La libertà di Tina Modotti

Tina Modotti
 

26/04/2006

A più di 60 anni dalla morte, il Complesso del Vittoriano di Roma celebra, dal 27 aprile al 14 maggio 2006, la figura di Tina Modotti con la mostra "Tina Modotti. Arte Vita Libertà": un'ampia selezione tra immagini e documenti che illustrano l'opera di una fotografa dalla figura leggendaria che si nutre di una fama di donna indipendente, di rivoluzionaria "pasionaria", legata nella vita a uomini dalle forti aspirazioni artistiche e politiche, da lei completamente condivise.

"Tina Modotti. Arte Vita Libertà", promossa dall'Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma si svolge nell'ambito de La Festa di Primavera 2006 voluta dal Presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra. La mostra è a cura di Riccardo Toffoletti del Comitato Tina Modotti di Udine. L'organizzazione e la realizzazione sono di Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia .

La mostra, attraverso un centinaio tra immagini e documenti, descrive i valori di vita, arte e libertà di una donna le cui idee, suggestioni, battaglie e inquietudini appartengono alla memoria del Novecento.

Emigrante, operaia, attrice, fotografa, antifascista, perseguitata: la vita di Tina si presta facilmente alla trasposizione romanzesca. Lei stessa dichiarò: “Metto troppa arte nella mia vita.” Donna libera, creativa, sostenitrice dei propri valori, anche politici, divise la sua esistenza tra Paesi, legami sentimentali e situazioni diverse, che ne arricchirono il profilo umano e professionale. Da Udine si trasferì in Austria, quindi a S. Francisco nel 1913. Posò per gli scatti di fotografi come Edwar Weston, grande maestro cui si legò anche sentimentalmente.

L’obiettivo di Tina si spostò dall’osservazione della natura a quella delle dinamiche sociali, acutamente denunciate dai suoi scatti, spesso di grande valenza ideologica. Amica della pittrice Frida Kahlo visse tra Messico, Russia e capitali europee, orientando la sua arte in sostegno delle vicende storiche contemporanee. Polemiche accompagnarono anche la sua morte, segnata da un infarto, e tinsero di mistero e forse di strumentalizzazione scandalistica la sua vorticosa vicenda. La tomba a Città del Messico reca i versi del poeta Pablo Neruda, tra i tanti grandi che si appassionarono alla sua figura.

La “riscoperta” di Tina inizia negli anni Settanta, dopo trent’anni di oblio, seguiti ai numerosi riconoscimenti che l’America Latina le tributò dopo la morte. A suscitare il rinnovato interesse fu la scoperta, nel 1971, di una piccola pubblicazione spagnola, stampata in Messico a due mesi dalla morte. Nel 1989 ad Udine si è costituito il Comitato “Tina Modotti”, impegnato a valorizzarne la memoria nelle iniziative promosse in tutto il mondo.

TINA MODOTTI
Arte Vita Libertà

Roma, Complesso del Vittoriano
27 aprile al 14 maggio 2006


 


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