A UN PASSO DA CELESTI

Andrea Celesti, Natività della Vergine, particolare dopo il restauro I Ph. Virginio Gilberti

 

Dal 03 Dicembre 2023 al 25 Febbraio 2024

Verolanuova | Brescia

Luogo: Basilica di San Lorenzo

Indirizzo: Piazza Maurizio Malvestiti

Orari: Sabato 10.30-12.30 (ultimo ingresso) e 14.00 -17.00 (ultimo ingresso) Domenica 14.00 -17.00 (ultimo ingresso)

Costo del biglietto: Euro 5,00 - audioguida compresa. Durata visita: 30 minuti Partenza visite ogni 20 minuti in gruppi di massimo 12 persone Prenotazioni via mail o WhatsApp (338.2668622) solo per gruppi (minimo 8 persone) e per scuole (visite mercoledì 9.00-12.00)

Telefono per informazioni: +39 338.2668622

E-Mail info: info@tiepoloverolanuova.it

Sito ufficiale: http://www.tiepoloverolanuova.it


La Parrocchia di Verolanuova apre e chiude idealmente l’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura con due irripetibili immersioni nella storia dell’arte: dopo l’esperienza di A tu per tu con Tiepolo, nella Basilica di San Lorenzo – strabiliante nella sua ricchezza decorativa e pittorica – dal 3 dicembre 2023 al 25 febbraio 2024 una nuova struttura temporanea consente di scalare fino a 4 metri di altezza i due colossali dipinti di Andrea Celesti (Venezia, 1638-1710), per osservarli da vicino, a conclusione di un impegnativo restauro.  
L’iniziativa A UN PASSO DA CELESTI è occasione unica per scoprire la magia delle ultime tele realizzate dal “più ardito colorista che si sia visto a Venezia”, ma che in Brescia trovò la sua città d’adozione.


Nel 1707, a 69 anni, il pittore Andrea Celesti, veneziano ma ambitissimo in territorio bresciano, consegna alla Basilica di Verolanuova i monumentali dipinti raffiguranti la Natività della Vergine e l’Assunzione (10 x 5,30 metri cadauno). Si tratta dell’epilogo di una parabola artistica lunga e fortunata, ricca di committenze variamente dislocate tra la laguna veneziana e l’entroterra veneto, la pianura bresciana e il lago di Garda. 
Concluso a inizio 2023 il restauro dei due grandi teleri eseguiti negli anni Quaranta del Settecento da Giambattista Tiepolo per la cappella del Santissimo Sacramento, nella basilica verolese ha immediatamente preso il via, nella cappella del Rosario, l’intervento sulle altrettanto colossali tele di Andrea Celesti.
Il lungo intervento conservativo, promosso dalla Parrocchia di Verolanuova grazie al gesto di mecenatismo della Famiglia Nocivelli in memoria di Luigi,  è stato nuovamente affidato, come per i due teleri di Tiepolo, agli studi di restauro Abeni-Guerra di Brescia e Antonio Zaccaria-Restauro Beni Culturali di Bergamo, ed è stato seguito da Laura Sala della Soprintendenza ABAP di Bergamo e Brescia.  Inoltre, è stato affiancato da una campagna di indagini diagnostiche realizzata da Stefano Volpin e Lucia Giorgi, da una nuova lettura storico-artistica e iconografica a cura di Giuseppe Fusari e dalle ricerche archivistiche della storica verolese Laura Sala.
 
“Altre due opere monumentali, risanate da precedenti quanto infelici interventi conservativi e liberate dagli ingombranti ponteggi, ritornano a sorridere e a narrare la loro storia insieme ai personaggi che le popolano.  – commenta il parroco di Verolanuova, don Lucio Sala - Da sempre l’incontro con l’arte è una preziosa occasione di crescita, perché ci esorta a guardare il mondo con altri occhi e ci stimola a vivere un’esperienza spirituale profonda, fatta di ascolto, silenzio e osservazione, che va al di là della dimensione materiale”.

“La basilica di Verolanuova splende come un tesoro onusto di preziosi gioielli, concluso questo intervento di restauro non certo semplice, eseguito come quello sui dipinti di Tiepolo, direttamente in loco senza dover movimentare le opere. – è il commento corale della Soprintendenza ABAP di Bergamo e Brescia - Investire nella conservazione e valorizzazione del patrimonio conservato nelle nostre chiese è una delle forme più alte di mecenatismo e restituisce alle comunità capolavori destinati nei secoli a perpetrare messaggi di bellezza e di fede”.

Il progetto ha offerto l’opportunità di esplorare a tutto campo la pittura di Celesti, strappandola all’ombra lunga del Seicento per riportare inaspettatamente in luce la libertà d’azione di un artista “assai singolare nel modo”, tanto nell’impostare le sue composizioni che nella regia della luce, nella tecnica esecutiva e nella scelta non scontata dei pigmenti. 


Il restauro - condotto in loco grazie al montaggio di una struttura autoportante di sei piani che ha consentito di operare in contemporanea sui due teleri - oltre a doversi confrontare con il lascito dell’intervento degli anni Trenta (condotto al tempo record di meno di due mesi) è stato un attento, costante esercizio critico, sia per impostare l’opportuno approccio metodologico sia per interpretare correttamente aspetti inconsueti della tecnica esecutiva dell’artista: “La sovrapposizione sulla pittura originale delle vecchie vernici ingiallite e delle estese ridipinture realizzate nei precedenti interventi di restauro – spiegano i restauratori Paola Guerra e Antonio Zaccaria - falsava la percezione complessiva delle composizioni, generando un caos visivo che non rendeva giustizia alla pittura di Celesti.  Soltanto la graduale rimozione dei materiali sovrammessi, estranei alla policromia originale, ha disvelato l’estemporaneità di una tecnica pittorica caratterizzata da destrezza compositiva e da una rapida costruzione dei volumi attraverso un variegato utilizzo del pennello e del colore. Nonostante il mutamento subito nei secoli dalla tavolozza utilizzata da Celesti, il progressivo riaffiorare del film pittorico originale nel susseguirsi di selettive puliture ha consentito di codificare la pratica esecutiva e di apprezzare l’abilità di un pittore che, giunto al termine della sua parabola creativa, non mira a definizione e nitidezza ma riempie lo spazio di pennellate vibranti”.


Benché in età avanzata, infatti, nei teleri di Verolanuova Andrea Celesti continua a sperimentare: “Vedere la rapidità di esecuzione, la fantasia nel comporre, la gioia di vivere di certe pennellate sprezzanti: nulla fa pensare a un artista anziano e stanco. Questo restauro rivela la freschezza di questo pittore sulla soglia dei settant’anni, pronto ancora a nuove avventure artistiche. – sottolinea lo storico dell’arte Giuseppe Fusari -  Le due tele appaiono ora nella loro luminosità vaporosa, talvolta abbacinante, grazie alla libertà con la quale l’artista aggrega le figure creando pieni e vuoti che si rispondono tra l’una e l’altra scena fin quasi a sovrapporsi in giochi di luce e di ombra degni di un grande organizzatore di spazi qual è Celesti. Qui l’anziano artista alleggerisce il peso delle figure facendole quasi galleggiare negli ampi sfondi delineati dalla luce, in uno spazio che lievita e si frantuma in colate luminose di colore”.
Accompagnati  A UN PASSO DA CELESTI, dunque, i visitatori potranno cogliere le ragioni del successo di cui godette nel suo tempo un pittore di inaspettata modernità.


Anche la ricerca d’archivio non ha mancato di riservare colpi di scena, nel ricostruire la vicenda apparentemente lineare della committenza a Celesti:  “Le carte dell’archivio parrocchiale hanno lasciato emergere informazioni sui restauri condotti negli anni Trenta del Novecento, – spiega la storica dell’arte di Verolanuova Laura Sala - ma le novità più interessanti e inaspettate sono scaturite dalla consultazione dei registri della confraternita del Rosario, ora di proprietà della Fondazione Gambara Tavelli di Verolanuova. Se, come già noto, fu Giovan Battista Rota, membro del sodalizio e amico di Celesti, a commissionare le tele all’artista veneziano, fu invece la contessa Eleonora Gambara Mocenigo a finanziare, anche se indirettamente, l’impresa decorativa, donando alla confraternita una preziosa collana di ben 148 perle che, venduta, rimarrà comunque un bene di famiglia”.

Le indagini diagnostiche 
condotte sui due dipinti, infine, sono tra le prime a raccogliere dati scientifici sulla tecnica pittorica e i materiali utilizzati dell’artista veneziano, portando in luce informazioni interessanti soprattutto sull’impiego da parte di Celesti di due pigmenti blu di origine naturale: l’antico, prezioso blu oltremare, derivato dalla macinazione del lapislazzuli, ma anche la vivianite, pigmento molto raro ricavato dalla macinazione di un minerale che in Italia è presente solo in giacimenti aretini della Valdarno.
 
Gli esiti del restauro e degli approfondimenti di carattere storico, storico-artistico, iconografico, tecnico e diagnostico saranno raccolti nel volume Andrea Celesti a Verolanuova. Restauro e ricerca per un pittore “assai singolare nel modo”, a cura di Barbara Mazzoleni, in uscita il 18 dicembre 2023 (Silvana Editoriale), pubblicato grazie al contributo di BPER Banca, Gruppo Happy ed Esperia. 

L’audioguida A UN PASSO DA CELESTI, accompagnerà i visitatori anche alla visione dei due teleri di Giambattista Tiepolo(10 x 5,30 metri cadauno) nella cappella del Santissimo Sacramento, raffiguranti La caduta della manna e Il sacrificio di Melchisedec.
 

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