La Milanesiana 2023 - Dyalma Stultus. Opere dalla Fondazione Cavallini Sgarbi

Opera di Dyalma Stultus
Dal 29 Giugno 2023 al 30 Ottobre 2023
Ascoli Piceno
Luogo: Pinacoteca Civica
Indirizzo: Piazza Arringo 7
Orari: Lunedì - Domenica 10 - 19 | Venerdì 19 - 23
Curatori: Vittorio Sgarbi
Costo del biglietto: Intero 8 € | Ridotto 5 €
Sito ufficiale: http://www.lamilanesiana.eu
LA MILANESIANA, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, ospita la mostra “DYALMA STULTUS. OPERE DALLA FONDAZIONE CAVALLINI SGARBI” dal 29 giugno al 30 ottobre alla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno.
L’inaugurazione si terrà il 29 giugno alle ore 18.00. Interverranno Selma Stultus, Vittorio Sgarbi, Stefano Papetti (Curatore delle Collezioni Comunali di Ascoli Piceno), Francesca Filauri (Presidente Associazione Cultural-mente Insieme) e Elisabetta Sgarbi.
La mostra, a cura di Vittorio Sgarbi, espone 14 opere inedite o raramente viste del pittore triestino Dyalma Stultus dalla Fondazione Cavallini Sgarbi.
«Dyalma Stultus deve a Trieste i natali, gli affetti familiari, la prima formazione culturale e sentimentale, ma non solo – racconta Vittorio Sgarbi – Così il modo di Stultus di intendere l'arte trova consonanze in quello di altri triestini della sua epoca (Sbisà e Croatto), ma è a Firenze che Stultus acquisisce un nuovo, nazionale senso della misura. Le donne nude ritratte da Stultus sono solo apparentemente popolari, con i capelli raccolti e le sopracciglia sfoltite secondo la moda borghese del tempo, evitano lo sguardo diretto perché la loro missione non è sedurre, suggeriscono l'esprit de géométrie che in natura tutto regge, in un omaggio aperto a Cezanne. Nel dopoguerra l’epoca cambia ma la ricerca di Stultus continua a perseguire l'equilibrio di natura tra colore e disegno, luce e ombra, Francia e Italia: oggi, grazie alla Milanesiana, Stultus rivive ad Ascoli, e si mostra in eterno pittore assoluto».
«Dyalma Stultus (1901-1977) è un pittore sofisticato e intrigante, coltissimo e isolato, che fu contro tutti gli "ismi": un protagonista davvero affascinante del Novecento italiano – afferma Lucio Scardino – Di lui è imminente una mostra di 14 dipinti della Fondazione Cavallini Sgarbi, inediti o raramente visti. Curata dallo storico dell'arte Lucio Scardino, la rassegna si terrà presso la Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno dal prossimo giugno. Databili dagli anni Trenta agli anni Settanta, i dipinti propongono la sua visione limpidamente figurativa, lontanissima dalle avanguardie, formatasi nella Trieste austriacante, educatasi nella Accademia di Venezia e approdata nella raffinata Firenze del secondo dopoguerra. Vedute della campagna toscana o della Capri più ammaliante, composizioni fascinosamente allegoriche o robustamente novecentiste, ritratti muliebri psicologicamente azzeccatissimi, i quadri di Stultus rivelano sempre un impeccabile mestiere, sono accademicamente ben congegnati, a costo di risultare capricciosamente accademici, accostando la figura del triestino a quella di grandi maestri "reazionari" quanto sapienti, come Annigoni, Funi o Sciltian».
«Un importante pittore triestino Dyalma Stultus (1901 / 1977), con un nucleo di opere donate a Vittorio Sgarbi in qualità di Presidente della Fondazione Cavallini Sgarbi – dichiara Elisabetta Sgarbi – Nei quadri si sente il vento di Trieste, che pulisce il cielo è rende nitide le forme e sgargianti e luminosi i colori».
Progetto di allestimento Luca Volpatti.
La mostra è in collaborazione con Regione Marche, Comune di Ascoli Piceno, Fondazione Carisap, Camera di Commercio delle Marche,Circolo Cultural-mente Insieme, Fainsplast e Ciaccio Arte.
I cataloghi delle 8 mostre ospitate quest’anno da La Milanesiana sono editi dalla Fondazione Elisabetta Sgarbi.
L’inaugurazione si terrà il 29 giugno alle ore 18.00. Interverranno Selma Stultus, Vittorio Sgarbi, Stefano Papetti (Curatore delle Collezioni Comunali di Ascoli Piceno), Francesca Filauri (Presidente Associazione Cultural-mente Insieme) e Elisabetta Sgarbi.
La mostra, a cura di Vittorio Sgarbi, espone 14 opere inedite o raramente viste del pittore triestino Dyalma Stultus dalla Fondazione Cavallini Sgarbi.
«Dyalma Stultus deve a Trieste i natali, gli affetti familiari, la prima formazione culturale e sentimentale, ma non solo – racconta Vittorio Sgarbi – Così il modo di Stultus di intendere l'arte trova consonanze in quello di altri triestini della sua epoca (Sbisà e Croatto), ma è a Firenze che Stultus acquisisce un nuovo, nazionale senso della misura. Le donne nude ritratte da Stultus sono solo apparentemente popolari, con i capelli raccolti e le sopracciglia sfoltite secondo la moda borghese del tempo, evitano lo sguardo diretto perché la loro missione non è sedurre, suggeriscono l'esprit de géométrie che in natura tutto regge, in un omaggio aperto a Cezanne. Nel dopoguerra l’epoca cambia ma la ricerca di Stultus continua a perseguire l'equilibrio di natura tra colore e disegno, luce e ombra, Francia e Italia: oggi, grazie alla Milanesiana, Stultus rivive ad Ascoli, e si mostra in eterno pittore assoluto».
«Dyalma Stultus (1901-1977) è un pittore sofisticato e intrigante, coltissimo e isolato, che fu contro tutti gli "ismi": un protagonista davvero affascinante del Novecento italiano – afferma Lucio Scardino – Di lui è imminente una mostra di 14 dipinti della Fondazione Cavallini Sgarbi, inediti o raramente visti. Curata dallo storico dell'arte Lucio Scardino, la rassegna si terrà presso la Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno dal prossimo giugno. Databili dagli anni Trenta agli anni Settanta, i dipinti propongono la sua visione limpidamente figurativa, lontanissima dalle avanguardie, formatasi nella Trieste austriacante, educatasi nella Accademia di Venezia e approdata nella raffinata Firenze del secondo dopoguerra. Vedute della campagna toscana o della Capri più ammaliante, composizioni fascinosamente allegoriche o robustamente novecentiste, ritratti muliebri psicologicamente azzeccatissimi, i quadri di Stultus rivelano sempre un impeccabile mestiere, sono accademicamente ben congegnati, a costo di risultare capricciosamente accademici, accostando la figura del triestino a quella di grandi maestri "reazionari" quanto sapienti, come Annigoni, Funi o Sciltian».
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