Il Giardino che non c’è di Rä di Martino - Proiezione

Rä di Martino, Il Giardino che non c’è

 

Dal 02 Marzo 2022 al 02 Marzo 2022

Ferrara

Luogo: Cinema Boldini in Sala Estense

Indirizzo: Piazza del Municipio 14

Orari: ore 21

Costo del biglietto: Ingresso gratuito, si consiglia la prenotazione su boxerticket

Sito ufficiale: http://www.meis.museum


A 60 anni dalla pubblicazione dell'indimenticabile romanzo Il giardino dei Finzi-Contini e nella settimana in cui si ricorda la nascita dell'autore Giorgio Bassani, il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah-MEIS presenta la proiezione, gratuita e aperta a tutta la cittadinanza, del documentario Il Giardino che non c'è di Rä di Martino.
 
Il 2 marzo alle 21.00 al Cinema Boldini in Sala Estense la prima ferrarese del film - organizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo che ha sostenuto la produzione del film, in collaborazione con Arci Ferrara APS e Cinema Boldini – verrà introdotta da Noa Karavan, autrice del soggetto, e dal Direttore del MEIS Amedeo Spagnoletto.
 
Il legame del MEIS con Il giardino dei Finzi-Contini ha radici lontane. Nel 2018 l'artista israeliano Dani Karavan (1930-2021) e sua figlia Noa Karavan Cohen, notando come centinaia di turisti in giro per la città cercassero il celeberrimo Giardino dei Finzi-Contini scoprendo con stupore che non esisteva, immaginarono di dare corpo a questa suggestione, realizzando un omonimo progetto composto da un binario, una bicicletta, una scala e un muro di vetro, installati di fronte alle mura di Corso Ercole I d'Este, come nella vivida creazione di Bassani.
 
"Abbiamo scelto di ricordare Giorgio Bassani alla vigilia del suo compleanno – spiega il Direttore del MEIS Amedeo Spagnoletto – portando per la prima volta a Ferrara un documentario ispirato al progetto dell'artista Dani Karavan, scomparso lo scorso anno e a cui il MEIS ha dedicato una grande mostra nel 2018. La serata sarà quindi la naturale prosecuzione di un progetto culturale culminato con questo splendido lavoro. Organizziamo una proiezione gratuita perché vogliamo invitare tutta la cittadinanza a partecipare, vogliamo restituire ancora una volta alla città di Ferrara il mitico giardino dove Micòl e Giorgio giocavano a tennis, si innamoravano e disamoravano prima di essere travolti dall'immane tragedia della Shoah".
 
Prodotto da Alto Piano e Les Films du Poisson in co-produzione con ARTE FRANCE e presentato fuori concorso all'ultima edizione del Torino Film Festival, il documentario si interroga su come un'opera d'arte può condizionare il modo di vedere il mondo, sul suo potere di creare un immaginario collettivo che trascende la realtà. Partendo dal capolavoro di Giorgio Bassani, Il Giardino che non c'è mostra come questo romanzo abbia condizionato il nostro modo di rappresentare una città, un periodo storico drammatico, una famiglia ebraica, un giardino.
 
"Come una lunga e unica sequenza – spiega la regista Rä di Martino – il documentario ci condurrà in un viaggio biografico dentro la vita dello scrittore Giorgio Bassani, il romanzo della sua vita, il periodo storico in cui si svolge e le molteplici relazioni con i numerosi personaggi che si alternano tra passato e presente all'interno della narrazione. Formalmente il documentario è costruito come una lunga passeggiata ininterrotta attraverso quello che sembra essere un unico giardino, ma che in realtà sarà composto da più ambienti naturali".
 
A raccontare l'effetto dirompente del romanzo di Bassani e del film che ne ha tratto Vittorio De Sica, vincendo nel 1972 il Premio Oscar, attori, comparse e intervistati che, nella cornice di giardini ferraresi, laziali e parigini, ripercorrono la fortuna dell'opera e l'immortale storia dei suoi protagonisti, alternandosi a stralci di film storici in continui rimandi temporali. Tra questi, non possono mancare Lino Capolicchio Dominique Sanda, che hanno incarnato il volto di Giorgio e di Micòl Finzi-Contini sul grande schermo. Hanno partecipato, tra gli altri, Paola Bassani, Simonetta Della Seta, Andrea Pesaro, Portia Prebys, Anna Quarzi e Chiara Valerio.
 
Questo appuntamento, in cui Ferrara ha l'opportunità di specchiarsi nella sua immagine, si pone così come la chiusura di un cerchio e porta a compimento un omaggio tanto alla memoria che alla città che continua a custodirla.
 


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