Emilio Scanavino. Nascenza

Emilio Scanavino, Trionfo della morte, 1961

 

Dal 10 Aprile 2014 al 08 Giugno 2014

Milano

Luogo: Fondazione Stelline

Indirizzo: corso Magenta 61

Curatori: Elisabetta Longari

Costo del biglietto: intero € 6, ridotto € 4.50, scuole € 2

Telefono per informazioni: +39 339 4445029

E-Mail info: info@archivioscanavino.it

Sito ufficiale: http://www.archivioscanavino.it


L?Archivio Emilio Scanavino presenta, dal 10 aprile all?8 giugno 2014, presso la Fondazione
Stelline, la mostra personale dell?artista Emilio Scanavino, Nascenza, a cura di Elisabetta Longari.
Organizzata dalla Fondazione Stelline, all?interno del progetto Disegnare e scolpire il tempo:
Milano 1950 – 2000
, in collaborazione con l?Archivio dell?artista, la mostra rientra nel palinsesto de
La Primavera di Milano programmazione culturale e artistica promossa dal Comune di Milano ed è
inserita nell?agenda del Fuorisalone 2014, in particolare nel progetto “5 vie art+design”.
L?esposizione vuole offrire una rilettura e un approfondimento dell'opera di Emilio Scanavino,
(Genova, 1922 – Milano, 1986) - artista annoverato tra i protagonisti indiscussi della stagione
informale italiana e unanimemente riconosciuto tra i maggiori rappresentanti dell'avventura segnica
messa a punto durante gli anni Cinquanta - dando rilievo a quegli aspetti innovativi del suo fare
artistico che mostrano un distacco dalle drammatiche urgenze dell'informale e i cui esiti appaiono
spesso di sorprendente attualità.
Il percorso espositivo si sviluppa intorno a un nucleo di disegni inediti, eseguiti tra il 1961 e il
1978, e 17 sculture realizzate dal 1959 al 1969 anch?esse quasi tutte mai esposte, che
instaurano tra loro un fitto sistema di relazioni, fatto di affinità e di sottili ma sostanziali
cambiamenti. Con questa mostra, che riprende nel titolo Nascenza un termine ricorrente di molti
dipinti di Scanavino, si vuole indagare e sottolineare la carica sperimentale del linguaggio
dell'artista svelandone il particolare modo di procedere che, a partire da un nucleo primordiale di
materia, da un embrione d'immagine, sviluppa numerose variazioni in una serie di passaggi e
mutazioni.
Alcune forme archetipiche che tornano con insistenza - l'uovo, il nido, il pane, le mani e i nodi in
continua evoluzione - testimoniano l?essenza del processo creativo di Scanavino, strettamente
connesso al ciclo della natura. La sua attenzione ai margini, ai resti, agli accadimenti quotidiani,
la sua inclinazione verso il lato segreto è l'humus che dà luogo alla genesi delle sue immagini.
Alcune sculture esposte, quali ad esempio Geometria malata (1967), vero e proprio objet trouvé, e
la scultura del 1968 composta da tre uova in terracotta smaltata deposte su un letto irregolare di
sabbia, avanzano proposte di carattere innovativo sul fronte dell'installazione, mentre
sorprendono perché svelano che è soprattutto la fragilità ad attrarre lo sguardo di Scanavino. Uno
sguardo che coglie il mistero, al tempo stesso meraviglioso e terribile, della legge dell'incessante
trasformazione, cui partecipano tanto la natura silente degli oggetti quanto gli esseri animati di cui
l'artista riesce a far percepire la natura organica. La continua messa a morte del reale che è la
vita, frutto di un momentaneo equilibrio tra forze opposte, ben rappresentate dalla presenza di
forme geometriche in relazione con forme organiche, sembra essere il vero soggetto dell'opera di
Scanavino.
La mostra sarà accompagnata da tre video (1961,1974,1980) che documentano l?attività del
Maestro, presentati nella dark room, e da un catalogo in italiano e inglese che raccoglie un ricco
apparato iconografico delle opere in mostra e un testo critico della curatrice Elisabetta Longari.

Emilio Scanavino, (Genova, 1922 – Milano, 1986)
Conseguito il diploma artistico, nel 1942 si iscrive alla Facoltà di Architettura dell?Università di
Milano, ma interrompe gli studi perché chiamato alle armi. Nel 1947 Scanavino si reca per la prima
volta a Parigi dove soggiorna qualche tempo e, accanto ai critici, incontra i poeti e gli artisti,
Edouard Jaguer, Wols, Camille Bryen. L?esperienza parigina si rivelerà fondamentale nel suo
percorso stilistico, in particolare per gli echi del postcubismo che assimila e interpreta in chiave
personale fin dal 1948, quando espone alla Galleria l?Isola di Genova. Nel 1950 alla XXV Biennale
di Venezia
espone Soliloquio musicale e suscita l?attenzione della critica. Sarà invitato alla
Biennale di Venezia anche nel 1954, nel 1958 e nel 1960 con una sala personale. Nel 1951, in
occasione di una mostra personale alla londinese Galérie Apollinaire, trascorre un periodo a
Londra, dove viene profondamente colpito dall?opera di Bacon, di Sutherland e di Matta.
Dal 1968 lavora sempre di più a Calice Ligure, avendovi stabilito una comunità artistica,
specialmente dedita alle attività artigianali (ceramica). Alla sua opera sono state dedicate mostre
personali presso la Kunsthalle di Darmstadt, 1973; a Palazzo Grassi di Venezia, 1973; e al
Palazzo Reale di Milano, 1974. Muore a Milano il 28 novembre del 1986.

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