Dall'8 giugno all'8 luglio
Lunga vita al Teatro Continuo
Teatro Continuo. Courtesy of Comune di Milano
Ludovica Sanfelice
08/06/2016
Milano - La resurrezione avvenuta un anno fa nell'ambito delle celebrazioni per il Centenario della nascita dell'artista, ha ricollocato il Teatro Continuo esattamente dove Alberto Burri l'aveva ideato nel 1973 in occasione della XV Triennale.
La severa piattaforma in cemento con sei quinte laterali rotanti, fissata sull'asse prospettico che collega il Castello Sforzesco all'Arco della Pace, era stata concepita come una macchina scenica aperta alla città e in dialogo con essa e con il contesto circostante. Un luogo in cui esprimersi in libertà nel cuore del Parco Sempione.
Nel 1989, l'Amministrazione Comunale di Milano ebbe l'infelice idea di demolire l'opera esposta al degrado, aprendo una frattura insanata con Burri che giurò con rabbia che mai più avrebbe esposto a Milano. Nell'anno di Expo in concomitanza con il Centenario, il Comune stesso ha però compiuto un passo indietro restituendo ai cittadini una copia dell'utopico monumento realizzata sul modello immaginato dall'artista nei suoi disegni.
Il processo di rinascita è stato documentato dagli scatti di Paola Di Bello e le sue immagini saranno esposte nella mostra "Teatro Continuo. La vita in scena" che dall'8 giugno scorterà il pubblico della XXI Triennale alla scoperta del colosso. Accanto al riallestimento riemergeranno dalla memoria anche fotografie e video realizzati dagli anni Settanta in poi, e l'esposizione, a cura di Gabi Scardi, si avvarrà inoltre della presenza del bozzetto originale del Teatro Continuo, attualmente conservato presso Palazzo Albizzini di Città di Castello nel rispetto delle volontà manifestate da Burri stesso.
Dal giorno del suo ritorno, la demolizione è sbiadita in un sogno, rimossa come un errore del sistema, e il palco ha ricordato a tutti il suo ruolo ricucendo i fili della sua storia spezzata con quelli della vita sociale e culturale di Milano.
Per approfondimenti:
Guida d'arte di Milano
La severa piattaforma in cemento con sei quinte laterali rotanti, fissata sull'asse prospettico che collega il Castello Sforzesco all'Arco della Pace, era stata concepita come una macchina scenica aperta alla città e in dialogo con essa e con il contesto circostante. Un luogo in cui esprimersi in libertà nel cuore del Parco Sempione.
Nel 1989, l'Amministrazione Comunale di Milano ebbe l'infelice idea di demolire l'opera esposta al degrado, aprendo una frattura insanata con Burri che giurò con rabbia che mai più avrebbe esposto a Milano. Nell'anno di Expo in concomitanza con il Centenario, il Comune stesso ha però compiuto un passo indietro restituendo ai cittadini una copia dell'utopico monumento realizzata sul modello immaginato dall'artista nei suoi disegni.
Il processo di rinascita è stato documentato dagli scatti di Paola Di Bello e le sue immagini saranno esposte nella mostra "Teatro Continuo. La vita in scena" che dall'8 giugno scorterà il pubblico della XXI Triennale alla scoperta del colosso. Accanto al riallestimento riemergeranno dalla memoria anche fotografie e video realizzati dagli anni Settanta in poi, e l'esposizione, a cura di Gabi Scardi, si avvarrà inoltre della presenza del bozzetto originale del Teatro Continuo, attualmente conservato presso Palazzo Albizzini di Città di Castello nel rispetto delle volontà manifestate da Burri stesso.
Dal giorno del suo ritorno, la demolizione è sbiadita in un sogno, rimossa come un errore del sistema, e il palco ha ricordato a tutti il suo ruolo ricucendo i fili della sua storia spezzata con quelli della vita sociale e culturale di Milano.
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