Il Codice Trivulziano di Leonardo

Il Codice Trivulziano di Leonardo, Castello Sforzesco, Milano

 

Dal 22 Novembre 2013 al 02 Febbraio 2014

Milano

Luogo: Castello Sforzesco

Indirizzo: piazza Castello 1

Orari: da martedì a domenica 9-17.30

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 02 20421469/ 02 88463700

Sito ufficiale: http://www.bookcitymilano.it/


Un altro appuntamento importante di questa edizione di BookCity sarà al Castello Sforzesco, dove presenteremo il progetto di digitalizzazione del Codice Trivulziano di Leonardo da Vinci che per l’occasione di Bookcity verrà straordinariamente esposto al pubblico. Purtroppo infatti, per ragioni conservative, il Codice non può essere esposto se non per brevissimi periodi, ma questo incontro sarà anche l’occasione per inaugurare le tre postazioni informatiche che consentiranno di sfogliare virtualmente il Codice e che resteranno anche in seguito nelle sale museali del Castello, a disposizione di tutti i visitatori”. 
Si svolgerà infatti venerdì 22 alle ore 17 nella Sala Viscontea del Castello Sforzesco (200 posti, ingresso libero fino a esaurimento posti) la conferenza di presentazione del progetto di valorizzazione del Codice Trivulziano , consultabile virtualmente - fino al 2 febbraio nella Sala del Tesoro, successivamente nel percorso museale del Castello Sforzesco - grazie alla riproduzione in alta definizione dell’originale, reso ora accessibile attraverso modalità di ‘sfogliamento’ virtuale delle pagine, ingrandibili oltre 20 volte rispetto alle dimensioni originarie. Un progetto che il Comune di Milano ha realizzato in Biblioteca Trivulziana con il sostegno di Bank of America Merrill Lynch. 
Il Codice autografo, conservato oggi presso la Biblioteca Trivulziana al Castello, racconta attraverso immagini e parole l’esperienza umana e intellettuale dell’artista durante gli anni del primo soggiorno milanese, dal 1487 al 1493 circa. Nel manoscritto trovano infatti posto disegni raffiguranti studi di fisiognomica, bozzetti architettonici per il Duomo e altri edifici della città, schemi di strumenti meccanici e macchine belliche, oltre a lunghe liste di vocaboli che documentano il tentativo dell’artista di arricchire il suo patrimonio lessicale impadronendosi di vocaboli derivati dal latino, per rivendicare la dignità scientifica del suo lavoro e accedere in modo più completo a scritti di umanisti e uomini di scienza.

SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI