Stéphane Asseline. Abbiamo incrociato i nostri sguardi. Ritratti di nuovi cittadini di Bologna
Dal 18 Settembre 2020 al 02 Ottobre 2020
Bologna
Luogo: Spazio Lavì!
Indirizzo: via Sant'Apollonia, 19/A
Orari: tutti i giorni dalle 17,30 alle 19,30
Curatori: Piero Orlandi
Enti promotori:
- Comune di Bologna
Sito ufficiale: http://www.spaziolavi.it
La mostra è composta di trenta fotografe eseguite da Stéphane Asseline nel corso di una residenza d'artista presso Spazio Lavì! a Bologna, nel novembre 2019. Si tratta di diciotto paesaggi urbani e di dodici ritratti di richiedenti asilo e rifugiati accolti in appartamenti e strutture di Arcisolidarietà Bologna e Antoniano Onlus. Essi hanno accettato di incontrare Asseline e di farsi fotografare in luoghi della città che “abitano” e che essi stessi gli hanno indicato: la propria casa, il lavoro, un posto caro.
Sono tutti residenti a Bologna e provenienti da paesi diferenti, ognuno con una storia personale, un passato ed un futuro da raccontare. Che infatti hanno raccontato in brevi testi manoscritti che sono esposti in mostra a fanco dei ritratti. Il desiderio condiviso da tutti è quello di mostrarsi, di esibire la propria identità di stranieri in Italia. Ognuno di loro ha scelto la lingua in cui scrivere il testo che accompagna le foto: la maggior parte di loro ha scelto l’italiano come lingua di scrittura, nonostante la complessità del rendere idee e concetti personali e propri in una lingua appena conosciuta per alcuni, con un diferente alfabeto per altri o che possiede per la prima volta una forma scritta per altri ancora.
Questo incontro tra il fotografo francese e Bologna accade nel momento in cui l'amministrazione propone alla città un nuovo piano urbanistico, una nuova visione per il futuro, un nuovo passo nel percorso di continua trasformazione. Gli sguardi che si sono incrociati nell'esplorazione e i luoghi attraversati fssano una Bologna che cambia in accordo con l'evoluzione dei bisogni dei suoi abitanti, arricchendosi di nuove persone che arrivano e che continuano ad usarla come città, come dispositivo per generare società. Alcuni degli obiettivi che il Piano ha fssato, come l'inclusione e l'attrattività, dentro questi sguardi assumono una profondità umana molto signifcativa. La città è resiliente se continua a funzionare come tale, coniugando una visione globale con il suo modo di essere abitabile. Il nuovo Piano urbanistico generale afronta la sfda della “rigenerazione” con gli obiettivi della resilienza, dell'abitabilità e dell'attrattività. Gli sguardi e i luoghi catturati da Asseline aiutano a inquadrare il campo entro cui agire.
Per queste ragioni il Comune di Bologna ha patrocinato la pubblicazione del catalogo in mostra, nel quadro delle iniziative di promozione del PUG, Piano Urbanistico Generale. Nel catalogo, presentato dalla presidente del Quartiere Santo Stefano Rosa Maria Amorevole, sono presenti scritti di Franca Malservisi, architetto, ricercatore presso l'École Nationale Supérieure d'Architecture di Versailles, di Francesco Evangelisti, direttore dell'Ufcio di piano del Dipartimento Urbanistica, Ambiente e Casa del Comune di Bologna, di Sara Beretta di Arci Solidarietà e di Arianna De Carolis, mediatrice linguistica e culturale.
Il lavoro fotografco di Asseline, esigente nella ricerca formale come nell’impegno civile, si era già cimentato alcuni anni fa in un lungo progetto in collaborazione con VilleneuveSaint-Georges, uno dei comuni dell’agglomerazione parigina in cui si accumulano inestricabilmente problemi sociali, economici e spaziali. Le foto relative sono state esposte nel mese di novembre del 2019 alla Sala Cavazza del Quartiere Santo Stefano e la mostra che si presenta a Lavì! City si pone in diretta relazione con quella, in quanto è il frutto dello stesso metodo di ricerca applicato alla realtà urbana bolognese. Il progetto fotografco è sostenuto dal Quartiere Santo Stefano, all'interno del programma delle attività di cui al Bando delle Libere Forme Associative per il 2019.
Diplomato alla École Nationale Supérieure Louis-Lumière, Stéphane Asseline apre il suo studio fotografco a Parigi nel 1993. Porta avanti un lavoro autoriale e la realizzazione di commissioni pubblicitarie nel settore della natura morta e del ritratto. Poco a poco si converte a una fotografa più lenta e più documentaria, dove oggi si mescolano commissioni sull'architettura e il patrimonio culturale e un lavoro d'autore orientato soprattutto verso le questioni sociali, le trasformazioni urbane, delle memorie e delle identità.
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