Il volto e la maschera. Sculture e dipinti del '900 italiano: una indagine psicoanalitica delle opere d'arte
Dal 11 Giugno 2014 al 30 Giugno 2014
Milano
Luogo: Galleria Baroni
Indirizzo: via Madonnina 17
Orari: da martedì a sabato 15-19.30
Telefono per informazioni: +39 02 804504 / 392 2793815
E-Mail info: antichitabaroni@gmail.com
Sito ufficiale: http://antichitabaroni.wordpress.com/
Una panoramica di sculture e dipinti che indagano “Il volto e la maschera” nell’Italia del ‘900. E’ il titolo della mostra che sarà inaugurata alla Galleria Baroni di Milano mercoledì11 giugno e che rimarrà aperta fino alla fine di settembre.
Agli inizi del ‘900, in seguito agli studi sulla psiche e alla nascita della psicoanalisi, molti artisti si interessano alla personalità umana nel rapporto tra la persona, con tutto il suo bagaglio inconscio, e il personaggio, quello manifesto e conforme ai dettami sociali. Tante possibili identità e interpretazioni che la mostra esplora attraverso una carrellata di busti e di volti di diversi autori novecenteschi, da Francesco Wildt (1896-1931) ad Arrigo Minerbi (1881- 1960), da Pietro Melandri (1885-1976) ad Angelo Biancini (1911-1988), da Libero Andreotti (1875-1933) a Enrico Mazzolani (1876-1968) e molti altri, fino ai contemporanei Bertozzi e Casoni, con i due mascheroni realizzati per l’esposizione “Abitare il tempo” di Verona nel 1998. Una quarantina le opere esposte, in materiali vari - terracotta, bronzo, ceramica, gesso, marmo - fra volti reali, storici o di fantasia, volti-maschere, caricature, mascheroni teatrali.
Accanto alle sculture, sono stati selezionati singolari dipinti e disegni, come le Maschere di Augusto Magli (1890-1962) o le ambigue donne-maschere di Giulio Ruffini (1921-2011); mentre come una boiserie, fa da sfondo alla sala principale la grande pittura “Baccanale”, lunga 7 metri e alta 1,72, realizzata da Charlotte H. Monginot (1872-?) nel 1924. Benché opera straniera, è italiana di adozione, perché appartenuta a Gianni Versace, che l’aveva acquistata per Villa Fontanelle di Moltrasio (Co).
Due le opere inedite presenti in mostra: la prima è La Malinconia, volto in ceramica smaltata del 1932 realizzata dal faentino Pietro Melandri, che dopo essere stata pubblicata sulla rivista “Domus” del maggio 1933 scomparve fino a pochi anni fa, quando fu ritrovata quasi per caso. Così la descrive il critico Emanuele Gaudenzi: “Possiamo annoverare l'opera fra le creazioni originali di Melandri, al pari della Maschera del Vento, della Testa di Medusa e di altre opere riferibili allo stesso periodo.” L’altro inedito è il giocoso autoritratto di Bruno Munari, Maschera a forma di farfalla, che l’artista donò al professor Sergio Baroni nel 1983 in segno di amicizia.
Fra le opere esposte, assieme alle opere del Professor Sergio Baroni vi sono esemplari provenienti dalle gallerie milanesi Diego Gomiero e Daniela Balzaretti.
Agli inizi del ‘900, in seguito agli studi sulla psiche e alla nascita della psicoanalisi, molti artisti si interessano alla personalità umana nel rapporto tra la persona, con tutto il suo bagaglio inconscio, e il personaggio, quello manifesto e conforme ai dettami sociali. Tante possibili identità e interpretazioni che la mostra esplora attraverso una carrellata di busti e di volti di diversi autori novecenteschi, da Francesco Wildt (1896-1931) ad Arrigo Minerbi (1881- 1960), da Pietro Melandri (1885-1976) ad Angelo Biancini (1911-1988), da Libero Andreotti (1875-1933) a Enrico Mazzolani (1876-1968) e molti altri, fino ai contemporanei Bertozzi e Casoni, con i due mascheroni realizzati per l’esposizione “Abitare il tempo” di Verona nel 1998. Una quarantina le opere esposte, in materiali vari - terracotta, bronzo, ceramica, gesso, marmo - fra volti reali, storici o di fantasia, volti-maschere, caricature, mascheroni teatrali.
Accanto alle sculture, sono stati selezionati singolari dipinti e disegni, come le Maschere di Augusto Magli (1890-1962) o le ambigue donne-maschere di Giulio Ruffini (1921-2011); mentre come una boiserie, fa da sfondo alla sala principale la grande pittura “Baccanale”, lunga 7 metri e alta 1,72, realizzata da Charlotte H. Monginot (1872-?) nel 1924. Benché opera straniera, è italiana di adozione, perché appartenuta a Gianni Versace, che l’aveva acquistata per Villa Fontanelle di Moltrasio (Co).
Due le opere inedite presenti in mostra: la prima è La Malinconia, volto in ceramica smaltata del 1932 realizzata dal faentino Pietro Melandri, che dopo essere stata pubblicata sulla rivista “Domus” del maggio 1933 scomparve fino a pochi anni fa, quando fu ritrovata quasi per caso. Così la descrive il critico Emanuele Gaudenzi: “Possiamo annoverare l'opera fra le creazioni originali di Melandri, al pari della Maschera del Vento, della Testa di Medusa e di altre opere riferibili allo stesso periodo.” L’altro inedito è il giocoso autoritratto di Bruno Munari, Maschera a forma di farfalla, che l’artista donò al professor Sergio Baroni nel 1983 in segno di amicizia.
Fra le opere esposte, assieme alle opere del Professor Sergio Baroni vi sono esemplari provenienti dalle gallerie milanesi Diego Gomiero e Daniela Balzaretti.
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