Sentieri d’arte 2021 - Pupille
Dal 24 Luglio 2021 al 03 Novembre 2021
Cortina d'Ampezzo | Belluno
Luogo: Sentiero di Pian de ra Spines
Indirizzo: Sentiero di Pian de ra Spines
Curatori: Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli
Enti promotori:
- Associazione Controcorrente
- Regole d’Ampezzo
- Liceo Artistico di Cortina
Apre sabato 24 luglio 2021 a Cortina d’Ampezzo (BL) con il progetto Pupille la seconda edizione della rassegna artistica Sentieri d’arte, che prevede la partecipazione degli artisti Benni Bosetto, Cuoghi Corsello, Dado, Maurizio Mercuri, con la curatela di Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli. La mostra di arte pubblica, che prevede l’allestimento delle opere in ambiente naturale, accompagnando il visitatore alla scoperta del sentiero di Pian de ra Spines, è promossa da Associazione Controcorrente, Regole d’Ampezzo, Liceo Artistico di Cortina, in collaborazione con Quiqueg agenzia creativa (Milano).
Per la passeggiata inaugurale del 24 luglio si partirà alla volta del sentiero Pian de ra Spines alle ore 10.30 (punto di ritrovo all’entrata del Camping Olympia). Contestualmente all’inizio dello stesso sentiero che ospita Pupille sarà inaugurata un’opera realizzata dagli studenti del Liceo Artistico di Cortina. Dopo il 3 novembre, termine della mostra, le opere rimarranno esposte in modo permanente.
Pupille è una mostra ispirata al ricco patrimonio di leggende e fiabe connesse alla storia delle Dolomiti, che rappresentano un corpus di rilievo all’interno della letteratura italiana di genere. Il progetto artistico riflette l’immaginario delle narrazioni fantastiche ambientate lungo l’arco dolomitico, legate al territorio di Cortina e alle zone limitrofe.
Le opere degli artisti sono state realizzate appositamente per essere collocate nei boschi del sentiero di Pian de ra Spines, con l’intento di creare un percorso onirico in grado di coinvolgere i sensi e di interagire con la dimensione sinestetica del pubblico. In questo scenario rivelato con uno sguardo fantastico il visitatore di ogni età potrà ritrovare la propria dimensione legata all’infanzia. Pupille risale alle ragioni che determinano la genesi della letteratura fantastica, nata per esorcizzare paure, misurarsi con l’ignoto, sovvertire schemi e formule precostituite, ricercare valori e principi che possano guidare l’essere umano nelle avventure della vita. Le opere interpretano in forma visiva la parola narrata (o scritta), generando un percorso ispirato alla letteratura, che rinnova e attualizza il patrimonio letterario legato a questi luoghi.
Per tutte le specie viventi, le pupille sono il medium tra mondo esteriore e interiore: questi organi riflettono (e immagazzinano), come uno specchio, tutto ciò su cui il nostro sguardo si posa, sono la chiave dell’inconscio, si dilatano o si restringono in base alle variazioni della luce e alle emozioni che l’oggetto osservato suscita in noi. Le pupille costituiscono anche un riferimento diretto al mondo dell’infanzia: è lo sguardo a influenzare in modo potente il processo educativo e di apprendimento che si instaura tra bambino e adulto. Il termine deriva dal latino pupa: “bambola”, per la piccola immagine che all’interno vi si vede riflessa. Il titolo si riferisce anche alla soggettività che caratterizza lo sguardo dell’artista sulla realtà in divenire, tanto che questa relazione con il mondo delle cose ne condiziona la sensibilità: l’arte come sguardo primigenio, limpido e indagatore di stadi intermedi, sotto cui si cela il reale.
Benni Bosetto utilizza l’installazione sonora per diffondere nell’ambiente un canto a cappella polifonico, che ha la funzione di avvicinare il pubblico all’ambiente che lo ospita e di evocare presenze naturali in qualche forma personalizzate. La voce è un elemento corporeo che nasce dagli organi più nascosti e si espande in esterno: interpretata dall’artista come parte del corpo che penetra (fisicamente) nelle molecole dell’“altro”, testimonia come l’uomo sia ontologicamente parte dell’ambiente che lo ospita. La Bosetto interviene anche con il disegno a matita sui tronchi di alcuni alberi disposti lungo il percorso e in avvicinamento alla sua installazoine sonora.
Cuoghi Corsello propongono attraverso il linguaggio artistico delle installazioni opere ispirate a un sorprendente immaginario fiabesco; i loro interventi nel bosco sembrano suggeriti da alcuni topos che caratterizzano la letteratura fantastica. Le opere sono allestite dagli artisti in differenti luoghi di visione strategici: come astri che compongono una costellazione, guidano il visitatore alla scoperta di un universo vasto e illimitato. Per osservare le opere il fruitore sarà spinto ad abbandonare in alcuni tratti il sentiero principale, e si troverà completamente immerso in una dimensione naturale, a favore di una maggiore connessione con gli spiriti di natura.
Dado (Alessandro Ferri) elabora le proprie opere attraverso un ri-utilizzo di materiali prodotti direttamente dal bosco, si tratta principalmente di rami di alberi abbattuti a causa di violenti fenomeni atmosferici. Con questo materiale l’artista crea delle strutture-rifugio che idealmente accolgono le varie “presenze” che nella letteratura di genere caratterizzano la vita nei boschi. Gli interventi di Dado sono riconoscibili anche per l’utilizzo del colore, che li qualifica come elementi artistici umani all’interno dell’ambiente montano.
Maurizio Mercuri si lascia ispirare da una nota leggenda legata alle Dolomiti, Il giardino di rose di Re Laurino, che illustra l’enrosadira: fenomeno apparentemente magico, che si ripete ogni giorno in coincidenza dell’alba e del tramonto, quando i raggi del sole accarezzano le cime delle Dolomiti, colorandole di rosa. Mercuri realizza un’installazione che ha come finalità quella di tentare di catturare la luce dolomitica attraverso gocce di vetro all’interno di piccole gabbie, abitualmente utilizzate per uccelli da richiamo in una tipica tecnica venatoria, che prevede che il richiamo dell’uccello avvicini potenziali prede. Mercuri utilizza invece le gocce di vetro come fonte attrattiva per la sorgente luminosa.
Lasciandosi ispirare dalle opere in mostra i visitatori potranno scrivere una propria fiaba che potrà essere inviata all’indirizzo mail dell’Associazione Controcorrente. I testi ritenuti più interessanti in relazione al progetto verranno pubblicati nel catalogo della mostra.
Inaugurazione: sabato 24 luglio ore 10.30 sentiero Pian de ra Spines (ritrovo entrata Camping Olympia)
Per la passeggiata inaugurale del 24 luglio si partirà alla volta del sentiero Pian de ra Spines alle ore 10.30 (punto di ritrovo all’entrata del Camping Olympia). Contestualmente all’inizio dello stesso sentiero che ospita Pupille sarà inaugurata un’opera realizzata dagli studenti del Liceo Artistico di Cortina. Dopo il 3 novembre, termine della mostra, le opere rimarranno esposte in modo permanente.
Pupille è una mostra ispirata al ricco patrimonio di leggende e fiabe connesse alla storia delle Dolomiti, che rappresentano un corpus di rilievo all’interno della letteratura italiana di genere. Il progetto artistico riflette l’immaginario delle narrazioni fantastiche ambientate lungo l’arco dolomitico, legate al territorio di Cortina e alle zone limitrofe.
Le opere degli artisti sono state realizzate appositamente per essere collocate nei boschi del sentiero di Pian de ra Spines, con l’intento di creare un percorso onirico in grado di coinvolgere i sensi e di interagire con la dimensione sinestetica del pubblico. In questo scenario rivelato con uno sguardo fantastico il visitatore di ogni età potrà ritrovare la propria dimensione legata all’infanzia. Pupille risale alle ragioni che determinano la genesi della letteratura fantastica, nata per esorcizzare paure, misurarsi con l’ignoto, sovvertire schemi e formule precostituite, ricercare valori e principi che possano guidare l’essere umano nelle avventure della vita. Le opere interpretano in forma visiva la parola narrata (o scritta), generando un percorso ispirato alla letteratura, che rinnova e attualizza il patrimonio letterario legato a questi luoghi.
Per tutte le specie viventi, le pupille sono il medium tra mondo esteriore e interiore: questi organi riflettono (e immagazzinano), come uno specchio, tutto ciò su cui il nostro sguardo si posa, sono la chiave dell’inconscio, si dilatano o si restringono in base alle variazioni della luce e alle emozioni che l’oggetto osservato suscita in noi. Le pupille costituiscono anche un riferimento diretto al mondo dell’infanzia: è lo sguardo a influenzare in modo potente il processo educativo e di apprendimento che si instaura tra bambino e adulto. Il termine deriva dal latino pupa: “bambola”, per la piccola immagine che all’interno vi si vede riflessa. Il titolo si riferisce anche alla soggettività che caratterizza lo sguardo dell’artista sulla realtà in divenire, tanto che questa relazione con il mondo delle cose ne condiziona la sensibilità: l’arte come sguardo primigenio, limpido e indagatore di stadi intermedi, sotto cui si cela il reale.
Benni Bosetto utilizza l’installazione sonora per diffondere nell’ambiente un canto a cappella polifonico, che ha la funzione di avvicinare il pubblico all’ambiente che lo ospita e di evocare presenze naturali in qualche forma personalizzate. La voce è un elemento corporeo che nasce dagli organi più nascosti e si espande in esterno: interpretata dall’artista come parte del corpo che penetra (fisicamente) nelle molecole dell’“altro”, testimonia come l’uomo sia ontologicamente parte dell’ambiente che lo ospita. La Bosetto interviene anche con il disegno a matita sui tronchi di alcuni alberi disposti lungo il percorso e in avvicinamento alla sua installazoine sonora.
Cuoghi Corsello propongono attraverso il linguaggio artistico delle installazioni opere ispirate a un sorprendente immaginario fiabesco; i loro interventi nel bosco sembrano suggeriti da alcuni topos che caratterizzano la letteratura fantastica. Le opere sono allestite dagli artisti in differenti luoghi di visione strategici: come astri che compongono una costellazione, guidano il visitatore alla scoperta di un universo vasto e illimitato. Per osservare le opere il fruitore sarà spinto ad abbandonare in alcuni tratti il sentiero principale, e si troverà completamente immerso in una dimensione naturale, a favore di una maggiore connessione con gli spiriti di natura.
Dado (Alessandro Ferri) elabora le proprie opere attraverso un ri-utilizzo di materiali prodotti direttamente dal bosco, si tratta principalmente di rami di alberi abbattuti a causa di violenti fenomeni atmosferici. Con questo materiale l’artista crea delle strutture-rifugio che idealmente accolgono le varie “presenze” che nella letteratura di genere caratterizzano la vita nei boschi. Gli interventi di Dado sono riconoscibili anche per l’utilizzo del colore, che li qualifica come elementi artistici umani all’interno dell’ambiente montano.
Maurizio Mercuri si lascia ispirare da una nota leggenda legata alle Dolomiti, Il giardino di rose di Re Laurino, che illustra l’enrosadira: fenomeno apparentemente magico, che si ripete ogni giorno in coincidenza dell’alba e del tramonto, quando i raggi del sole accarezzano le cime delle Dolomiti, colorandole di rosa. Mercuri realizza un’installazione che ha come finalità quella di tentare di catturare la luce dolomitica attraverso gocce di vetro all’interno di piccole gabbie, abitualmente utilizzate per uccelli da richiamo in una tipica tecnica venatoria, che prevede che il richiamo dell’uccello avvicini potenziali prede. Mercuri utilizza invece le gocce di vetro come fonte attrattiva per la sorgente luminosa.
Lasciandosi ispirare dalle opere in mostra i visitatori potranno scrivere una propria fiaba che potrà essere inviata all’indirizzo mail dell’Associazione Controcorrente. I testi ritenuti più interessanti in relazione al progetto verranno pubblicati nel catalogo della mostra.
Inaugurazione: sabato 24 luglio ore 10.30 sentiero Pian de ra Spines (ritrovo entrata Camping Olympia)
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