale (a seconda di come guardi la cosa) e estorcere autonomia dicendo durante questa intervista – questo crogiolo di auto-tradimento – di andare a farsi fottere nella loro stessa lingua. Questo è ciò che ti rende te stesso. 
(Testo di Brandon Joyce) 

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