Davide Monteleone. The April Theses / In the Russian East - Margot Errante. China Star

© Davide Monteleone | Davide Monteleone, da 'The April Theses'

 

Dal 16 Novembre 2017 al 29 Novembre 2017

Milano

Luogo: Spazio FMF

Indirizzo: via Alberto Mario angolo via Monte Rosa 21



Heillandi Gallery in occasione del PhotoVogue Festival 2017, propone tre mostre distinte, due di Davide Monteleone e una di Margot Errante.
Due autori che attraverso diversi linguaggi hanno raccontato le vicende umane e politiche di Russia e Cina.
 
Dal 16 al 29 novembre, presso lo Spazio FMF a Milano, si terranno le mostre The April Theses e The Russian East di Davide Monteleone, e China Star di Margot Errante – uno scorcio tagliente sulla Russia e la Cina, le persone e il contesto socio-politico di queste grandi nazioni.
 
Orari:
Inaugurazione, giovedì16 novembre ore 18 - 21.30
 
venerdì 17 :                         dalle 14 alle 20.30
sabato 18 e domenica 19 : dalle 11 alle 19.00
dal 20 al 29:                        su appuntamento, chiamando
                                            al +41 91 921 11 00 oppure scrivendo a info@heillandigallery.ch

Davide Monteleone - The April Theses

Nel Marzo del 1917, Vladimir Ilyich Ulyanov (Lenin), leader del partito rivoluzionario Bolscevico lasciò la Svizzera, dove era stato esiliato. Otto mesi dopo assunse la leadership di 160 milioni di persone occupando 1/6 della superficie abitata del globo. Il 9 aprile 1917, con il supporto delle autorità Tedesche, all’epoca in guerra con la Russia, tornò nel paese natio su un treno, attraverso Germania, Svezia e Finlandia fino a raggiungere la Stazione Finlandese di San Pietroburgo il 16 aprile dove, dopo un decennio in esilio, prese in mano le redini della Rivoluzione Russa. Un mese prima, lo Zar Nicola II era stato estromesso dal potere quando le Armate Russe si erano unite alla rivolta dei lavoratori a Pietrogrado, la capitale russa. In un documento a punti, conosciuto come “Le Tesi di Aprile”, Lenin chiede il rovesciamento del governo provvisorio e delinea la strategia che, nei sette mesi successivi, porterà alla Rivoluzione d’ottobre e darà il potere ai Bolscevichi. 100 anni dopo, Davide Monteleone ricrea la cronologia delle due settimane di vita di Lenin prima degli eventi che hanno cambiato per sempre la Russia e il resto del mondo. Alla ricerca del documento originale de “Le Tesi di Aprile”, Monteleone ricostruisce, e a volte ricrea, in un viaggio fisicamente reale, il viaggio epico di Lenin, inspirato dai documenti d’archivio trovati al R.G.A.S.P.I. (Russian State Archive of Soviet Political History) e a libri storici che includono “To Finland Station” di Edmund Wilson e “The Sealed Train” di Michael Pearson. Il risultato finale è una collezione di paesaggi contemporanei, fotografia forense di archivio e auto-ritratti posati che ripercorrono un viaggio nel tempo e nello spazio. La mostra è composta da una selezione di stampe dal libro “The April Theses” (Postcart 2017) presentata sotto forma di installazione.
 
Davide Monteleone - In the Russian East

Ispirato al capolavoro di Richard Avedon “In the American West” (1985) e al continuo fascino della Transiberiana, Monteleone guarda alla Russia per interrogarsi sul futuro del paese. Emulando Avedon nella tecnica e nei contenuti, Monteleone crea un parallelismo geografico e temporale tra Stati Uniti e Russia in un momento storico incerto nelle relazioni tra i due paesi. Come Avedon, si concentra sulle persone semplici, lontane dai centri del potere e, come moderni Oblomov, disinteressati ad esso. I protagonisti dei ritratti (discendenti di cacciatori d’oro e di pellicce, figli di sopravvissuti ai gulag, Ebrei dell’Israele Siberiana e, persino, eredi di imperi millenari come i Buriati o i mongoli di Gengis Khan) diventano icone della Russia contemporanea.
 
The April Theses” e “In the Russian East” sono realizzate in collaborazione con la Galleria del Cembalo di Roma.
 
From The April Theses to The Russian East-giovedì 16 novembre, alle ore 15, Davide Monteleoneterrà una conversazione con Renata Ferri (RCS) presso Base Milano (via Bergognone 34). 

Margot Errante - China Star

L’esposizione raggruppa due mini-serie realizzate dall’artista in diverse fasi della sua vita e in differenti momenti di sviluppo del Paese: The King e In No Where. Il racconto fotografico si chiude con una singola immagine: The Great Leap Forward. La Cina in mostra nelle fotografie di Errante è una Cina enigmatica, di cui l’artista è testimone preziosa, avendo vissuto nelle sue campagne più della metà della sua giovane esistenza. Errante la Cina l’ha annusata, l’ha sentita, l’ha esplorata, andando alla radice dei suoi ideogrammi, immergendosi nelle contraddittorietà di una rivoluzione sociale tanto repentina quanto devastante.
 
L’artista prende le distanze dal fotoreportage e si serve delle sue immagini come di tavolozze per creare rappresentazioni surreali che sfociano nell’allegorico, come è il caso di The Big Leap Forward (Il Grande Balzo in Avanti). Scattata a Pechino nel 2007, nell’imminenza dell’Olimpiade che avrebbe dovuto sancire la definitiva riconsacrazione internazionale del grande stato cinese, l’immagine ritrae un antico mondo rurale oramai lordato, inquinato, polverizzato e teso verso un “nuovo” che verrà costruito in fretta e malamente, su fondamenta inesistenti.
 
La mostra si apre con The King(Il Re), rappresentazione fugace ma densa della donna cinese moderna, una figura dominante e spesso aggressiva, che sa bene quello che vuole. La pelliccia ostenta la sua origine animale, felina, ferina: mostra senza timore le voluttuosità di una consapevolezza fisica ed estetica oramai scevra da castiganti rigidità confuciane. Tuttavia, i tabù riemergono nello sbigottimento dell’ultima immagine, dove riaffiorano le sue contraddizioni, le sue ansie nel doversi districare in un mondo contrassegnato da una materialità totalizzante, di cui essa è vittima e al tempo stesso carnefice.
 
Nella serie In No Where (In nessun luogo), l’oscurità di Errante rimanda alla magia degli antichi paesaggi cinesi dipinti con la china. I piani prospettici si confondono, le nuvole si fondono con gli altri elementi della composizione, donando quel senso di eterno divenire a cui aspiravano i poetici cantori di una “natura naturata”, eternamente divina poiché eternamente cangiante. Si evidenzia cosi l’ambiguità di un’immagine che  confonde le vaporosità fluviali o le brezze marine con la plumbea nuvola tossica, frutto di fetida industrializzazione e controproducente crescita collettiva.
 
Dando seguito alla recente collaborazione stretta con il Fondo Malerba per la Fotografia, Heillandi Gallery selezionerà il progetto di un artista presente nell’Archivio FMF che verrà esposto contemporaneamente alle mostre nella stessa location.
 
 


SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI