Roberto Buttazzo. Idèe Fixe

Roberto Buttazzo, R.t. con Casorati, 1995, olio su tela

 

Dal 07 Dicembre 2019 al 12 Gennaio 2020

Lecce

Luogo: Ex Convitto Palmieri – Biblioteca Provinciale “Nicola Bernardini”

Indirizzo: piazzetta Carducci

Orari: dal lunedì al venerdì, ore 8.30-20.00; sabato 8.30-13.00; domenica 8.30-20.00. Chiuso il 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio

Curatori: Carmelo Cipriani

Enti promotori:

  • Polo Biblio-museale di Lecce in collaborazione con Associazione Culturale De la dà mar di Lecce
  • Patrocinio di Regione Puglia - Assessorato all'Industria Turistica e Culturale e Provincia di Lecce

Costo del biglietto: Ingresso gratuito

E-Mail info: associazionedeladamar@gmail.com



Dal 7 dicembre, fino al 12 gennaio 2020, presso gli spazi espositivi della Biblioteca “Nicola Bernardini” di Lecce, nell'ex Convitto Palmieri, prende il via la mostra antologica di Roberto Buttazzo “IDÉE FIXE”. Oltre 70 opere tra dipinti e sculture, in buona parte provenienti da collezioni private, raccontano la cinquantennale carriera dell'artista in un percorso espositivo articolato in undici sezioni ordinate cronologicamente.
Ciascuna sezione è introdotta da un autoritratto dell'artista, in un percorso incentrato sul parallelismo tra arte e vita. Come recita il titolo, l'arte è per Buttazzo idea fissa, inderogabile necessità, ragione prima di vita. Attività condotta sempre guardando alla realtà, con la quale costantemente gareggia mediante una tecnica impeccabile, affinata nei decenni, e dalla quale astrae mettendo in discussione gli stessi meccanismi percettivi mediante originali combinazioni, non di rado surreali ed estranianti, crossando generi e tecniche.
La mostra, patrocinata da Regione Puglia – Assessorato all'Industria Turistica e Culturale e Polo Biblio-museale di Lecce, in collaborazione con l'Associazione Culturale “De la da mar. Centro Studi sulle Arti pugliesi” di Lecce, ed è curata da Carmelo Cipriani.
 
“L’autoritratto – scrive Carmelo Cipriani – è per Buttazzo molto più di un pretesto iconografico, è la maniera di consegnare la sua immagine alla storia ma anche il fil rouge della sua produzione, il banco di prova su cui testare di volta in volta il cambiamento di stile e direzionare la strada appena intrapresa. La pittura di Buttazzo è votata fin dalle prime prove ad una ricerca di perfezione formale. Egli ritrae gli oggetti, corteggiandone la forma e penetrandone il significato, fino a generare immagini incongrue poste a convivere in un mondo forzato ed enigmatico. Proponendo legami estranianti tra oggetti, figure e panneggi, Buttazzo recupera forme e rapporti della pittura rinascimentale, raggiungendo un elevato grado di veridicità […]. La storia di Buttazzo è quella di un eterno rapporto con la pittura, di un andare oltre la visione fino a simulare quei meccanismi percettivi attraverso i quali si prende coscienza e consapevolezza del mondo […]. Alla luce dell’intero percorso dell’artista appare evidente quanto gli autoritratti costituiscono un’efficace e puntuale lente d’ingrandimento attraverso cui osservare per intero la sua ricerca. Quest’ultima ha conosciuto varie fasi, mostrandosi più coerente con se stesso che permeabile ai fermenti artistici dell’epoca. Buttazzo sa bene che l’arte è sempre una probità, una misura della mente prima che della mano. Egli ha scelto fin dal principio il realismo oggettivo, la precisione e la sobrietà, prediligendo un ritorno al naturale, necessario per raccontare e descrivere l’inquietudine del presente. Muovendosi tra scultura e pittura, indaga, senza incertezze, il rapporto tra la pratica artistica e la natura, consapevole che nella prima si attua la sublimazione della seconda. Una pittura che va oltre la mera impressione visiva, oltre la prima esperienza sensoriale. Il suo fervido immaginario fa capolino sia nella gamma di soggetti raffigurati che nella grande libertà con cui padroneggia e sperimenta le tecniche più disparate, dando origine ad una produzione capace di cambiare costantemente senza nulla perdere dei traguardi precedentemente raggiunti”.
 
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Editrice Salentina di Galatina (LE), con i testi di Carmelo Cipriani, Alessandro Errico e Brizia Minerva, contenente le riproduzioni delle opere in mostra, le testimonianze di artisti ed intellettuali e gli apparati bio-bibliografici.
 
All’inaugurazione, oltre all'artista, interverranno l'assessore all’Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia, Loredana Capone, il direttore del Polo Biblio-museale di Lecce, Luigi De Luca,  il curatore della mostra, Carmelo Cipriani
 
Biografia dell’artista: nato a Lequile (Le) nel 1945. Dal 1964 al 1986 alterna l'attività artistica all'insegnamento. Artista tra i più rinomati e attivi in Puglia, ha tenuto la sua prima mostra nel 1972 alla Galleria Sale Blu di Brindisi. Oltre che in Salento, ha esposto a Sanremo, Bologna, Grenoble, Parma, Firenze, Reggio Emilia. Nel corso della sua cinquantennale attività ha allestito numerose personali e partecipato a decine di collettive, in spazi pubblici e privati. Tra le personali si segnalano le due grandi antologiche del 2001 in Palazzo Legari ad Alessano e del 2003 in Palazzo Andrioli a Lequile e le mostre “Acquerelli con acqua di mare” del 2013 nella Galleria Scaramuzza di Lecce e “Nella trappola della pittura” del 2014 nella Fondazione Palmieri di Lecce. Moltissime anche le collettive, tra le quali “Clausure” del 2011 alla Chiesa San Francesco della Scarpa di Lecce, “Lavori in corso. Corpo 1” del 2013 al Museo Storico della Città di Lecce, “Dialoghi di scultura” del 2016 al Frantoio ipogeo di Castrì di Lecce. Negli anni Duemila partecipa alla rassegna “Pro Arte Pro Deo” a Monteroni di Lecce e a tre edizioni della Triennale d’Arte Sacra. Nel 1992 gli viene commissionata una tela di 32 metri quadri, raffigurante il Cenacolo, che lo tiene impegnato per oltre un anno. L’opera collocata nella Chiesa Madre di Tricase, riveste notevole importanza nello scenario dell’arte sacra italiana. Segnalata da esperti del settore, ha suscitato grande interesse, tanto che stampa e televisione hanno diffuso l’avvenimento con grandi servizi. Nel 1995 realizza per il Convento dei Frati Minori a Lequile una grande tela raffigurante Sant’Egidio da Taranto. Nel 1997 l’Università di Lecce si è interessata al suo lavoro inserendo una sua opera nel Museo d’Arte Contemporanea allestito nel Convento degli Olivetani, sede della Facoltà di Beni Culturali. Nel 1999 realizza due grandi tele per la Chiesa di San Giuseppe Patriarca a Copertino. Nel 2005 il Comune di Lequile gli commissiona tre pale d’altare con Storie della vita di San Vito, da allocare nel Presbiterio della Chiesa Madre. Sue opere sono conservate nella Pinacoteca del Convento dei frati Minori di Lecce, alla Fondazione Dullah Khan di Mumbay, nella Collezione d’Arte Contemporanea dell’Università di Lecce, nel Museo d’Arte Sacra di Monteroni di Lecce.
 

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