Dal 4 marzo al 16 luglio al Complesso del Vittoriano
A Roma Boldini e il fascino della Belle Époque
Giovanni Boldini, La signora in rosa (Ritratto di Olivia de Subercaseaux Concha), 1916, Olio su tela, Ferrara, Museo Boldini
Francesca Grego
01/03/2017
Roma - È in arrivo al Complesso del Vittoriano di Roma la mostra più completa mai realizzata su Giovanni Boldini, pittore e grande ritrattista della Belle Époque, capace di fissare sulla tela, oltre alla personalità di decine di personaggi, lo spirito stesso di un’epoca.
In una notissima architettura italiane dello stesso periodo, dal 4 al 16 luglio più di 150 opere provenienti dai maggiori musei internazionali illustreranno l’evoluzione del maestro ferrarese: dagli esordi macchiaioli all’influenza impressionista, fino all’elaborazione del linguaggio inconfondibile con cui Boldini conquistò l’alta società italiana ed europea.
In particolare furono richiestissimi i suoi ritratti femminili, “fragili icone” – così il pittore chiamava le nobili signore del tempo – dotate di un fascino senza pari, dovuto non solo a silhouette sinuose, look sofisticato e incarnato splendente, ma anche alla capacità dell’artista di coglierne l’anima e le fuggevoli emozioni.
A capolavori come La tenda rossa, Signora che legge, Ritratto di signora in bianco, Ritratto di Madame Blumenthal, Signora bruna in abito da sera, si aggiunge una famosa immagine di Donna Franca Florio, moglie dell’armatore e industriale siciliano Ignazio e regina del bel mondo dell’isola ai primi del Novecento. Accusato dal gelosissimo marito e committente di aver messo in mostra con troppa generosità le grazie della bella signora, Boldini fu costretto a ridipingere e correggere il quadro, che in seguito passò di mano dai Florio ai Rotschild e da questi ai Caltagirone, per essere nuovamente messo all’asta nei prossimi mesi.
Ma il percorso riserva ulteriori sorprese, grazie a prestiti eccezionali dal Musée d’Orsay di Parigi all'Alte Nationalgalerie di Berlino: da ammirare un celeberrimo ritratto di Giuseppe Verdi, ma anche nudi, toilette, soggetti tratti dalla natura e dalla scintillante modernità urbana d’inizio secolo, che la potenza espressiva del maestro circondò di atmosfere inimitabili.
Completano l’esposizione circa trenta dipinti di notevoli artisti coevi, come De Nittis, Signorini, Zandomeneghi o Banti, testimoni della straordinaria vivacità del milieu artistico in cui Boldini si trovò a operare.
In una notissima architettura italiane dello stesso periodo, dal 4 al 16 luglio più di 150 opere provenienti dai maggiori musei internazionali illustreranno l’evoluzione del maestro ferrarese: dagli esordi macchiaioli all’influenza impressionista, fino all’elaborazione del linguaggio inconfondibile con cui Boldini conquistò l’alta società italiana ed europea.
In particolare furono richiestissimi i suoi ritratti femminili, “fragili icone” – così il pittore chiamava le nobili signore del tempo – dotate di un fascino senza pari, dovuto non solo a silhouette sinuose, look sofisticato e incarnato splendente, ma anche alla capacità dell’artista di coglierne l’anima e le fuggevoli emozioni.
A capolavori come La tenda rossa, Signora che legge, Ritratto di signora in bianco, Ritratto di Madame Blumenthal, Signora bruna in abito da sera, si aggiunge una famosa immagine di Donna Franca Florio, moglie dell’armatore e industriale siciliano Ignazio e regina del bel mondo dell’isola ai primi del Novecento. Accusato dal gelosissimo marito e committente di aver messo in mostra con troppa generosità le grazie della bella signora, Boldini fu costretto a ridipingere e correggere il quadro, che in seguito passò di mano dai Florio ai Rotschild e da questi ai Caltagirone, per essere nuovamente messo all’asta nei prossimi mesi.
Ma il percorso riserva ulteriori sorprese, grazie a prestiti eccezionali dal Musée d’Orsay di Parigi all'Alte Nationalgalerie di Berlino: da ammirare un celeberrimo ritratto di Giuseppe Verdi, ma anche nudi, toilette, soggetti tratti dalla natura e dalla scintillante modernità urbana d’inizio secolo, che la potenza espressiva del maestro circondò di atmosfere inimitabili.
Completano l’esposizione circa trenta dipinti di notevoli artisti coevi, come De Nittis, Signorini, Zandomeneghi o Banti, testimoni della straordinaria vivacità del milieu artistico in cui Boldini si trovò a operare.
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