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Stanze per dialoghi

Stanze per dialoghi, Torino
Dal 29 Ottobre 2015 al 31 Gennaio 2016
Torino
Luogo: Mazzoleni Art
Indirizzo: piazza Solferino 2
Orari: dal martedì al sabato 10.30-13 / 16-19; domenica su appuntamento
Curatori: Francesco Poli
Telefono per informazioni: +39 011 534473
E-Mail info: info@mazzoleniart.com
Sito ufficiale: http://mazzoleniart.com/
A partire dal 29 ottobre 2015, nel suo storico spazio in Piazza Solferino 2 a Torino, Mazzoleni Galleria d’Arte presenta Stanze per dialoghi a cura di Francesco Poli.
Inaugurata pochi giorni prima di Artissima, dove la galleria è presente con una retrospettiva dedicata a Agostino Bonalumi, la mostra illustra alcuni possibili dialoghi tra artisti di generazioni differenti, messi in relazione per affinità o contrappunto e suggerisce un’inedita lettura critica delle loro opere.
Il percorso si sviluppa attraverso una serie di stanze che costituiscono i tasselli emotivi, oltre che fisici, di una storia in divenire. Le opere sono accostate con la libertà che caratterizza le passioni di un collezionista che, pur nella parzialità della scelta, fornisce una libera lettura della ricerca artistica degli ultimi cento anni, con lavori che vanno dal Futurismo all’Arte Minimalista, dall’Arte Povera fino alle ricerche più recenti dei grandi artisti coinvolti. Nell Salone degli Affreschi, sono proposti alcuni rari dipinti futuristi di Giacomo Balla, la cui tensione dinamica e geometrizzante trova risonanze nei lavori di Agostino Bonalumi, Gianni Colombo e Alberto Biasi. Nella Sala Dalì, le architetture plastiche di Fausto Melotti oppongono la loro fragile poeticità ad alcuni piccoli lavori di minimale costruttività di Giuseppe Uncini.
Nel Foyer di Palazzo Panizza, i “tagli” di Lucio Fontana e gli “specchi” di Michelangelo Pistoletto si fronteggiano sulla comune indagine circa il concetto di spazio: il primo con il superamento della bi-dimensionalità della tela, il secondo attraverso la rifrazione dell’immagine. Nel Salone delle Armi le superfici modulari di Enrico Castellani creano un’assonanza con il rigore presente nei lavori di Gianni Piacentino, nitidi e curatissimi rilievi a muro.
Nel Salone del Camino della volta affrescata, sono presentati i lavori di due coppie di artisti. La prima è costituita da Mario Merz e da Mattia Moreni la cui profonda amicizia e stima reciproca crea l’occasione per un dialogo inatteso tra la struttura archetipo di un igloo di Merz e un violento dipinto informale di Moreni. La seconda coppia è composta da Alberto Burri e Pierpaolo Calzolari, la cui affinità si muove sul piano dell’espressività primaria dei materiali e dei mezzi utilizzati, in particolare il fuoco. La Sala Solferino accoglie alcune opere di Giulio Paolini che attivano un dialogo ideale con il lavoro di Giorgio de Chirico, grande metafisico, tra i più amati maestri spirituali di Paolini. Infine, il percorso espositivo si conclude nella Sala Fontana Angelica che racconta i giochi di elaborazione estetica della scrittura, tra i crittogrammi multicolori di Alighiero Boetti e le composizioni pittoriche con intrecci segnici di Giuseppe Capogrossi.
Inaugurata pochi giorni prima di Artissima, dove la galleria è presente con una retrospettiva dedicata a Agostino Bonalumi, la mostra illustra alcuni possibili dialoghi tra artisti di generazioni differenti, messi in relazione per affinità o contrappunto e suggerisce un’inedita lettura critica delle loro opere.
Il percorso si sviluppa attraverso una serie di stanze che costituiscono i tasselli emotivi, oltre che fisici, di una storia in divenire. Le opere sono accostate con la libertà che caratterizza le passioni di un collezionista che, pur nella parzialità della scelta, fornisce una libera lettura della ricerca artistica degli ultimi cento anni, con lavori che vanno dal Futurismo all’Arte Minimalista, dall’Arte Povera fino alle ricerche più recenti dei grandi artisti coinvolti. Nell Salone degli Affreschi, sono proposti alcuni rari dipinti futuristi di Giacomo Balla, la cui tensione dinamica e geometrizzante trova risonanze nei lavori di Agostino Bonalumi, Gianni Colombo e Alberto Biasi. Nella Sala Dalì, le architetture plastiche di Fausto Melotti oppongono la loro fragile poeticità ad alcuni piccoli lavori di minimale costruttività di Giuseppe Uncini.
Nel Foyer di Palazzo Panizza, i “tagli” di Lucio Fontana e gli “specchi” di Michelangelo Pistoletto si fronteggiano sulla comune indagine circa il concetto di spazio: il primo con il superamento della bi-dimensionalità della tela, il secondo attraverso la rifrazione dell’immagine. Nel Salone delle Armi le superfici modulari di Enrico Castellani creano un’assonanza con il rigore presente nei lavori di Gianni Piacentino, nitidi e curatissimi rilievi a muro.
Nel Salone del Camino della volta affrescata, sono presentati i lavori di due coppie di artisti. La prima è costituita da Mario Merz e da Mattia Moreni la cui profonda amicizia e stima reciproca crea l’occasione per un dialogo inatteso tra la struttura archetipo di un igloo di Merz e un violento dipinto informale di Moreni. La seconda coppia è composta da Alberto Burri e Pierpaolo Calzolari, la cui affinità si muove sul piano dell’espressività primaria dei materiali e dei mezzi utilizzati, in particolare il fuoco. La Sala Solferino accoglie alcune opere di Giulio Paolini che attivano un dialogo ideale con il lavoro di Giorgio de Chirico, grande metafisico, tra i più amati maestri spirituali di Paolini. Infine, il percorso espositivo si conclude nella Sala Fontana Angelica che racconta i giochi di elaborazione estetica della scrittura, tra i crittogrammi multicolori di Alighiero Boetti e le composizioni pittoriche con intrecci segnici di Giuseppe Capogrossi.
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