NEEEV. Non è esotico, è vitale. Fotografie di Begoña Zubero

© Begoña Zubero | Begoña Zubero, Mosul, dicembre 2018

 

Dal 20 Gennaio 2022 al 22 Maggio 2022

Roma

Luogo: Museo di Roma in Trastevere

Indirizzo: Piazza Sant'Egidio 1/b

Orari: dal martedì alla domenica 10.00-20.00. Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura

Enti promotori:

  • Roma Culture - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
  • Ambasciata di Spagna in Italia

Costo del biglietto: Intero € 8,50, Ridotto € 7,50. Per i residenti in Roma Capitale e nell’area metropolitana (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza) Intero € 7,50 Ridotto € 6,50. Biglietto ordinario dopo il 27 febbraio 2022 Intero: € 6,00; Ridotto: € 5,00 Per i residenti in Roma Capitale e nell’area metropolitana (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza): Intero: € 5,00; Ridotto: € 4,00. Ingresso gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente

Telefono per informazioni: +39 060608

E-Mail info: bstrastevere@zetema.it

Sito ufficiale: http://www.museodiromaintrastevere.it


Con 18 fotografie che ritraggono la città di Mosul nel dicembre 2018, pochi mesi dopo l’attacco e la resa dello Stato Islamico, nei giorni della ricostruzione, si apre al Museo di Roma in Trastevere dal 20 gennaio al 22 maggio 2022 la mostra dal titolo NEEEV. Non è esotico, è vitale di Begoña Zubero, fotografa e artista di Bilbao. 
 
La selezione di 18 fotografie di grande formato fa parte di un progetto realizzato  da Begoña Zubero durante la sua residenza di due mesi in Iraq, presso la Moving Artist Foundation, che cerca di mettere in relazione artisti che operano in zone di conflitto con artisti dei Paesi Baschi. Nello specifico, questa serie fotografica mostra la città di Mosul nel momento in cui inizia la sua ricostruzione, dopo la terribile offensiva che ha portato alla sconfitta dello Stato Islamico. Il momento in cui la città ritorna, sorprendentemente, a una vita quotidiana che immaginiamo impossibile, ma che risorge tra le crepe della distruzione, grazie alla capacità dell’essere umano di sopravvivere in condizioni avverse.
 
NEEEV non è un progetto prettamente documentaristico, anche se in parte si basa saldamente su questo registro; non si tratta nemmeno di fotogiornalismo, anche se Begoña Zubero non aveva mai lavorato con materiale così legato a zone di conflitto; questo lavoro vuole essere un’interpretazione di una realtà molto presente dalla quale ci arrivano, apparentemente, infinite informazioni, ma che di fatto rimane per lo più sconosciuta e distante.
Un caleidoscopio d’immagini, dal grandangolo al teleobiettivo, per avvicinare lo spettatore alla sensazione di incertezza e dualismo di un presente avviluppato in una perversa ripetizione storica.
 
BEGOÑA ZUBERO APODACA (Bilbao, 1962)
Si è formata come fotografa a Madrid e New York. Nel corso della sua carriera si è mossa tra diversi generi, dalla fotografia realista degli spazi urbani e le nature morte, alla sperimentazione dell’astrattismo tramite una fotografia fortemente soggettiva. Partendo dai suoi progetti, ha sviluppato una fotografia a tesi, dall’impeccabile fattura tecnica, formale ed estetica, in cui la documentazione e la ricerca le hanno permesso di elaborare immagini di grande profondità intellettuale. Attratta dall’architettura del potere dei regimi totalitari europei del XX secolo, è arrivata a Roma nel 2002, punto di partenza del suo progetto Existenz che l’ha portata a Berlino, Varsavia, nei campi di concentramento di Auschwitz, Birkenau e Majdanek, Mosca ed Erevan. Nel 2012 è tornata a Roma, come residente presso la Real Academia de España, dove ha continuato la sua esplorazione sull’importanza dell’idea della memoria, partendo dall’uso ideologico degli spazi architettonici ed urbani. Come conseguenza del periodo in Italia, i suoi progetti degli ultimi anni hanno ruotato attorno a questioni direttamente collegate alla cultura e alla storia recente di questo Paese.
 
Insieme all’architetto Ignacio González Galán ha partecipato alla XIV Biennale di Venezia di Architettura, curata da Rem Koolhaas, con il progetto Cinecittà Occupata all’interno della sezione Monditalia nell’Arsenale della mostra. Le fotografie si incentravano sull’importanza dello spazio architettonico e sociologico di Cinecittà. Ha partecipato anche all’esposizioneExtraordinary Vision “L’Italia ci guarda”, inaugurata presso il Museo MAXXI di Roma il 2 giugno del 2016, in occasione del 70° anniversario della Repubblica Italiana. In questa mostra la scoperta di Antonioni fotografo ha costituito un punto di svolta nel lavoro di Zubero, inserendo il paesaggio come oggetto della sua ricerca. Le fotografie che sono state esposte fanno parte del progetto Gente del Po e sono attualmente nelle collezioni del Museo MAXXI. Questo progetto è stato esposto nella sua interezza nella Sala Artegunea di Tabakalera a San Sebastián e successivamente nel Centro di Arte Niemeyer ad Avilés, nelle Asturie.
 
La sua ultima mostra in Italia, “La cultura è capitale” è stata realizzata nell’ambito di Matera Capitale della Cultura nel 2019, nell’Ipogeo Motta. Ha ottenuto residenze artistiche a Cosenza e sulle Dolomiti, da cui il progetto Villaggio Eni esposto nella galleria Altxerri durante la prima Biennale di Architettura di San Sebastián, nonché nella galleria Luis Burgos a Madrid, nella cornice del festival PHotoESPAÑA 2018. Attualmente, dopo una residenza di due mesi in Iraq, lavora ai progetti lì realizzati, tra cui M/D (Mosul Demolición). Sue opere sono presenti in diverse collezioni tra cui: Collezione Fondazione MAXXI (Roma), Colección Circa XX-­‐Pilar Citoler (Madrid), Colección Sánchez-Ubiría (Madrid), Fundación Botín (Santander), Colección Iberdrola (Bilbao), Photomuseum (Zarauz), Fundación Museo Artium (Vitoria), la Fundación Bilbao Arte, Colección Gobierno Vasco, Fundación Ordóñez Falco (San Sebastián), Colección de la Academia de España en Roma, Colección MUSAC (León). Tra le borse di studio e i premi ricevuti vanno segnalati il Premio Internacional de Fotografía Pilar Citoler, la borsa di studio di arti plastiche della Fundación Botín, e la borsa dell’Academia de España a Roma.
 
 


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