Il Medagliere si rivela. L'ingegno delle donne
MEDAGLIA DI FELICE A. CASONI (1559-1634) PER LAVINIA FONTANA (1552-1612) 1611, BRONZO, INV. 9048
Dal 5 March 2025 al 13 October 2025
Bologna
Luogo: Museo Civico Archeologico
Indirizzo: Via dell'Archiginnasio 2
Orari: Lunedì, Mercoledi, Giovedì, Venerdì, Sabato, Domenica e festivi: dalle 10.00 alle 19.00 Chiuso: Martedì (se non festivo)
Curatori: Paola Giovetti e Laura Marchesini
Costo del biglietto: Ingresso con biglietto museo
Telefono per informazioni: +39 051 2757211
E-Mail info: mca@comune.bologna.it
Sito ufficiale: http://www.museibologna.it/archeologico
Il Museo Civico Archeologico di Bologna all’interno della rassegna “Il Medagliere si rivela”, volta a far conoscere al grande pubblico la ricchissima raccolta numismatica di proprietà del Museo, presenta per il suo sesto appuntamento una vetrina tematica dal titolo "L'ingegno delle donne" a cura di Paola Giovetti e Laura Marchesini.
Attraverso alcune significative medaglie della collezione numismatica ripercorreremo la storia di figure femminili, che dal Rinascimento all'Ottocento, si sono distinte nell'arte, nella musica, nella letteratura e in vari ambiti della cultura, della finanza e della politica.
La narrazione si avvale del particolare codice figurativo della medaglistica che mostra al dritto il ritratto del personaggio femminile ad imperitura memoria, e al rovescio un’immagine emblematica, riferita alle virtù e all’eccezionalità della sua vita.
L’esistenza di queste medaglie al femminile molto spesso testimonia il raggiungimento di un riscatto sociale di queste donne che, per prime, si affermarono in ambiti a loro proibiti, superando pregiudizi e arrivando a sfidare le convenzioni.
Altre volte si assiste alla celebrazione postuma in medaglia che attesta la fascinazione che queste figure femminili continuarono ad esercitare sui posteri, e che pone in evidenza anche il cambiamento culturale che il loro esempio ha contribuito a realizzare.
La medaglia dell'immagine, simbolo della mostra, è dedicata alla pittrice bolognese Lavinia Fontana, una delle più celebri artiste del Rinascimento. Educata alla bottega del padre Prospero, sposò nel 1577 il pittore Giovanni Antonio Zappi, con il quale ebbe undici figli. Questo non le impedì di affermarsi nella pittura, specializzandosi in uno dei pochi ambiti concessi alle donne, il ritratto. Richiestissima dalla nobiltà bolognese, fu la prima donna ad ottenere la commissione per una pala d’altare (Imola); diede un’impronta personale e femminile ai precetti della Controriforma in campo artistico e riuscì a tessere una rete di relazioni che la portarono a trasferirsi a Roma. Il marito amministrava per lei la bottega, facendole da manager, e si era specializzato nel dipingere i merletti delle sue tele. Grande fu il fascino esercitato sui contemporanei dalla sua vita da pittora, mito che lei per prima abilmente coltivò, nel segno delle artiste donne che a Bologna l’aveva preceduta (S. Caterina de Vigri e Properzia de’ Rossi) e attraverso alcuni autoritratti ai quali affidò la sua immagine pubblica. La medaglia, che la ritrae al dritto come ieratica e virtuosa matrona castamente abbigliata, mostra al rovescio l’allegoria della pittura: una donna seduta davanti ad una tela su cavalletto in preda al furore dell’ispirazione che le anima i capelli sparsi nell’aere. A terra gli strumenti del mestiere. La legenda PER TE STATO GIOIOSO MI MANTENE (Petrarca) allude al fatto che “rende degni di fama la gioia che si prova nel lavorare alla propria arte”.
Attraverso alcune significative medaglie della collezione numismatica ripercorreremo la storia di figure femminili, che dal Rinascimento all'Ottocento, si sono distinte nell'arte, nella musica, nella letteratura e in vari ambiti della cultura, della finanza e della politica.
La narrazione si avvale del particolare codice figurativo della medaglistica che mostra al dritto il ritratto del personaggio femminile ad imperitura memoria, e al rovescio un’immagine emblematica, riferita alle virtù e all’eccezionalità della sua vita.
L’esistenza di queste medaglie al femminile molto spesso testimonia il raggiungimento di un riscatto sociale di queste donne che, per prime, si affermarono in ambiti a loro proibiti, superando pregiudizi e arrivando a sfidare le convenzioni.
Altre volte si assiste alla celebrazione postuma in medaglia che attesta la fascinazione che queste figure femminili continuarono ad esercitare sui posteri, e che pone in evidenza anche il cambiamento culturale che il loro esempio ha contribuito a realizzare.
La medaglia dell'immagine, simbolo della mostra, è dedicata alla pittrice bolognese Lavinia Fontana, una delle più celebri artiste del Rinascimento. Educata alla bottega del padre Prospero, sposò nel 1577 il pittore Giovanni Antonio Zappi, con il quale ebbe undici figli. Questo non le impedì di affermarsi nella pittura, specializzandosi in uno dei pochi ambiti concessi alle donne, il ritratto. Richiestissima dalla nobiltà bolognese, fu la prima donna ad ottenere la commissione per una pala d’altare (Imola); diede un’impronta personale e femminile ai precetti della Controriforma in campo artistico e riuscì a tessere una rete di relazioni che la portarono a trasferirsi a Roma. Il marito amministrava per lei la bottega, facendole da manager, e si era specializzato nel dipingere i merletti delle sue tele. Grande fu il fascino esercitato sui contemporanei dalla sua vita da pittora, mito che lei per prima abilmente coltivò, nel segno delle artiste donne che a Bologna l’aveva preceduta (S. Caterina de Vigri e Properzia de’ Rossi) e attraverso alcuni autoritratti ai quali affidò la sua immagine pubblica. La medaglia, che la ritrae al dritto come ieratica e virtuosa matrona castamente abbigliata, mostra al rovescio l’allegoria della pittura: una donna seduta davanti ad una tela su cavalletto in preda al furore dell’ispirazione che le anima i capelli sparsi nell’aere. A terra gli strumenti del mestiere. La legenda PER TE STATO GIOIOSO MI MANTENE (Petrarca) allude al fatto che “rende degni di fama la gioia che si prova nel lavorare alla propria arte”.
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