ARTE E NATURA. PITTURA SU PIETRA TRA CINQUE E SEICENTO

Marcello Provenzale, Orfeo, 1618, mosaico, 44x63 cm. Galleria Borghese, Roma
Dal 10 October 2025 al 6 January 2026
Bergamo
Luogo: Accademia Carrara
Indirizzo: Piazza Giacomo Carrara 82
Curatori: Patrizia Cavazzini con la collaborazione di Maria Luisa Pacelli
Sito ufficiale: http://www.lacarrara.it
In autunno Accademia Carrara di Bergamo approfondisce, attraverso un percorso espositivo di oltre 60 opere, uno dei capitoli più affascinanti e meno noti dell’arte italiana: la storia della raffinata tecnica della pittura su pietra, una sfida alla scultura, una vera e propria tendenza che fiorì tra il 1525 e il Seicento in diversi centri della Penisola.
Riscoperta da Sebastiano del Piombo attorno agli anni del traumatico Sacco di Roma del 1527, la pittura su pietra prometteva l’eternità. Pittori e committenti ne rimasero sedotti: la solidità della pietra offriva l’illusione di una durata paragonabile a quella della scultura, con la quale intendeva competere non solo in bellezza, ma in permanenza.
Sconfitti i pericoli del tempo, la pittura poteva dunque vincere il secolare duello con la scultura? Non solo. In queste opere si manifesta un gioco sottile tra arte e natura, in cui a sfidarsi sono la mano dell’artista e quella divina, fautrice della bellezza intrinseca del materiale: ma dove finisce l’intervento dell’uomo e dove inizia quello della natura? E ancora: in che modo il supporto partecipa alla composizione dell’opera?
Dalla Roma dei Papi alla Firenze dei Medici, da Genova a Verona, la tecnica della pittura su pietra, oltre a Sebastiano del Piombo, ha coinvolto artisti come Paolo Veronese, Jacopo Bassano, Palma il Giovane, l’Orbetto, Antonio Tempesta, Orazio Gentileschi e Salvator Rosa, tutti rappresentati in mostra a Bergamo grazie a importanti prestiti tra cui Galleria Borghese, Opificio delle Pietre Dure, Gallerie degli Uffizi, Palazzo Barberini, Musei Reali di Torino, Museo e Real Bosco di Capodimonte.
La mostra è anche un’opportunità per Accademia Carrara di scoperta di un capitolo poco noto del proprio patrimonio, offrendo al pubblico la visione di opere normalmente non esposte, oggetto di restauri realizzati per l’occasione.
ARTE E NATURA ripercorre le fasi salienti dell’avvento e dell’evoluzione della pittura su pietra che, dopo la nascita nel Cinquecento e la fioritura fino ai primi decenni del Seicento, cedette il passo a un più spiccato interesse verso il pregio del materiale, privilegiando la produzione di cornici e oggetti in pietre preziose come l’alabastro, il lapislazzulo o l’agata.
Oggi resta il fascino enigmatico di questi capolavori, che invitano lo spettatore a decifrarli nelle loro simbologie e significati, enfatizzati anche dal ruolo della luce sulle superfici, che sollecita un gioco continuo di riflessi e rimandi.
La mostra inizia con l’invenzione della tecnica e la sua diffusione nel XVI secolo. Seguono tre sezioni dedicate allo sviluppo del linguaggio nel corso del Seicento, ciascuna incentrata sui diversi supporti - pietre scure (lavagna e pietra di paragone), pietre venate (paesina, diaspro), produzioni di lusso (alabastro, ametista, lapislazzulo).
Nelle prime sale sono protagonisti lavagne e marmi neri, sfondo di ritratti e scene sacre. Tra questi, il Ritratto di Clemente VII di Sebastiano del Piombo è esposto insieme alla lettera del pittore che discute dell’opera con Michelangelo Buonarroti. Sono i primi decenni di fortuna di questa tecnica, che si espande anche nel nord Italia come testimonia in mostra la spettacolare Crocifissione di Paolo Veronese.
Dal tardo Cinquecento, oltre alle pietre nere, di cui è maestro Alessandro Turchi, detto l’Orbetto, si diffonde il gusto per le pietre venate e diversamente colorate, in cui gli artisti fanno a gara con le spettacolari manifestazioni della natura. Nelle opere di Antonio Tempesta, e di altri protagonisti del genere, il processo creativo è stimolato dalle caratteristiche del supporto, come le venature di un diaspro o di un alabastro che descrivono ora il profilo di una città o di un paesaggio, ora un cielo attraversato da nuvole.
Alla corte di Cosimo II de’ Medici è soprattutto la pietra paesina (fango solidificato in Valdarno) a ispirare la fantasia di pittori come Filippo Napoletano e Stefano della Bella, del quale in questa occasione, sono esposte opere mai viste in precedenza. Queste assecondando gli “scherzi” delle pietre, che si trasformano in rocce, deserti, grotte, onde del mare e in molteplici altri soggetti religiosi e mitologici.
Il percorso espositivo giunge poi agli anni Venti del Seicento, epoca in cui il gusto per i materiali preziosi prende il sopravvento rispetto all’eccellenza dell’opera pittorica. Quest’ultimo capitolo è documentato in mostra con manufatti di grande qualità e raffinatezza (tabernacoli, reliquiari, cornici) che mostrano come in questa nuova fase pittori, scalpellini e gioiellieri lavorano scambiandosi i propri saperi, in un momento storico in cui le botteghe e le maestranze artigiane scrivono una pagina importantissima della storia dell’arte.
A completare l’esposizione anche una sezione dedicata alle litoteche antiche, raccolte di pietre e minerali, dipinte o reali, raramente visibili in mostre o in esposizioni permanenti; assieme a queste, manoscritti e volumi, ad esempio quello in cui vengono catalogati i vari disegni “visibili” nelle pietre, secondo l’illusione pareidolitica che tende a ricondurre a forme note quelle casuali prodotte dalla natura, come succede con le nuvole.
Con la mostra ARTE E NATURA. Pittura su pietra tra Cinque e Seicento, Accademia Carrara inaugura per la prima volta un programma espositivo dedicato ai più piccoli, A&N KIDS, a cura dei Servizi Educativi, pensato per bambine e bambini dai 6 ai 12 anni. Voluto da Maria Luisa Pacelli e curato dai Servizi Educativi, il progetto completa il percorso della mostra ARTE E NATURA con uno spazio interamente dedicato all’osservazione e alla sperimentazione.
Nelle prossime mostre e in tanti appuntamenti, nelle proposte del Bù Bistrot e nei picnic sul prato, in molte opere della collezione e sempre nei Giardini PwC: la natura è protagonista. Da ottobre, due mostre in dialogo: ARTE E NATURA, dedicata alla pittura su pietra tra ’500 e ’600 e A&N KIDS, pensata per i più piccoli. Ad anticipare la stagione, a settembre, è Paolo Chiasera (1978), con ORTI TINTORI, due installazioni all’interno e all’aperto. I Giardini PwC, spazio riqualificato e fino al 2024 inaccessibile, ora aperto a tutti e a ingresso libero, completa l’offerta del museo, mettendo in dialogo cultura e natura, contemplazione e tempo libero. Prende così sempre più corpo la stretta relazione tra i Giardini PwC e il programma culturale di Accademia Carrara.
Riscoperta da Sebastiano del Piombo attorno agli anni del traumatico Sacco di Roma del 1527, la pittura su pietra prometteva l’eternità. Pittori e committenti ne rimasero sedotti: la solidità della pietra offriva l’illusione di una durata paragonabile a quella della scultura, con la quale intendeva competere non solo in bellezza, ma in permanenza.
Sconfitti i pericoli del tempo, la pittura poteva dunque vincere il secolare duello con la scultura? Non solo. In queste opere si manifesta un gioco sottile tra arte e natura, in cui a sfidarsi sono la mano dell’artista e quella divina, fautrice della bellezza intrinseca del materiale: ma dove finisce l’intervento dell’uomo e dove inizia quello della natura? E ancora: in che modo il supporto partecipa alla composizione dell’opera?
Dalla Roma dei Papi alla Firenze dei Medici, da Genova a Verona, la tecnica della pittura su pietra, oltre a Sebastiano del Piombo, ha coinvolto artisti come Paolo Veronese, Jacopo Bassano, Palma il Giovane, l’Orbetto, Antonio Tempesta, Orazio Gentileschi e Salvator Rosa, tutti rappresentati in mostra a Bergamo grazie a importanti prestiti tra cui Galleria Borghese, Opificio delle Pietre Dure, Gallerie degli Uffizi, Palazzo Barberini, Musei Reali di Torino, Museo e Real Bosco di Capodimonte.
La mostra è anche un’opportunità per Accademia Carrara di scoperta di un capitolo poco noto del proprio patrimonio, offrendo al pubblico la visione di opere normalmente non esposte, oggetto di restauri realizzati per l’occasione.
ARTE E NATURA ripercorre le fasi salienti dell’avvento e dell’evoluzione della pittura su pietra che, dopo la nascita nel Cinquecento e la fioritura fino ai primi decenni del Seicento, cedette il passo a un più spiccato interesse verso il pregio del materiale, privilegiando la produzione di cornici e oggetti in pietre preziose come l’alabastro, il lapislazzulo o l’agata.
Oggi resta il fascino enigmatico di questi capolavori, che invitano lo spettatore a decifrarli nelle loro simbologie e significati, enfatizzati anche dal ruolo della luce sulle superfici, che sollecita un gioco continuo di riflessi e rimandi.
La mostra inizia con l’invenzione della tecnica e la sua diffusione nel XVI secolo. Seguono tre sezioni dedicate allo sviluppo del linguaggio nel corso del Seicento, ciascuna incentrata sui diversi supporti - pietre scure (lavagna e pietra di paragone), pietre venate (paesina, diaspro), produzioni di lusso (alabastro, ametista, lapislazzulo).
Nelle prime sale sono protagonisti lavagne e marmi neri, sfondo di ritratti e scene sacre. Tra questi, il Ritratto di Clemente VII di Sebastiano del Piombo è esposto insieme alla lettera del pittore che discute dell’opera con Michelangelo Buonarroti. Sono i primi decenni di fortuna di questa tecnica, che si espande anche nel nord Italia come testimonia in mostra la spettacolare Crocifissione di Paolo Veronese.
Dal tardo Cinquecento, oltre alle pietre nere, di cui è maestro Alessandro Turchi, detto l’Orbetto, si diffonde il gusto per le pietre venate e diversamente colorate, in cui gli artisti fanno a gara con le spettacolari manifestazioni della natura. Nelle opere di Antonio Tempesta, e di altri protagonisti del genere, il processo creativo è stimolato dalle caratteristiche del supporto, come le venature di un diaspro o di un alabastro che descrivono ora il profilo di una città o di un paesaggio, ora un cielo attraversato da nuvole.
Alla corte di Cosimo II de’ Medici è soprattutto la pietra paesina (fango solidificato in Valdarno) a ispirare la fantasia di pittori come Filippo Napoletano e Stefano della Bella, del quale in questa occasione, sono esposte opere mai viste in precedenza. Queste assecondando gli “scherzi” delle pietre, che si trasformano in rocce, deserti, grotte, onde del mare e in molteplici altri soggetti religiosi e mitologici.
Il percorso espositivo giunge poi agli anni Venti del Seicento, epoca in cui il gusto per i materiali preziosi prende il sopravvento rispetto all’eccellenza dell’opera pittorica. Quest’ultimo capitolo è documentato in mostra con manufatti di grande qualità e raffinatezza (tabernacoli, reliquiari, cornici) che mostrano come in questa nuova fase pittori, scalpellini e gioiellieri lavorano scambiandosi i propri saperi, in un momento storico in cui le botteghe e le maestranze artigiane scrivono una pagina importantissima della storia dell’arte.
A completare l’esposizione anche una sezione dedicata alle litoteche antiche, raccolte di pietre e minerali, dipinte o reali, raramente visibili in mostre o in esposizioni permanenti; assieme a queste, manoscritti e volumi, ad esempio quello in cui vengono catalogati i vari disegni “visibili” nelle pietre, secondo l’illusione pareidolitica che tende a ricondurre a forme note quelle casuali prodotte dalla natura, come succede con le nuvole.
Con la mostra ARTE E NATURA. Pittura su pietra tra Cinque e Seicento, Accademia Carrara inaugura per la prima volta un programma espositivo dedicato ai più piccoli, A&N KIDS, a cura dei Servizi Educativi, pensato per bambine e bambini dai 6 ai 12 anni. Voluto da Maria Luisa Pacelli e curato dai Servizi Educativi, il progetto completa il percorso della mostra ARTE E NATURA con uno spazio interamente dedicato all’osservazione e alla sperimentazione.
Nelle prossime mostre e in tanti appuntamenti, nelle proposte del Bù Bistrot e nei picnic sul prato, in molte opere della collezione e sempre nei Giardini PwC: la natura è protagonista. Da ottobre, due mostre in dialogo: ARTE E NATURA, dedicata alla pittura su pietra tra ’500 e ’600 e A&N KIDS, pensata per i più piccoli. Ad anticipare la stagione, a settembre, è Paolo Chiasera (1978), con ORTI TINTORI, due installazioni all’interno e all’aperto. I Giardini PwC, spazio riqualificato e fino al 2024 inaccessibile, ora aperto a tutti e a ingresso libero, completa l’offerta del museo, mettendo in dialogo cultura e natura, contemplazione e tempo libero. Prende così sempre più corpo la stretta relazione tra i Giardini PwC e il programma culturale di Accademia Carrara.
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