Laura Canali. La natura non è un soffio

Laura Canali, La Zattera, 2015. Perspex specchiato tagliato al laser e incollato su una base di legno di varia origine, mobili antichi, pezzi di tavole da lavoro, alcuni trovati al mare, tenuti insieme da lastre di acciaio.

 

Dal 01 Ottobre 2015 al 04 Ottobre 2015

Milano

Luogo: Rotonda della Besana

Indirizzo: via Enrico Besana 12

Orari: dalle ore 9 alle ore 20

Curatori: Laura Canali

Enti promotori:

  • Limes
  • Edison4Expo

Sito ufficiale: http://www.limesonline.com/mostra-a-milano-la-natura-non-e-un-soffio/86630


Il mondo sta cambiando vorticosamente sotto i nostri occhi. Fra le tante dinamiche che muovono il mutamento una vale più delle altre: il cambiamento del clima che contribuisce allo spostamento delle popolazioni verso luoghi più vivibili del pianeta.

Limes dedica a questo tema una mostra cartografica, realizzata in collaborazione con Edision4Expo, che si terrà a Milano, presso la Rotonda della Besana, dal 1 al 4 ottobre 2015.

Curatrice dell’esposizione e autrice delle opere è Laura Canali, cartografa di Limes e artista, che unisce la sua passione per la pittura e la scultura a un impegno costante volto a sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori politici sulla fragilità dell’equilibrio su cui si regge lo sviluppo occidentale.

La mostra raccoglie una serie di carte a colori stampate su carta fotografica in formato 150×100, tutte concepite e disegnate da Laura Canali, dove gli elementi scientifici prendono forme artistiche ed evocative, per rendere visibili, marcandole sul territorio, le derive ambientali in corso.
Ogni mappa è collegata alle altre e la loro sequenza rileva gli effetti geopolitici, economici e di sicurezza che germinano nelle regioni più esposte al cambio del clima e di qui si diffondono fino alle terre dove abitiamo noi. In particolare, le migrazioni sospinte dall’inabitabilità di territori, che sfociano in Europa, come pure le instabilità politiche, che generano conflitti dentro e fra i deboli o inesistenti Stati della regione mentre allargano gli spazi gestiti da trafficanti e terroristi.

L’allarme lanciato dalle carte trova una forte eco emozionale in due opere d’arte di Laura Canali che l’artista ha voluto esporre insieme alle mappe per creare un ulteriore coinvolgimento del pubblico.

La mostra infatti si apre con “La Zattera”, un’opera in legno e perspex specchiato africocentrica, in cui tutti i continenti ruotano intorno al continente africano, svelando un mondo concentrato sullo sviluppo tecnologico noncurante della fragilità dell’equilibrio sui cui penetrano le sue radici naturali. “Spostare la prospettiva della nostra posizione sul pianeta aiuta a capire meglio il punto di vista di altre popolazioni. L’alterazione delle proporzioni prospettiche è al servizio della visione artistica di questo mondo che rischia la deriva”, dice Laura Canali.

L’attenzione all’Africa e alle sue dinamiche ambientali è ancora più evidente nella carta dedicata alla città di Lagos, realizzata appositamente per la mostra con l’aiuto di Vittoria Stefanini, Architetto dell’Università Roma Tre.

Il focus sulle migrazioni è invece oggetto della seconda opera d’arte esposta, “Il Mediterraneo è Pietra” una tela di lino cm 150×100 
dipinta in acrilico e cucita in alcuni punti con filo di ferro e cotone. Ispirata dal volume di Limes: Chi ha paura del Califfo (3/2015), traduce la percezione dell’artista di un mare che ormai non è più liquido, ma diventato più simile ad una catena montuosa dove i sentieri da solcare sono l’unica strada “dura e impervia” per raggiungere il solo sogno possibile, la sopravvivenza.

Riprendendo le parole dell’artista, “l’uomo fa parte dell’ambiente, è parte della natura, tendiamo a trattare la natura come se fosse un altro elemento separato, invece è un tutt’uno con noi. Nel mondo, chi si può occupare dell’ambiente è quella parte della popolazione che non deve combattere guerre o che non deve lottare per sopravvivere come invece molti africani. I problemi contingenti travolgono i problemi a lungo termine come quello ambientale ma se viene trascurato, il pianeta si muterà in una zattera alla deriva e allora non conterà più nulla che il mondo costruito sopra sia super avanzato e super tecnologico perché tutto franerà. Aiutando i paesi arretrati esportando tecnologia potrebbe salvaguardare e migliorare molte terre oggi deupaperate. Mi ritrovo nella definizione di Cesare Pavese, cui mi sono ispirata per il titolo della mostra: La natura non è un soffio, un sogno, un enigma destinato a dileguare – è una cosa grave e sostanziosa”.

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