Antonella Rotundo. Poiesi della materia
Dal 05 Giugno 2013 al 16 Luglio 2013
Catanzaro
Luogo: Museo Diocesano
Indirizzo: via dell'Arcivescovado 13
Orari: da martedì a domenica 9.30-12.30/ 17-19.30
Curatori: Andrea Romoli Barberini
Enti promotori:
- MIBAC
- BSAE (Beni Storici Artistici Etnoantropologici)
- Arcidiocesi Catanzaro Squillace (uff. Beni Culturali ed Ecclesiastici)
- Provincia di Catanzaro
- Assessorato alla Cultura del Comune di CZ
- Accademia di Belle Arti di Catanzaro
Telefono per informazioni: +39 0961 721339/ 0961 721333
Sito ufficiale: http://www.diocesiczsq.it/museo.htm
Poiesi della Materia è una proposta espositiva del MUSEO DIOCESANO DI ARTE SACRA DI CATANZARO attraverso l’opera di Antonella Rotundo. La mostra è curata da Andrea Romoli Barberini e presenta, in vista delle tradizionali Festività e celebrazioni di Sant’ Antonio e San Vitaliano, circa 20 opere, sul tema conduttore dell’ Arte attraverso la filosofia della «Cura», mettendo in evidenza un concetto su tutti: l’arte è una possibilità del fare e dell’aver “cura” attraverso un dialogo ed una narrazione paradossale su carta.
Scrive nel suo testo di presentazione Andrea Romoli Barberini: “Materiali, oggetti, forme che sottintendono, in quella che di fatto si presenta sovente col tratto dell’esperienza metalinguistica, un vero e proprio canto di lode al Creatore. Poste in questa prospettiva, anche le diverse fasi di lavorazione della carta perdono il loro connotato di momento a suo modo propedeutico e funzionale all’elaborazione dell’opera e della forma per essere opera e forma esse stesse e consolidare ogni volta, nel legame di una ritualità intima, che si celebra nello studio dell’artista, il proprio legame con l’Assoluto nella rievocazione della Creazione”. Una “cura sociale” attraverso l’arte.
Cogliendo l’invito di Papa Bergoglio "La vocazione del custodire - ha detto Papa Francesco - non riguarda solo noi cristiani: ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. E’ il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel libro della Genesi e come ci ha mostrato San Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo". Averne “Cura”, appunto.
“Antonella Rotundo - scrive ancora Romoli Barberini - vive compiutamente nella fede, nella duplice e nobilissima veste di madre e di artista che l’ha condotta a sperimentazioni di ambito visuale intrise di una spiritualità che si esprime con francescana semplicità, attraverso una severa quanto rigorosa individuazione di materiali, oggetti, forme che rinviano alla perfezione della natura, alla facoltà generativa insita in essa, ma anche e soprattutto all’uomo chiamato in causa nel sofisticato recupero antropologico di utensili di diverse epoche e luoghi sacralizzati nel bianco”.
PATROCINI: MIBAC, BSAE (Beni Storici Artistici Etnoantropologici); Arcidiocesi Catanzaro Squillace (uff. Beni Culturali ed Ecclesiastici); Provincia di Catanzaro; Assessorato alla Cultura del Comune di CZ; Accademia di Belle Arti di Catanzaro.
INTERVERRANNO: Mons. Bertolone Arcivescovo e Mons. Cantisani Arcivescovo Emerito; Don Massimo Cardamone. (Responsabile uff. Beni Culturali); Wanda Ferro (Commissario Straordinario della Provincia di Catanzaro); Sinibaldo Esposito (Assessore alla Cultura del Comune di Catanzaro e Vicesindaco); Anna Russo (Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro); Rocco Guglielmo (Presidente dell’Accademia di Belle Arti Catanzaro); Andrea Romoli Barberini (docente dell’Accademia Belle Arti di Catanzaro e curatore della mostra).
Scrive nel suo testo di presentazione Andrea Romoli Barberini: “Materiali, oggetti, forme che sottintendono, in quella che di fatto si presenta sovente col tratto dell’esperienza metalinguistica, un vero e proprio canto di lode al Creatore. Poste in questa prospettiva, anche le diverse fasi di lavorazione della carta perdono il loro connotato di momento a suo modo propedeutico e funzionale all’elaborazione dell’opera e della forma per essere opera e forma esse stesse e consolidare ogni volta, nel legame di una ritualità intima, che si celebra nello studio dell’artista, il proprio legame con l’Assoluto nella rievocazione della Creazione”. Una “cura sociale” attraverso l’arte.
Cogliendo l’invito di Papa Bergoglio "La vocazione del custodire - ha detto Papa Francesco - non riguarda solo noi cristiani: ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. E’ il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel libro della Genesi e come ci ha mostrato San Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo". Averne “Cura”, appunto.
“Antonella Rotundo - scrive ancora Romoli Barberini - vive compiutamente nella fede, nella duplice e nobilissima veste di madre e di artista che l’ha condotta a sperimentazioni di ambito visuale intrise di una spiritualità che si esprime con francescana semplicità, attraverso una severa quanto rigorosa individuazione di materiali, oggetti, forme che rinviano alla perfezione della natura, alla facoltà generativa insita in essa, ma anche e soprattutto all’uomo chiamato in causa nel sofisticato recupero antropologico di utensili di diverse epoche e luoghi sacralizzati nel bianco”.
PATROCINI: MIBAC, BSAE (Beni Storici Artistici Etnoantropologici); Arcidiocesi Catanzaro Squillace (uff. Beni Culturali ed Ecclesiastici); Provincia di Catanzaro; Assessorato alla Cultura del Comune di CZ; Accademia di Belle Arti di Catanzaro.
INTERVERRANNO: Mons. Bertolone Arcivescovo e Mons. Cantisani Arcivescovo Emerito; Don Massimo Cardamone. (Responsabile uff. Beni Culturali); Wanda Ferro (Commissario Straordinario della Provincia di Catanzaro); Sinibaldo Esposito (Assessore alla Cultura del Comune di Catanzaro e Vicesindaco); Anna Russo (Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro); Rocco Guglielmo (Presidente dell’Accademia di Belle Arti Catanzaro); Andrea Romoli Barberini (docente dell’Accademia Belle Arti di Catanzaro e curatore della mostra).
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