Vincenzo de Simone. Le mie ferite vengono da lontano

Vincenzo de Simone. Le mie ferite vengono da lontano

 

Dal 14 Febbraio 2015 al 01 Marzo 2015

Pieve di Cento | Bologna

Luogo: MAGI Museo Magi'900 - Museo delle eccellenze artistiche e storiche del '900

Indirizzo: via Rusticana A/1

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 051 6861545

E-Mail info: info@magi900.com

Sito ufficiale: http://www.magi900.com


Il progetto di Vincenzo de Simone Le mie ferite vengono da lontano nasce dalla collaborazione dell'artista con Antonio Ascione (epatologo) e Umberto Cillo (chirurgo). Come si evince dal titolo, in questo percorso espressivo il discorso figurativo si identifica con l’atto delle “ferire” ciò che è materiale (corpo) e spirituale (anima), illuminando la forma simbolica dell’evento. Da tempo, infatti, l'artista si occupa del rapporto tra malattia e cura, legando la propria esperienza esistenziale ad una visione più ampia e condivisa della condizione umana. 
L’obiettivo è di mettere in mostra il risultato della cura dell’arte e dell’anima, evidenziando una seconda vita reale che si riflette nel connubio tra arte e medicina, assurgendo ai valori più alti attraverso l'estetica. Arte, quindi, come terapia dello spirito. 
L’evento prevede due installazioni realizzate appositamente per l'ambiente espositivo, una performance dell’artista con Antonio Ascione e Umberto Cillo e Pierfrancesco Rossi, e tre proiezioni video tra le quali le riprese di due performances di Vincenzo de Simone e Antonio Ascione : “Nato” (video di Giovanni Ruggiero) e “ Maschera e sutura” (video di Andrea Sassi), e la documentazione video di un intervento chirurgico di Umberto Cillo. 

Vincenzo de Simone (Roccarainola (Na), 1939), è pittore, sculture e performance artist. Padre della “pittura a-pittura”, epifania di figurazioni sulla tela vergine ottenute senza la presenza di alcun pigmento di colore, l'artista incentra la sua ricerca sul fare arte tramite l’interazione tra luce e materia. Fondatore di “Teatro contadino”, presentato alla Biennale di Venezia nel 1976, l'artista procede per cicli, senza costringersi in scelte immutabili di tecniche e stile. Tutto il suo lavoro, infatti, mira alla promozione di occasioni sempre diverse al fine di illustrare un unico pensiero nella stretta relazione tra arte e vita. 

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