Mostra Passioni di un collezionista. Dipinti fiamminghi e olandesi del Cinque e Seicento a Venezia. Le informazioni sulla mostra Passioni di un collezionista. Dipinti fiamminghi e olandesi del Cinque e Seicento, i curatori, gli orari di ingresso, il costo dei biglietti, i numeri per prenotare, il comunicato stampa sulla mostra Passioni di un collezionista. Dipinti fiamminghi e olandesi del Cinque e Seicento del museo Polo Culturale Pietro Aldi di Venezia.

Passioni di un collezionista. Dipinti fiamminghi e olandesi del Cinque e Seicento, Polo Culturale Pietro Aldi, Saturnia (GR)

Passioni di un collezionista. Dipinti fiamminghi e olandesi del Cinque e Seicento, Polo Culturale Pietro Aldi, Saturnia (GR)

Mappa

  • Città: Grosseto
  • Provincia: Grosseto
  • Indirizzo: Piazza Vittorio Veneto 19, Saturnia
  • Sito ufficiale

Scheda Mostra

Passioni di un collezionista. Dipinti fiamminghi e olandesi del Cinque e Seicento


  • Luogo: Polo Culturale Pietro Aldi
  • Città: Grosseto
  • Provincia: Grosseto
  • Data inizio: 22 Aprile 2023
  • Data fine: 01 Aprile 2024
  • Costo del biglietto: ingresso gratuito
  • Sito ufficiale

Comunicato Stampa:

Il Polo Culturale Pietro Aldi di Saturnia (GR) sempre più laboratorio di proposte culturali, capace di intercettare nuovi stimoli ed impegnato ad allargare i confini dell’arte e della conoscenza locale.
 
È il messaggio che scaturisce con particolare evidenza dalla mostra Passioni di un collezionista. Dipinti fiamminghi e olandesi del Cinque e Seicento, inaugurata sabato 22 aprile.
 
L’iniziativa è opera degli infaticabili organizzatori del Polo Culturale Pietro Aldi, museo di rilevanza regionale di proprietà di Banca Tema e gestito da Tema Vita, la mutua dell’istituto di credito cooperativo. Supportato da un solido e dinamico Comitato Scientifico, il Polo ha già proposto nel 2022 una rassegna dedicata all’artista romano (maremmano d’adozione) Gastone Novelli e ha poi presentato, sul finire dello stesso anno, una mostra dedicata a opere sconosciute o poco note di Pietro Aldi (Pietro Aldi inedito, Acquisizioni e comodati 2020-2022), il pittore di Manciano al quale è intitolato il polo culturale e la cui opera costituisce il “core business” della struttura.
 
La nuova mostra raccoglie 17 dipinti di autori fiamminghi e olandesi che si collocano tra il 1500 ed il 1600, opere di ottima qualità, degnamente rappresentative delle due scuole pittoriche, che sono state messe a disposizione da un collezionista romano. Ne scaturisce una rassegna di sostanza e di grande spessore.
 
All’affollata inaugurazione sono intervenuti, tra gli altri, Massimo Barbini, Presidente di Tema Vita, il proprietario delle opere, il Direttore del Polo Aldi, Dott. Marco Firmati, e le Dott.sse Raffaella Colace e Paola Squellati, curatrici del catalogo insieme al Prof. Bert Meijer, esperti internazionali di pittura fiammingo-olandese.
 
Il Presidente Barbini ha sottolineato il ruolo che sul territorio ricopre il Polo Aldi, già saldamente radicato e capace di offrire al pubblico, mantenendo l’ingresso gratuito, nuove possibilità di conoscenza e di arricchimento culturale. “Con questa iniziativa il Polo rimette un punto a suo favore – ha detto Barbini – creando uno spazio aperto tra passato e futuro, aprendosi alle esperienze più diverse e inducendo riflessioni, così come lo ha voluto Banca Tema e come continua ad essere”.
 
Il Presidente di Tema Vita ha rivolto un ringraziamento particolarmente sentito ad Ernesto Petrella, già Amministratore di lunga esperienza ai vertici del Credito Cooperativo locale, “che ha instillato in noi – ha detto Barbini – l’idea di realizzare una mostra sui fiamminghi”.

“Poter mostrare le opere raccolte nelle collezioni private – ha poi commentato il Presidente – vuol dire rivelare autentici giacimenti d’arte, di bellezza, di arricchimento culturale, altrimenti destinati irrimediabilmente a rimanere lontani dalla fruizione pubblica e quindi da un fenomeno di crescita sociale diffusa. L’incontro tra organizzatori di rassegne di questo tipo e collezionisti disponibili a “portare fuori” le proprie opere è dunque sempre portatore di benefici”. 
 
Il racconto degli intensi scambi e dello stretto rapporto tra la scuola pittorica italiana e quella fiammingo-olandese, ricostruito dal Prof. Meijer, autore del progetto espositivo, appassiona quasi quanto un romanzo ed è una sorta di guida ideale per visitare la mostra di Saturnia. 
 
Fondamentali per il sorgere ed il consolidarsi di questi rapporti furono sia la qualità ed il carattere innovativo della maniera di dipingere ad olio, introdotta dal fiammingo Jan van Eyck ai primi del ‘400, sia le visite e le soste, nel periodo preso in esame, di numerosi pittori provenienti dal Nord e attirati dalla scoperta dei tesori dell’antichità classica, dalla fama degli artisti italiani più recenti e, non ultime, dalle possibilità di lavoro offerte da Papi e Cardinali, dai regnanti, dalle famiglie aristocratiche e dai ricchi borghesi.
 
Ognuna delle opere esposte (di cui si trovano accuratissime schede nel pregevole catalogo, edito da Effigi), racconta storie di grande interesse, profondamente legate anche a soggiorni in Italia degli autori, o suscita il più alto rispetto e attenzione per la qualità che esprime. 
 
Solo per citarne alcune, si segnalano il “Paesaggio con figure in strada” di Pieter de Molijn (1595-1661) e il “Paesaggio fluviale” di Jan van Goyen (1596-1672), entrambi olandesi e interpreti di visioni paesaggistiche, o il “Paesaggio con pastori e animali presso un corso d’acqua” di Moyses van Wtenbrouck (1595-1647), pittore e incisore la cui presenza in Italia viene individuata intorno al 1560. 
 
Di Sebastiaen Vrancx (1577-1637), autore del “Paesaggio con viaggiatori e viandanti”, si sa per certo che abbia soggiornato – per qualche tempo perfino in prigione – a Firenze e Roma, e forse anche a Milano, verso la fine del Cinquecento; l’anversese Hendrick van Balen (1575-1632), di cui è esposta la “Madonna con Bambino e angeli”, fece sicuramente sosta a Roma o a Venezia, o, infine, Frans de Neve II (1630 ca. - post 1693), a cui è attribuita la “Venere dormiente, Marte e Cupido in un paesaggio”, soggiornò a Roma nel periodo 1660-67.

Pietro Aldi (Manciano-GR, 1852-1888), nato da agiati possidenti, dopo l’insuccesso degli studi religiosi a cui era stato avviato dalla famiglia, si formò dal 1864 al 1874 alla scuola senese del purista Luigi Mussini, di cui fu anzi uno degli ultimi, grandi allievi. Ebbe una vita breve ma estremamente produttiva, affrontò temi storici, ritratti e paesaggi, nelle tecniche della pittura ad olio, ad acquarello e a tempera e realizzò anche grandi scene murali in edifici pubblici. La sua maggiore fama deriva dalla pittura di storia, dal Medioevo al Risorgimento, periodo a lui quasi contemporaneo. Sua è la raffigurazione che tutti hanno visto, più nei libri di storia che non d’arte, dell’incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II, il 26 ottobre 1860, a Teano. L’affresco, del 1886, si trova nella Sala del Risorgimento del Palazzo Pubblico di Siena. Ma la vena eclettica di Aldi si manifesta anche nei numerosi ritratti, connotati da una particolare attenzione alla realtà, che restituiscono l’umanità della Maremma ottocentesca.