Stefano Chiassai. Incantamento

Stefano Chiassai, Los Angeles Apocalisse, 7 febbraio 2025, arazzo eseguito a telaio jacquard, c.ca cm. 175x125, inedito
Dal 25 October 2025 al 8 February 2026
Pietrasanta | Lucca
Luogo: Complesso di Sant’Agostino
Indirizzo: Via Sant'Agostino 1
Orari: da martedì a venerdì 16-19, sabato e domenica 10-13 / 16-19
Curatori: Gianluca Ranzi
Costo del biglietto: Ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0584 795500
E-Mail info: istituti.culturali@comune.pietrasanta.lu.it
Lo storico Complesso di Sant’Agostino a Pietrasanta ospita la grande mostra “Stefano Chiassai. Incantamento” a cura di Gianluca Ranzi che, dal 26 ottobre 2025 all’8 febbraio 2026, raccoglie oltre 100 opere, in gran parte inedite, tra cui si ammirano opere su carta, arazzi, oggetti di design e sculture monumentali.
L’esposizione site-specific dialoga con lo spazio richiamando nel pubblico memorie antiche e contemporanee, emozioni individuali e collettive. Il percorso si estende dalla maestosa navata della chiesa al coro, alle sale dei Putti e del Capitolo fino a Piazza del Duomo dove, a fianco della torre campanaria, è ambientata la grande scultura in bronzo RISPETTO.
La rassegna mette in risalto un aspetto fondamentale della ricerca visiva di Stefano Chiassai, l’originalissimo modo con cui intreccia forme, colori, scritte, movimento, passione e meraviglia, fondendo spontaneità e vitalità espressiva, memoria culturale ed energia del gesto e delle cromie in un intenso incontro con l’arte che riesce sia a coinvolgere i sensi che a stimolare il pensiero. La restituzione sotto forma di segno grafico – sia figurativo che a parole – della percezione della storia presente, rielaborata con toni ironici e dal sapore popolare, è diventata per l’artista un esercizio quotidiano che non ammette errori o revisioni.
Tra le forme attraverso cui si esprime l’immaginario di Stefano Chiassai ci sono i caratteristici Sgorbis, vivaci creature di un mondo fantastico che trovano spazio sia nelle opere che nell’allestimento. Queste figure, a metà tra mondo reale e fiabesco – personaggi inventati, animali parlanti, folletti e surreali oggetti fluttuanti –, rappresentano attitudini positive dell’animo umano e incarnano i capisaldi dell’universo artistico di Stefano Chiassai, attento alle problematiche del presente ma sempre orientato verso un futuro migliore.
Gli arazzi, eseguiti a telaio jacquard a partire dai disegni a pennarello, abbracciano tutta la lunghezza dell’evocativa navata in un racconto visionario e dai colori accesi della contemporaneità, rivissuta attraverso il caleidoscopico filtro creativo dell’artista.
Nei disegni Chiassai riflette su grandi e piccoli avvenimenti storici che attraversano la società in costante cambiamento, cogliendo con sensibilità ed empatia traumi collettivi e sentimenti individuali.
L’artista, oltre a raccontare i fatti, reagisce criticamente e offre lo stimolo per ripensare alla realtà sotto altre forme, trasmettendo eventi, visioni, entusiasmi, contraddizioni del vivere quotidiano. L’arte di Stefano Chiassai si fa così portatrice di temi ecologici in Los Angeles Apocalisse (2025), del passare del tempo e delle stagioni espresso in Primavera (2023), degli avvenimenti di cronaca e della loro influenza sui grandi movimenti sociali di oggi in Love…le donne si accarezzano (2024) e in Giulia e tutte le altre (2023). Particolare attenzione è rivolta ai grandi personaggi del presente e alla memoria del passato, come accade in Senza memoria non c’è futuro 2 (2024), e al valore dello sport, sintetizzato nelle opere L’Italia è in Davis (2023) e Superamento dei limiti (2024). Lavori quali Peace-Future-Hope-Dream-Humanity-Equality (2024) veicolano inoltre accorati appelli tra cui quelloper la pace che, all’interno dell’opera di Chiassai, si presenta come un convinto grido di speranza che si contrappone ai drammatici conflitti in atto.
Le suggestioni suscitate dalle opere lungo la navata culminano nel coro, dove sono ambientati gli Alieni, figure antropomorfe alte e magnetiche sospese tra futuro remoto e memoria tribale.
Realizzati in stampa 3D, questi esseri si configurano come una serie di quattro sculture identiche nella struttura, ma diverse nel gesto: un cambiamento nei movimenti delle braccia e delle gambe genera ritmo, velocità, dando luogo a un senso di mutazione ed evoluzione.
In silenzio, questi personaggi - alte due metri e mezzo - invadono lo spazio sacro della chiesa del Sant'Agostino per ricordare di interrogarci sull'essere e non sul sembrare. In proposito Chiassai commenta: “sono ‘alieni’, ma sono profondamente umani, sono scuri, ma colorati di segni e parole. Sono totem futuri ma del nostro tempo, ibridi tra tecnologia e artigianato, tra intelligenza artificiale e arcaico disegno umano; sono archivio e profezia”.
La potente aura di queste entità è rafforzata dalla texture che ricopre l’intera superficie dei loro corpi, costituendo un archivio tridimensionale di Sgorbis Positivity, una delle opere più rappresentative della poetica di Chiassai. Prosegue l’artista: “una pelle aliena tatuata di simboli che, attraverso parole e disegni, ci riporta sulla Terra. Si tratta di una narrazione criptica ma universale, un viaggio tra concetti a me cari come ‘Future’, ‘Peace’, ‘Hope’, ‘Dream’, ‘Humanity’, ‘Equality’, ‘Love’, tracce di un presente sempre più disumanizzato”.
In questo contesto un video offre ai visitatori la possibilità di osservare il processo creativo inerente alla realizzazione delle diverse opere in mostra.
Entrando nella Sala del Capitolo si varca la soglia di un mondo completamente riplasmato dalla volontà ludica e creativa di Stefano Chiassai, che mette in dialogo arazzi con alcuni oggetti quotidiani, quali tappeti, abiti e sedute, creati secondo la sua iconica cifra stilistica.
Nella Sala dei Putti trova posto una selezione della rappresentativa serie di disegni a pennarello iniziata nel 2020 con il “Diario di un Lockdown”. I lavori di piccola dimensione, installati su una pannellatura interamente rivestita da una stoffa caratterizzata dalla presenza degli “Sgorbis” con il loro positivo ed energico messaggio di speranza rivolto al futuro, accolgono la quotidiana rielaborazione con cui l’artista reinterpreta le vicende nazionali e globali (Olimpiadi, bollettini della Protezione Civile, politiche economiche del Parlamento Europeo) per restituirle sotto forma di segni grafici onirici e, al tempo stesso, radicati nella realtà.
All’interno della stessa sala una serie di opere su carta sorprende per la minuziosa attenzione al particolare e lo stratificato messaggio che le sue rappresentazioni, così dense di scritte, figure e pattern cromatici, veicolano.
Le opere di Chiassai illustrano vicende della politica internazionale, l’orrore della guerra, le urgenze ambientali e i fatti di cronaca. Pensieri, frammenti di vita, riflessioni sospese tra il silenzio e l’inquietudine della quotidianità, sono raccolti in un diario tanto personale quanto collettivo.
Collocata nella piazzetta del campanile di Pietrasanta, l’imponente scultura in bronzo Rispetto nasce come un inno universale alla gentilezza e alla convivenza. L’opera, alta tre metri e mezzo, si sviluppa come anima silenziosa della natura: rami intrecciati, fiori, occhi, mani, bocche e simboli formano un totem contemporaneo e floreale che con voce semplice parla di accoglienza, ascolto, diversità, equilibrio.
Sulla sommità è posta, come un’epigrafe, la parola “rispetto”, un mantra che si moltiplica fino alla base, invitando a essere più attenti a ciò che ci circonda, ricordando che il rispetto è un modo di stare al mondo. L’artista commenta: “questa ‘pianta-humanity’, simbolo di un’umanità che affonda le radici nella terra e al tempo stesso germoglia verso il cielo, è un invito a fermarsi”. Le opere di Stefano Chiassai sono appunti visivi che raccontano paura e speranza, frustrazione e reazione, bellezza e contraddizione in un costante equilibrio tra la riflessione sul presente e l’apertura verso il futuro.
Accompagna la mostra un esaustivo volume con testo critico di Gianluca Ranzi pubblicato da Dario Cimorelli Editore.
Artista, fashion designer, art director, autore, Stefano Chiassai si forma all’istituto d’arte di Firenze. Nel 1980 crea il suo marchio “Stefano Chiassai”, nel 1987 la sua idea di moda rappresenta lo stile italiano alla Biennale Giovanile di Barcellona; dal 1988 al 2000 è docente di “Menswear Fashion Design” al Polimoda di Firenze. Nel 1995, insieme alla moglie Alessandra Dall’Anese, fonda la “SCS Studio Chiassai”. Dall’inizio degli anni 2000 disegna diverse linee menswear a livello internazionale, in un dialogo fondato su un’estetica tra tradizione artigianale e nuove tecnologie. Dal 2009, grazie anche al supporto del suo team, diventa il designer della linea di abbigliamento “Fendi Uomo”. Nel tempo, l’artista toscano colleziona 20.000 capi vintage, custoditi oggi presso lo spazio “TheCube Archive”: luogo di incontro tra stilisti, artisti, musicisti, studenti e creativi desiderosi di dialogare.
Fra le più prestigiose e recenti esposizioni in spazi pubblici si ricordano: Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Arezzo, 2022; ADI Museum, Milano, 2023; MAD Murate Art District, Firenze, 2023; Museo del Tessuto, Prato, 2025.
Importanti pubblicazioni accompagnano le innumerevoli attività di Chiassai, tra cui si ricordano i libri di Silvana Editoriale e di Dario Cimorelli Editore.
Inaugurazione sabato 25 ottobre, ore 18
L’esposizione site-specific dialoga con lo spazio richiamando nel pubblico memorie antiche e contemporanee, emozioni individuali e collettive. Il percorso si estende dalla maestosa navata della chiesa al coro, alle sale dei Putti e del Capitolo fino a Piazza del Duomo dove, a fianco della torre campanaria, è ambientata la grande scultura in bronzo RISPETTO.
La rassegna mette in risalto un aspetto fondamentale della ricerca visiva di Stefano Chiassai, l’originalissimo modo con cui intreccia forme, colori, scritte, movimento, passione e meraviglia, fondendo spontaneità e vitalità espressiva, memoria culturale ed energia del gesto e delle cromie in un intenso incontro con l’arte che riesce sia a coinvolgere i sensi che a stimolare il pensiero. La restituzione sotto forma di segno grafico – sia figurativo che a parole – della percezione della storia presente, rielaborata con toni ironici e dal sapore popolare, è diventata per l’artista un esercizio quotidiano che non ammette errori o revisioni.
Tra le forme attraverso cui si esprime l’immaginario di Stefano Chiassai ci sono i caratteristici Sgorbis, vivaci creature di un mondo fantastico che trovano spazio sia nelle opere che nell’allestimento. Queste figure, a metà tra mondo reale e fiabesco – personaggi inventati, animali parlanti, folletti e surreali oggetti fluttuanti –, rappresentano attitudini positive dell’animo umano e incarnano i capisaldi dell’universo artistico di Stefano Chiassai, attento alle problematiche del presente ma sempre orientato verso un futuro migliore.
Gli arazzi, eseguiti a telaio jacquard a partire dai disegni a pennarello, abbracciano tutta la lunghezza dell’evocativa navata in un racconto visionario e dai colori accesi della contemporaneità, rivissuta attraverso il caleidoscopico filtro creativo dell’artista.
Nei disegni Chiassai riflette su grandi e piccoli avvenimenti storici che attraversano la società in costante cambiamento, cogliendo con sensibilità ed empatia traumi collettivi e sentimenti individuali.
L’artista, oltre a raccontare i fatti, reagisce criticamente e offre lo stimolo per ripensare alla realtà sotto altre forme, trasmettendo eventi, visioni, entusiasmi, contraddizioni del vivere quotidiano. L’arte di Stefano Chiassai si fa così portatrice di temi ecologici in Los Angeles Apocalisse (2025), del passare del tempo e delle stagioni espresso in Primavera (2023), degli avvenimenti di cronaca e della loro influenza sui grandi movimenti sociali di oggi in Love…le donne si accarezzano (2024) e in Giulia e tutte le altre (2023). Particolare attenzione è rivolta ai grandi personaggi del presente e alla memoria del passato, come accade in Senza memoria non c’è futuro 2 (2024), e al valore dello sport, sintetizzato nelle opere L’Italia è in Davis (2023) e Superamento dei limiti (2024). Lavori quali Peace-Future-Hope-Dream-Humanity-Equality (2024) veicolano inoltre accorati appelli tra cui quelloper la pace che, all’interno dell’opera di Chiassai, si presenta come un convinto grido di speranza che si contrappone ai drammatici conflitti in atto.
Le suggestioni suscitate dalle opere lungo la navata culminano nel coro, dove sono ambientati gli Alieni, figure antropomorfe alte e magnetiche sospese tra futuro remoto e memoria tribale.
Realizzati in stampa 3D, questi esseri si configurano come una serie di quattro sculture identiche nella struttura, ma diverse nel gesto: un cambiamento nei movimenti delle braccia e delle gambe genera ritmo, velocità, dando luogo a un senso di mutazione ed evoluzione.
In silenzio, questi personaggi - alte due metri e mezzo - invadono lo spazio sacro della chiesa del Sant'Agostino per ricordare di interrogarci sull'essere e non sul sembrare. In proposito Chiassai commenta: “sono ‘alieni’, ma sono profondamente umani, sono scuri, ma colorati di segni e parole. Sono totem futuri ma del nostro tempo, ibridi tra tecnologia e artigianato, tra intelligenza artificiale e arcaico disegno umano; sono archivio e profezia”.
La potente aura di queste entità è rafforzata dalla texture che ricopre l’intera superficie dei loro corpi, costituendo un archivio tridimensionale di Sgorbis Positivity, una delle opere più rappresentative della poetica di Chiassai. Prosegue l’artista: “una pelle aliena tatuata di simboli che, attraverso parole e disegni, ci riporta sulla Terra. Si tratta di una narrazione criptica ma universale, un viaggio tra concetti a me cari come ‘Future’, ‘Peace’, ‘Hope’, ‘Dream’, ‘Humanity’, ‘Equality’, ‘Love’, tracce di un presente sempre più disumanizzato”.
In questo contesto un video offre ai visitatori la possibilità di osservare il processo creativo inerente alla realizzazione delle diverse opere in mostra.
Entrando nella Sala del Capitolo si varca la soglia di un mondo completamente riplasmato dalla volontà ludica e creativa di Stefano Chiassai, che mette in dialogo arazzi con alcuni oggetti quotidiani, quali tappeti, abiti e sedute, creati secondo la sua iconica cifra stilistica.
Nella Sala dei Putti trova posto una selezione della rappresentativa serie di disegni a pennarello iniziata nel 2020 con il “Diario di un Lockdown”. I lavori di piccola dimensione, installati su una pannellatura interamente rivestita da una stoffa caratterizzata dalla presenza degli “Sgorbis” con il loro positivo ed energico messaggio di speranza rivolto al futuro, accolgono la quotidiana rielaborazione con cui l’artista reinterpreta le vicende nazionali e globali (Olimpiadi, bollettini della Protezione Civile, politiche economiche del Parlamento Europeo) per restituirle sotto forma di segni grafici onirici e, al tempo stesso, radicati nella realtà.
All’interno della stessa sala una serie di opere su carta sorprende per la minuziosa attenzione al particolare e lo stratificato messaggio che le sue rappresentazioni, così dense di scritte, figure e pattern cromatici, veicolano.
Le opere di Chiassai illustrano vicende della politica internazionale, l’orrore della guerra, le urgenze ambientali e i fatti di cronaca. Pensieri, frammenti di vita, riflessioni sospese tra il silenzio e l’inquietudine della quotidianità, sono raccolti in un diario tanto personale quanto collettivo.
Collocata nella piazzetta del campanile di Pietrasanta, l’imponente scultura in bronzo Rispetto nasce come un inno universale alla gentilezza e alla convivenza. L’opera, alta tre metri e mezzo, si sviluppa come anima silenziosa della natura: rami intrecciati, fiori, occhi, mani, bocche e simboli formano un totem contemporaneo e floreale che con voce semplice parla di accoglienza, ascolto, diversità, equilibrio.
Sulla sommità è posta, come un’epigrafe, la parola “rispetto”, un mantra che si moltiplica fino alla base, invitando a essere più attenti a ciò che ci circonda, ricordando che il rispetto è un modo di stare al mondo. L’artista commenta: “questa ‘pianta-humanity’, simbolo di un’umanità che affonda le radici nella terra e al tempo stesso germoglia verso il cielo, è un invito a fermarsi”. Le opere di Stefano Chiassai sono appunti visivi che raccontano paura e speranza, frustrazione e reazione, bellezza e contraddizione in un costante equilibrio tra la riflessione sul presente e l’apertura verso il futuro.
Accompagna la mostra un esaustivo volume con testo critico di Gianluca Ranzi pubblicato da Dario Cimorelli Editore.
Artista, fashion designer, art director, autore, Stefano Chiassai si forma all’istituto d’arte di Firenze. Nel 1980 crea il suo marchio “Stefano Chiassai”, nel 1987 la sua idea di moda rappresenta lo stile italiano alla Biennale Giovanile di Barcellona; dal 1988 al 2000 è docente di “Menswear Fashion Design” al Polimoda di Firenze. Nel 1995, insieme alla moglie Alessandra Dall’Anese, fonda la “SCS Studio Chiassai”. Dall’inizio degli anni 2000 disegna diverse linee menswear a livello internazionale, in un dialogo fondato su un’estetica tra tradizione artigianale e nuove tecnologie. Dal 2009, grazie anche al supporto del suo team, diventa il designer della linea di abbigliamento “Fendi Uomo”. Nel tempo, l’artista toscano colleziona 20.000 capi vintage, custoditi oggi presso lo spazio “TheCube Archive”: luogo di incontro tra stilisti, artisti, musicisti, studenti e creativi desiderosi di dialogare.
Fra le più prestigiose e recenti esposizioni in spazi pubblici si ricordano: Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Arezzo, 2022; ADI Museum, Milano, 2023; MAD Murate Art District, Firenze, 2023; Museo del Tessuto, Prato, 2025.
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