Milan Vagač. Black Box

Milan Vagač, Gizmo_270123, 2023. Acrylic on transparent canvas, 110 x 80 cm.

 

Dal 06 Aprile 2023 al 03 Giugno 2023

Bologna

Luogo: Labs Contemporary Art

Indirizzo: Via Santo Stefano 38

Orari: martedì-sabato 10-13 / 15-19 o su appuntamento

Telefono per informazioni: +39 051 3512448

E-Mail info: info@labsgallery.it

Sito ufficiale: http://www.labsgallery.it


Dal 6 aprile al 3 giugno 2023LABS Contemporary Art è lieta di presentare Black Box, personale dell’artista slovacco Milan Vagač. La mostra espone una selezione di opere inedite nate dalla riflessione sul rapporto tra l’uomo e la tecnologia.
 
Nell’estetica contemporanea lo spettatore rimane sempre di più affascinato dalla superficie seduttiva dei device senza interrogarsi sui funzionamenti interni. Circuiti del computer, cavi e metalli preziosi: tutti questi elementi, nascosti sotto la copertura plastica dell’apparecchio, rimangono inaccessibili al fruitore comune perché nascosti all’interno di scatole nere.
 
La serie Gizmo, termine che viene utilizzato per indicare un dispositivo o una macchina che svolge un particolare compito, di solito in un modo nuovo ed efficiente ma di cui non si conosce il vero nome, fa riferimento al concetto di “scatola nera”. L’artista attraverso il medium pittorico realizza superfici illusorie di dispositivi astratti mostrando strati e meccanismi nascosti: lo spettatore rimane affascinato dalla struttura del dipinto grazie all’uso della trasparenza delle tele e all’ossatura del telaio in legno.
 
Una parte significante della pratica pittorica di Vagač consiste nella rappresentazione di segni geometrici astratti. L’artista richiama nel suo linguaggio forme d’arte moderna tipiche della scuola del Bauhaus che vengono destrutturate nella pratica pittorica in elementi individuali.
 
Questo ragionamento decostruttivista si ritrova nella nuova serie di lavori presentati per la prima volta in Italia dalla galleria LABS. La superficie dei suoi lavori è solo parzialmente dipinta in modo da rivelare gli elementi strutturali. Rinnegando la bidimensionalità dell’opera l’artista ne rivela gli strati e le strutture nascoste.
 
Accompagna la mostra un testo di Domenico de Chirico.
 

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