Izis. Il Poeta della Fotografia

Izis. Il Poeta della Fotografia, Spazio Oberdan, Milano

 

Dal 12 Febbraio 2014 al 06 Aprile 2014

Milano

Luogo: Spazio Oberdan

Indirizzo: viale Vittorio Veneto 2

Orari: martedì e giovedì h 10 – 22; mercoledì, venerdì, sabato, domenica h 10 – 19.30

Enti promotori:

  • Provincia di Milano
  • Fondazione Alinari
  • Institut Français Milano

Costo del biglietto: intero € 8, ridotto € 6.50, scuole € 3.50, gratuito minori di 6 anni

Telefono per informazioni: +39 02 77406302/ 6381

E-Mail info: p.merisio@provincia.milano.it

Sito ufficiale: http://www.provincia.milano.it/cultura


La Provincia di Milano e la Fondazione Alinari, in collaborazione con la Ville de Paris, presentano allo Spazio Oberdan l’opera di Izis Bidermanas (1911-1980), uno dei grandi fotografi umanisti del secolo scorso, poeta dell’immagine, ritrattista e reporter.
La mostra “IZIS. Il Poeta della Fotografia” (dal 12 febbraio al 6 aprile 2014, con inaugurazione l’11 febbraio alle 18) propone una selezione di oltre 140 fotografie curata dal figlio Manuel Bidermanas con Armelle Canitrot e la proiezione a ciclo continuo all’interno dello spazio espositivo del film “Aperçus d’une vie (Scorci di vita)”. E’ l’occasione di una vera e propria scoperta, l’opportunità di conoscere l’intensa attività di questo autore che, esiliato da giovane, ha cercato di trovare riposo nel sogno. A distanza di tempo le sue fotografie, con il loro taglio affilato della luce e la loro particolare sensibilità all’atmosfera, sono sempre testimonianze di una grande poesia.
La mostra arriva a Milano, arricchita di 25 nuove fotografie, dopo il successo di Firenze, dove è stata ospitata lo scorso autunno al Museo Alinari.
"Anche quest'anno l'offerta culturale della Provincia di Milano si contraddistingue per la grande qualità dei contenuti. - dichiara il Presidente della Provincia di Milano Guido Podestà. - Con la mostra dedicata a Izis, Spazio Oberdan inaugura la sua stagione espositiva e conferma la sua vocazione di luogo dove poter apprezzare l'arte fotografica nella sua massima espressione, come avvenuto di recente con Robert Doisneau."
"La fotografia riesce a cogliere l'eternità, spesso l'assoluto, in un attimo e in uno scatto. Ancora di più se, come nel caso di Izis, si abbina la professione di fotografo a quella di reporter - aggiunge il Vicepresidente e Assessore alla Cultura della Provincia di Milano, Novo Umberto Maerna - La natura puramente poetica e intuitiva della fotografia di Izis, apre le porte della realtà per avvicinarsi al sogno, grazie all'uso sapiente della luce e alla particolarità delle atmosfere. In ultima analisi, la mostra di Izis - conclude Maerna - è capace soprattutto di evocazione e suggestione."
Mi rallegro della collaborazione tra la nostra Fondazione - prosegue il Presidente della Fondazione Fratelli Alinari,Claudio de Polo - la Provincia di Milano e la Ville de Paris che, a distanza di un anno, dopo il grande successo di pubblico della mostra dedicata a Robert Doisneau, continua portando in Italia un altro grande nome della fotografia francese del XX secolo. L’auspicio è che questa collaborazione possa proseguire e arricchirsi nel prossimo futuro”.
Citato in tutte le storie della fotografia, selezionato nel 1951 per la mostra al MoMaFive French Photographers” con Brassai, Cartier-Bresson, Doisneau e Ronis, autore di molti libri considerati modelli intramontabili di riferimento, Izis resta ancora oggi un artista poco conosciuto al grande pubblico. Presente nelle maggiori collezioni pubbliche e private internazionali, ha saputo conciliare la professione di reporter con una ricerca personale, riflettere sul dialogo tra l’immagine e la parola e ricercare la coerenza tra soggetto, emozione e forma. Nei dieci libri attraverso i quali ha orchestrato il suo lavoro, si disegna in filigrana il ritratto di un artista affascinante, segnato dalla difficoltà dell’esilio e dalla guerra. Di natura puramente poetica, la sua fotografia è intuitiva e, tra i fotografi umanisti, è colui che più si è allontanato dalla realtà per entrare nel sogno.

Nato a Marijampole in Lituania, nella Russia zarista, il 17 gennaio 1911, negli Anni Trenta, Izis a diciannove anni scappa dalla miseria della sua terra per raggiungere la ‘Parigi dei sogni’, capitale dei pittori e degli Impressionisti. Da qui, durante la guerra, è costretto a rifugiarsi con la famiglia nella regione del Limousin. Dopo la liberazione di Limoges, nel ‘44 si arruola nelle Forze Francesi dell’Interno (FFI) e, affascinato dai giovani della Resistenza, realizza dei ritratti straordinari.
Finita la guerra, Izis ritorna a Parigi dove prosegue la sua attività di ritrattista, fotografando artisti, poeti, scrittori e pittori che animano la vita culturale della città. Nel 1953 pubblica il libro “Paradiso terrestre”, realizzato con Colette, in cui i suoi scatti traducono in immagini le parole della scrittrice, la quale descrive i luoghi che amava frequentare prima di essere immobilizzata dalla malattia, come i Désert de Retz o il giardino zoologico di Clères.
Dal 1949 inizia a lavorare per Paris Match, collaborando fin dal primo numero come specialista del ritratto, e rimane nella rivista per vent’anni, rivelandosi un reporter atipico dell’anti-avvenimento che fotografa i soggetti più improbabili. A quel periodo risalgono le sue fotografie di Marc Chagall al lavoro, rare testimonianze della sua preziosa capacità di riuscire a cogliere l’animo e l’ispirazione che muovono gli artisti durante la creazione. Nel 1969 dedica un’intera opera, “Le Monde de Chagall”, all’amico pittore.
E’ soprattutto, però, il ‘sogno’ di Parigi che Izis non smette di cercare nelle sue fotografie, tra i quartieri popolari, le rive della Senna e le fiere. Nelle tre opere “Paris des revês” (1950), “Grand Bal du printemps” (1951) e “Paris des poètes” (1977) delinea l’immagine di una città eterna e astorica.
Nel 1952 pubblica “Charmes de Londres”, frutto della sua fuga in Inghilterra con Jacques Prévert e l’anno successivo “The Queen’s People”, sull’incoronazione della Regina Elisabetta II. Nel 1955 realizza “Israël” e dieci anni più tardi “Le Cirque d’Izis”, la migliore opera della sua ricca bibliografia, che rivela la sua passione per il mondo circense.




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