Covili, visionario resistente

Gino Covili, Cinema Impero, 1997

 

Dal 19 Maggio 2018 al 15 Agosto 2018

Porretta Terme | Bologna

Luogo: Sedi varie

Indirizzo: sedi varie

Curatori: Matteo Covili

Sito ufficiale: http://www.coviliarte.com



Una mostra-evento nelle terre dell'Alto Reno in occasione del centesimo anniversario della nascita di Gino Covili, dal titolo: “COVILI, VISIONARIO RESISTENTE” scomparso nel 2005 nel suo paese natale, Pavullo nel Frignano (Modena), propone 4 sedi e più di 60 opere scelte dal curatore della rassegna Matteo Covili, nipote dell'artista tratte da diversi cicli tra cui quello contadino, quello degli esclusi, quello del racconto partigiano, quello dell'ultimo eroe. Saranno presentati dipinti, disegni, pastelli, acquarelli, una scultura e tre installazioni. Queste ultim, permanenti, si affiancano a immagini del pittore e agli scritti dell’amico Francesco Guccini. Installazioni che diverranno dunque opere fisse collocate in modo da formare una geografia della memoria nei luoghi dove si registrarono eccidi dei nazisti come Ca' di Berna, Biagioni e Ronchidoso.
 
L'idea è quella di mettersi in viaggio con l'artista nei luoghi della Linea Gotica, dove egli stesso partecipò alla Resistenza. La lotta combattuta da Covili su queste montagne fu per lui un'esperienza profonda e incancellabile. Condizione fondamentale dell'uomo è la “resistenza”, la capacità di fronteggiare le difficoltà della vita anche contro ogni speranza. Nel vasto racconto epico di Covili ci sono molti livelli di lettura: sociale, spirituale, visionario, fiabesco. La mostra “COVILI, VISIONARIO RESISTENTE” è un cammino della memoria e dello spirito in uno dei paesaggi più belli e suggestivi dell’Appennino: da Porretta Terme a Castelluccio e poi, ancora, sui luoghi del ricordo. Cà di Berna, Biagioni e Ronchidoso, ognuna di queste località avrà un suo racconto da proporre, una sua storia da sviluppare. 
 
La parte centrale della mostra è allestita nelle sale di Castello Manservisi, a Castelluccio di Porretta. Sono 39 opere che compongono, al completo, il ciclo di opere “Racconto Partigiano” dipinto da Covili a cavallo degli anni ’70 dopo, cioè, aver elaborato a pieno, con passione e spirito critico, quello che la lotta di Liberazione aveva rappresentato per lui, giovane manovale aspirante pittore di Pavullo, per la sua generazione e per il futuro del nostro Paese. Sono quadri “forti”, ma non solo di guerra: per Gino, infatti, la parte più significativa di tutta quell’esperienza era rappresentata dai momenti di pace, quando i partigiani discutevano tra loro di libertà e democrazia, o realizzavano ospedali aperti a tutti o andavano nei campi in aiuto dei contadini per assicurare il raccolto in vista dell’inverno.
Da Castelluccio si scende a Porretta Terme, dove il “Visionario” Gino Covili si esprime in altre forme di Resistenza. La prima tappa è all’Hotel Helvetia dove sono esposti 13 quadri che rappresentano la massima espressione del Covili interprete e custode della civiltà contadina: tredici opere bellissime, aspre e brutali nell’immediatezza della visione, dolci e nostalgiche non appena comprese nella loro essenza più intima.
Di Resistenza in Resistenza, sempre a Porretta, si arriva allo studio di Luciano Marchi, fotografo dell’Appennino e della sua gente, e in questo senso alter ego di Covili nel rappresentare, dal mirino della sua reflex, uno stesso mondo e uno stesso paesaggio. Qui si trovano i quadri degli Esclusi e delle Donne Perdute: personalità di difficile gestione, secondo le normali convenzioni sociali; per Gino, invece, solo persone con le quali parlare di cose normali, di vita normale e di normale pazzia.
Ultima tappa di Porretta, nella filiale della Banca di Credito Cooperativo dell’Alto Reno. Solo tre quadri e una scultura, ma imperdibili, specie se visti uno vicino all’altro. Non solo rappresentano la straordinaria conclusione del percorso di questa mostra, ma sono anche e soprattutto il lascito di Gino Covili per il futuro. Il Covili “Visionario”, infatti, non è riferito alla facoltà di fantasticare sul bel tempo che fu, ma piuttosto alla ferrea volontà di guardare avanti, di immaginare un futuro per la sua gente e la sua terra, un futuro ancora legato ai campi da coltivare e alla bellezza della montagna.
E sulla montagna bisogna salire davvero per andare a intercettare le installazioni permanenti realizzate, all’aperto, in tre luoghi simbolo del territorio. Sono grandi riproduzioni di operefondamentali di Gino Covili, ognuna arricchita dalle parole di un altro maestro di queste terre qual è Francesco Guccini. Si comincia a Biagioni, dove trova posto il“Fucilato”, quadro centrale del Racconto Partigiano. Si prosegue fino a Cà di Berna per vedere la riproduzione de “La borgata abbandonata”, uno dei grandi paesaggi di Gino Covili. Si conclude a Ronchidoso per trovare in “Cresce la Resistenza” una delle opere che meglio raccontano la visione di Covili per quel periodo della sua vita. Incontri, momenti, suggestioni. Alla fine, il Cammino Covili avrà portato i visitatori alla visione di oltre sessanta opere, insieme a esperienze multimediali, momenti di partecipazione attiva e paesaggi da ricordare.
 
Con il Patrocinio di: Regione Emilia Romagna - Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna - Città Metropolitana di Bologna - Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese - Comune di Alto Reno Terme - Comune di Pavullo nel Frignano. Si ringraziano:Comune di Lizzano in Belvedere - Comune di Gaggio Montano - Associazione Castello Manservisi - Hotel Helvetia Thermal SPA - Studio Foto Ottica Marchi - Filiale BCC Alto Reno - Broker Insurance Group LLOYD’S CiaccioArte - Corepixx - Mediasoft - Starter - Tipolitografia Montagnani - Tracce - Xpanded Technology.

SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI