Mario Zanoni. Divin "Bestiario". Figure del fantastico animale e dell'immaginario nella Divina Commedia

Mario Zanoni, Rapaci, terracotta dipinta

 

Dal 14 Gennaio 2017 al 26 Gennaio 2017

Firenze

Luogo: Società delle Belle Arti – Circolo degli Artisti – “Casa di Dante”

Indirizzo: via Santa Margherita 1

Orari: da martedì a domenica 10-12 / 16-19

Enti promotori:

  • Società delle Belle Arti – Circolo degli Artisti – “Casa di Dante” di Firenze
  • Con il patrocinio del Comune di Firenze

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 055 218402

Sito ufficiale: http://www.circoloartisticasadante.com



Non c'è, probabilmente, un luogo più adatto al mondo, se non Firenze e i prestigiosi spazi della Società delle Belle Arti – Circolo degli Artisti – “Casa di Dante” di Firenze, per accogliere e far sentire a casa propria le sculture del ciclo "Divin Bestiario". Figure del fantastico animale e dell'immaginario nella Divina Commedia di Mario Zanoni, che con questi lavori ha iniziato un percorso di “riscrittura” in termini plastici della Dvina Commedia attraverso una libera e personalissima interpretazione delle figure dantesche. Ed è proprio qui, a Firenze, nella città che diede i natali a Dante Alighieri, in quei luoghi dove ha sede il Circolo degli Artisti – “Casa di Dante” che lo videro nascere e crescere e dove le strade risuonano ancora dei suoi passi e nell'aria si sentono aleggiare ancora le sue giovanili speranze e poi le sue delusioni, che Sabato 14 Gennaio 2017 alle 16,30 si inaugura la mostra dei lavori di Mario Zanoni dedicati all'immaginario dantesco. In una tale cornice, carica di storia e di suggestioni del passato che di continuo rimandano all'esistenza e all'arte del grande poeta fiorentino, l'evento espositivo assume una connotazione fortemente simbolica ed emotiva, oltre che artistico-culturale «rendendo possibile la realizzazione di un sogno: portare le mie creazioni nella “casa” del Sommo poeta che, con la sua inarrivabile Opera, me le ha ispirate» commenta lo scultore romagnolo.

L'iniziativa, promossa dalla Società delle Belle Arti – Circolo degli Artisti – “Casa di Dante” di Firenze, realtà culturale dal nome tanto prestigioso quanto la fama di fucina artistico-letteraria che da oltre un secolo l'accompagna, con il patrocinio del Comune di Firenze, si è resa possibile grazie al contributo della ROB CAR affermata azienda di Lugo di Romagna (RA), che, nella figura del suo titolare, Mario Betti, cultore del poema dantesco e appassionato di arti visive, ha sostenuto l'iniziativa artistica dell'amico e concittadino Mario Zanoni nel suo omaggio al Sommo poeta, da sempre figura amatissima a Ravenna e provincia. Alla presentazione della mostra delle opere di Zanoni, che rimarranno in esposizione fino a Giovedì 26 gennaio 2017, interverrà il critico d'arte Alberto Gross. L'evento prevede anche la presentazione di un pregiato libro d'autore con testi poetici della poetessa Francesca Tuscano sull'immaginario dantesco nella Divina Commedia. Il volume, ideato dallo stesso Zanoni e rilegato interamente a mano dalle esperte mani di artigiani fiorentini, è corredato da una serie di lavori grafici sui temi danteschi con interventi pittorici e firma dell'autore. La presentazione del libro sarà accompagnata da una breve pièce poetica di Francesca Tuscano che reciterà dal vivo i suoi versi dedicati ad alcune figure salienti del poema di Dante Alighieri. La manifestazione si concluderà con un omaggio al poeta fiorentino che arriva direttamente da Ravenna: la proiezione di un video d'autore dell'artista ravennate Rosetta Berardi dal titolo CRED’IO CH’EI CREDETTE CH’IO CREDESSE. Nel filmato, grazie a una sapiente regia, i paesaggi delle suggestive pinete di Ravenna, tanto amate da Dante, vanno a combinarsi con alcune Cantiche della Divina Commedia, magistralmente recitate dall'attore romagnolo Aurelio Lavatura, dando vita a effetti di rara suggestione artistica e di profonda intensità poetica.

La mostra "DivinBestiario". Figure del fantastico animale e dell'immaginario nella Divina Commedia di Mario Zanonirappresenta il fulcro intorno al quale ruota un più ampio progetto culturale, ideato e curato dalla giornalista Marilena Spataro in occasione dei 750 anni delle nascita di Dante Alighieri, per valorizzare e diffondere la cultura e i contenuti della Divina Commedia. Tale progetto ha visto la sua prima fase di realizzazione, tra l'altro di grande successo, nel Luglio del 2015, quando, nell'incantevole cornice della Rocca medievale di Bagnara di Romagna, si è svolto un articolato evento dantesco che ha visto al centro la mostra di 26 sculture di Zanoni del "DivinBestiario". Figure del fantastico animale e dell'immaginario nella Divina Commedia. Questa collezione, rappresenta, a oggi, un unicum assoluto nell'ambito della scultura contemporanea, ciò sia per quanto riguarda l'ampiezza della collezione da un punto di vista numerico (attualmente oltre 35 sculture) e sia, soprattutto, per l'interpretazione data alle figure dell'immaginario dantesco dall'artista romagnolo, un immaginario, che, come sottolinea il critico Alberto Gross nel testo che accompagna il catalogo del Divin “Bestiario”, si caratterizza per una visionarietà alquanto originale di stampo gotico medievale: «Se punto di partenza per questo ultimo ciclo di opere - “Il Divin Bestiario” - risulta il mondo della Commedia dantesca e la sua fauna variegata, difforme e deforme, l'artista tende tuttavia a procedere naturalmente per accumulo di suggestioni, stratificazioni e incastri che moltiplicano e riverberano ogni ipotesi di figura. In questo Zanoni può letteralmente definirsi un visionario: l'immagine non viene “veduta” ma “visionata”, tra sensazione e percezione si frappone una virtù oscura che penetra la natura conferendole una brillantezza violenta, uno spirito quasi febbrile, tanto impercettibile e frammentario, quanto mai icastico ed incisivo […] In tale contesto la logica della figurazione, la narrativa dell'immagine cedono il passo ad una più ampia dialettica di carattere non già razionale, quanto intuitivo: Cerbero è sì il cane a tre teste, Caronte è il traghettatore di anime e Medusa ha capelli di aspide e sguardo che pietrifica, ma la loro storia, la loro universale e condivisa mitologia viene trasformata in mitopoiesi, nella ricostruzione e riproposizione di un teatro personalissimo ed individuale. Si tratta di una sorta di soggettivazione dell'oggetto in cui la maschera – pròsopon in greco antico – si riappropria del suo significato archetipico andando a sovrapporsi e a coincidere con la “persona”. Dal punto di vista formale le sculture di Zanoni si producono quasi come delle emersioni dalla tattilità visiva estrema in cui tutto è ascensionale: dalle fiamme che avvolgono Paolo e Francesca alle ali dei grifoni, dalle corna dei fauni ai totem finanche alla rappresentazione stessa della Morte non c'è soluzione di continuità. La materia sembra radunarsi per raggiungere una dimensione superiore, ultraterrena – motivo certamente già presente nel gotico – ma che l'artista stravolge secondo direttive mutevoli, dinamizzando, accelerando un movimento che nella simultaneità sintetica dei punti di vista sia ad un tempo centrifugo e centripeto. L'allusività delle figure integra relazioni complementari cercando sempre l'altro da sé, disponendosi ad accogliere, non ad escludere: è la sperimentazione di una visionarietà incline alla distorsione della natura, alla costruzione di una metaforma che ne supera lo svelamento in una sorta di prometeismo artistico praticato nei termini di una poetica del proliferante. Parafrasando Arthur Danto si tratta di una ipotesi di trasfigurazione delle multiformi potenzialità dell'irreale. Il dettaglio diviene elemento contrastivo assoluto, luogo prediletto di decantazione di accadimenti che si reificano solo se pensati come fantastici, appartenenti ad un altroquando supposto ed ultradimensionato. Mirabile visu, incredibile dictu».

Dal ciclo del Divin “Bestiario” sono nate, in dicembre del 2015, delle sculture piu' piccole, in bronzo dorato e oro - ceramica, modellate in terracotta dallo stesso Zanoni, poi “forgiate”, alcune da artigiani orafi fiorentini, altre, in terracotta ceramizzata con la tecnica del terzo fuoco, dalla prestigiosa bottega Gatti di Faenza, altre ancora in bronzo fuso con l'antico metodo artigiano della cera persa, sono uscite, invece, dalla famosa fonderia Venturi di Bologna. Parte di questa “preziosa” collezione è stata presentata nel mese di luglio del 2016 nei raffinati spazi in stile Liberty del Gran Caffè Giubbe Rosse di Firenze.

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