Metodo Simoncini. Ricerca di un'estetica dell’insieme

Materiali produzione, carattere tipografico con Linotype

 

Dal 22 Settembre 2017 al 12 Novembre 2017

Bologna

Luogo: Museo del Patrimonio Industriale

Indirizzo: via della Beverara123

Orari: dal martedì al venerdì: ore 9 > 13 sabato: ore 9 > 13 e 15 > 18 domenica: ore 15 > 18

Curatori: Elisa Rebellato, Antonio Cavedoni

Enti promotori:

  • Con il patrocinio di Comune di Bologna
  • In collaborazione con Museo del Patrimonio Industriale

Costo del biglietto: € 5 intero, € 3 ridotto, gratuito Card Musei Metropolitani Bologna e la prima domenica del mese

Telefono per informazioni: +39 051 6356611

E-Mail info: museopat@comune.bologna.it

Sito ufficiale: http://www.griffoanniversary.com



Inaugura il prossimo 22 settembre e rimarrà visibile al Museo del Patrimonio Industriale di Bologna fino al 12 novembre la mostra Metodo Simoncini. Ricerca di un’estetica dell’insieme, dedicata a Francesco Simoncini, grande innovatore nel campo del design di caratteri tipografici, creatore di celebri font che sono passati sotto gli occhi di milioni di lettori per oltre quarant'anni e sono tuttora apprezzati in tutto il mondo: dal Garamond Simoncini, utilizzato dalla Einaudi e divenuto un carattere iconico nell’editoria italiana al Delia, progettato per gli elenchi telefonici.
L'esposizione è stata ideata da Griffo, La Grande Festa delle Lettere, progetto multidisciplinare che narra e celebra la storia dell’inventore bolognese e delle lettere, strumento prezioso che ci accompagna ogni giorno. Nato nel 2014, con un Comitato Scientifico composto dai massimi esperti nella storia del libro a livello internazionale e già presieduto da Umberto Eco, con il patrocinio di Comune di Bologna e la collaborazione di partner istituzionali e privati italiani e internazionali, il progetto culminerà nel 2018 negli eventi celebrativi dei 500 anni dalla morte di Francesco Griffo.

Metodo Simoncini delinea la vicenda imprenditoriale e la carica innovativa espresse da Francesco Simoncini (1912-1975), dal 1954 Amministratore unico delle Officine Simoncini, azienda fondata da suo padre nel 1953 a Bologna, poi trasferitasi in un grande stabilimento a Rastignano, destinata ad affermarsi come una delle realtà più all'avanguardia del settore della progettazione e produzione di matrici per macchine Linotype.

Se oggi in ogni momento condividiamo idee con parole e frasi d'inchiostro e pixel, poco o nulla
sappiamo di quello straordinario strumento che sono le lettere, della loro storia e di quella di chi le ha create. La mostra, attraverso le innovazioni e i traguardi di Simoncini come imprenditore e designer di caratteri autodidatta, illustra il valore di un approccio globale al progetto, in cui estetica e funzionalità, ricerca e umanità sono elementi equivalenti e indispensabili.

Il percorso espositivo, che propone un'esperienza immersiva e multimediale con un allestimento ispirato alla disposizione del reparto disegno caratteri Officine Simoncini, accoglie il visitatore con filmati, fotografie e strumenti originali dell’epoca, introducendolo nell’affascinante processo di ideazione e realizzazione di una matrice per Linotype. Si prosegue con la presentazione del brevetto internazionale “Metodo Simoncini”, insieme a documenti, disegni dei caratteri e rare edizioni che ricostruiscono il contributo di Francesco Simoncini come progettista e offrono una panoramica su impatto e diffusione dei suoi alfabeti più importanti, come i già citati Garamond Simoncini creato per Einaudi e il Delia progettato per gli elenchi telefonici. Molti suoi caratteri hanno avuto larga diffusione anche in quotidiani e periodici in Italia e all'estero: tra quelli italiani figurano Stadio, La Nazione, Il Tempo, Guerin Sportivo, Il Resto del Carlino, La Domenica del Corriere.

Nel progettare i propri caratteri, Simoncini si pone come obiettivi chiarezza e leggibilità, mettendo al centro di ogni progetto i consumatori finali del suo prodotto, i lettori. Questa attenzione, nell'epoca della diffusione della tecnologia Linotype, fa sì che i suoi caratteri abbiano largo impiego in ogni ambito della stampa in Italia. Ancora oggi alcuni dei suoi caratteri, anche se creati per una tecnologia obsoleta, sono noti e apprezzati in tutto il mondo.
È lui stesso a scrivere: “La leggibilità e funzionalità dei testi stampati, destinati a letture prolungate, è in parte oggi legata alla scelta di un buon procedimento di stampa, ma soprattutto alla diligenza con cui si procede alla preparazione dello stampato. In questo senso si può e si deve operare con impegno. Non sempre è felice la scelta dei caratteri, della carta e non sempre sono curate la composizione e la stampa. […] In ogni nostro atto, nell'attività grafica, sia sempre presente la figura del lettore e le sue esigenze.” (Testo tratto da: Francesco Simoncini, Leggibilità e funzionalità dei caratteri da stampa. Lezione-conferenza per il Corso Superiore di Cultura Grafica alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, Castello del Valentino, Torino 6 marzo 1965).

Anche come imprenditore Simoncini mise in pratica una visione innovativa per l’epoca, con un’attenzione costante volta al rispetto di collaboratori e dipendenti. Insieme ai fratelli riuscì a condurre l’attività del padre da piccola officina di riparazioni per Linotype colpita dalla guerra, a grande industria internazionale per la progettazione e produzione di caratteri.
La sua dedizione si estese anche al di fuori dell’azienda: assunse infatti ruoli di rilievo in associazioni di settore, impegnandosi inoltre nella formazione dei giovani tecnici e nella standardizzazione della tecnologia.

Short bio > Elisa Rebellato, curatrice
Bibliotecaria, si è laureata in Conservazione dei beni culturali a indirizzo archivistico-librario
all’Università Ca’ Foscari di Venezia e ha conseguito il Dottorato in Scienze bibliografiche e
documentarie all’Università di Udine. Tra le sue pubblicazioni: La fabbrica dei divieti. Gli indici dei libri proibiti da Clemente VIII a Benedetto XIV (Milano, Sylvestre Bonnard, 2008), La Scala d’oro. Libri per ragazzi durante il fascismo (Milano, Unicopli, 2016) e la curatela di Mondadori. Catalogo storico dei libri per la scuola (1910-1945) (Milano, FrancoAngeli, 2008). Si è già interessata alle vicende di Francesco Simoncini nell’articolo Un Garamond bolognese per Einaudi, in «I.B.C.», a. XXI (2013), pp. 12-15.

Short bio > Antonio Cavedoni, curatore
Progettista di caratteri e studioso di storia della tipografia e del carattere, si è laureato in Typeface Design presso l’università di Reading, UK con una tesi dal titolo Typeface Designs of the Officine Simoncini: Garamond, Delia, Selene. Dopo aver lavorato per sette anni in California presso la Apple, Inc. nel Type Group, continua la sua attività di progettista di caratteri a Milano.

Museo del Patrimonio Industriale

Il Museo del Patrimonio Industriale studia, documenta e divulga la storia economico-industriale di Bologna e del suo territorio ricostruendone le vicende dal XV secolo, con l'affermarsi dell'industria serica, all'odierno distretto meccanico della motoristica e dell'automazione.
Il nucleo storico del museo è costituito dalle collezioni dell'Istituto Aldini Valeriani che ha rappresentato per il territorio un elemento strategico di innovazione nel campo della formazione professionale. Dal suo costituirsi alla metà del XIX secolo, la scuola introduce progressivamente al posto del vecchio apprendistato di bottega, ormai superato, un insegnamento che coniuga il sapere e il saper fare con lezioni teoriche integrate ad attività manuali e dimostrazioni di modelli e di macchine. Nelle sue officine si sono formati generazioni di imprenditori e tecnici che hanno dato vita alla moderna identità industriale della città.
Delle varie sezioni espositive (aggiustatori, fucinatori, chimici, etc...), quella dedicata alle Arti Grafiche è particolarmente significativa in quanto documenta l'evoluzione delle tecniche di stampa attraverso le platine, le Linotype e le Monotype sulle quali si sono esercitate generazioni di ragazzi poi impiegati nelle numerose e rinomate tipografie bolognesi. Fortemente connesso con la collezione, per la comune matrice culturale, è l'archivio dei disegni originali dei caratteri delle Officine Simoncini, acquisito dal museo negli anni 1990 e valorizzato in esposizione.


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