Outer Space
Dal 27 Marzo 2017 al 15 Aprile 2017
Milano
Luogo: FuturDome
Indirizzo: via Giovanni Paisiello 6
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 19
Curatori: Ginevra Bria
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 392.7900203
E-Mail info: info@futurdome.com
Sito ufficiale: http://www.futurdome.com/
Outer Space, una mostra dedicata ai project space italiani, allestita negli spazi di FuturDome, un progetto di housing museale dedicato all’arte contemporanea. Outer Space a cura di Ginevra Bria, con la direzione artistica di Atto Belloli Ardessi, presenta un percorso curatoriale attraverso progetti inediti, come occasione di incontro con il pubblico e nuove forme di collezionismo. I project space invitati aderiscono a diversi modelli esistenti di spazio indipendente e sono: Almanac (Torino), Current(Milano), Gelateria Sogni di Ghiaccio (Bologna), Le Dictateur (già interno a FuturDome), Site Specific (Scicli), T-space (Milano), Tile Project Space (Milano), Mega (Milano), Treti Galaxie (Torino) e Ultrastudio (Pescara). Nelle metrature di FuturDome, gli spazi indipendenti, decontestualizzati rispetto alle sedi che li fondano e li connotano, esprimono la forza e la solidità delle loro incursioni nel futuro dell’arte, mostrandosi non solo come realtà temporanee in grado di crescere e operare, ma anche come istituzioni professionalizzate in grado di definire la prossima generazione di artisti. Outer Space riunisce un numero ristretto di artist run space a curators-run space chiamati a relazionarsi gli uni con gli altri, per la prima volta convocati, inclusi nello stesso luogo. Affidando un’unità abitativa a ogni spazio indipendente, si intende ritrarre la costellazione di una comunità organica, attraverso la vicinanza reciproca, i differenti contesti di riferimento, i punti in comune e quelli di distinzione, nonché l’avventura di uno spazio condiviso. Fondamenti attraverso i quali formulare una mostra che indaga, attraverso progetti inediti, allegoricamente ed esteticamente, la materia dell’oltrespazio, dell’Outer Space. Un piano possibile costituito dalla pratica e dal pensiero secondo diversi spessori del vuoto. Una dimensione che restituisce uno spettro ad ampio raggio sulla produzione e le singole ricerche che compongono una galassia vitale, ancora poco conosciuta, interna al sistema dell'arte italiano. Per l'occasione Site Specific presenta Il giorno dell'ira, un progetto inedito nato dalla collaborazione con RAVE East Village Artist Residency, la Project Room aA29 e Safarà editore. Attraverso la ricerca e le opere di Jo-Anne McArthur, Sasha Vinci e Maria Grazia Galesi si articola un percorso che indaga il margine tra ciò che può essere tollerato e l’atto o la circostanza a cui è indispensabile reagire. La mostra si sofferma come una lente d’ingrandimento su cosa sia ‘naturale’ oggi, e cosa invece sia frutto di una lenta ‘naturalizzazione’, rendendoci complici e vittime della banalità del male, ponendo infine l’accento sul momento che intercorre tra la presa di coscienza e l’azione. Se nelle parole di Antonio Gramsci l’indifferenza era il peso morto della storia, una simile definizione oggi, quando evidenze scientifiche sentenziano la mano dell’uomo nei radicali mutamenti della terra, può assumere un peso persino maggiore. Alimentare l’indifferenza nel proprio tempo significa continuare a scivolare verso uno stato di accettazione passiva del dominio, delegando il destino personale e quello dei più deboli alla volontà altrui. La nostra coscienza si fa termometro e motore per ritrovare il coraggio di accettare nuove idee, ma anche per spingersi verso inediti mutamenti, fluendo rinnovati con l’esistenza. Essere in grado di saltare rapidamente da un livello di coscienza ad un altro significa avviare un processo di metamorfosi sociale, per svegliarci da questo stadio di intorpidimento psicologico-culturale e intellettuale. Ma al contempo essere capaci di rimuovere i freni inibitori vuol dire dissentire, opporsi, ribellarsi, protestare e agire. Sollevarsi verso un giorno nuovo. Il giorno dell’ira. Le opere di Vinci/Galesi rivelano un passaggio performativo profondo, nel quale i due artisti divengono parte di uno scenario del tutto naturale e completamente artificiale allo stesso tempo. Il processo di mimesi prende vita in una sorta di laboratorio asettico dove migliaia di stelle di Natale compongono il paesaggio di un rosso scarlatto saturo e indecifrabile. Piante, fiori e foglie vanno a costituire la pelle dei due artisti, protagonisti e cavie insieme alle piante di questo esperimento. Tra umano e vegetale si perdono i confini, così come divengono labili i limiti dello spazio, privato della terra (cosa c’è sotto? a chi guarda non è dato sapere). Le immagini in una certa misura sembrano alludere alla posizione dell’uomo nel suo tempo e nel suo spazio. La nuova era, l’Antropocene, è iniziata. Sempre più consapevoli di cosa comporti il peso dell’elemento umano nei procedimenti naturali, climatici, ambientali, ora l’urgenza è capire come rapportarsi alle istanze necessariamente da affrontare. In relazione con le opere fotografiche, gli artisti Vinci/Galesi, "coloreranno" gli spazi della residenza A0.2 di FuturDome, con un'installazione time-specific realizzata con gerbere e crisantemi. Un'opera effimera che racconta attraverso la delicata natura del fiore, la fragilità del mondo contemporaneo. I disegni di Sasha Vinci sono realizzati con pigmenti naturali preparati dall’artista, che dedica estrema cura non soltanto al momento pittorico, ma anche a ciò che lo precede. I protagonisti qui sono animali umani e non umani, forse privati di una gerarchia, dove la pelle di entrambi si fa simbolo di quesito aperto. I disegni ripercorrono immagini che fanno parte della memoria collettiva ed al contempo di una rielaborazione personale mediante il vissuto dell’artista. Un maiale sospeso e capovolto galleggia nell’aria sopra la folla urlante. Una farfalla multicolore si posa lieve su di un Pasolini pensoso, intento nel suo ruolo di regista. I colori liquefatti sui volti ridenti di un gruppo di bambini, in una Aleppo precedente la guerra, tradiscono i fatti che verranno. Strettamente connessa ai disegni, Sasha Vinci presenta l’opera sonora Veleno, una canzone cantautorale inedita, con musiche composte ed arrangiate in collaborazione con Vincent Migliorisi. Le strofe attraversano un viaggio iniziatico che trova corrispondenze in vicende e terre vicine e lontane, in fatti reali e percorsi interiori. Il ritornello, dai toni cromatici più luminosi, immagina prospettive diverse, dove la retorica del dominio viene necessariamente a decadere. La domanda su cosa sia lecito o meno accettare si fa concreta innanzi all’altro assoluto: l’animale, o meglio: gli animali. Con la loro presenza, un proprio corpo ed un proprio sguardo, gli animali non umani nella pluralità di identità si fanno concreti, vivi, intrappolati nelle maglie di un sistema troppo umano. Negli scatti della fotoreporter americana Jo-Anne McArthur della serie Open Rescues attivisti di diverse nazioni nottetempo sottraggono e salvano animali destinati all’industria della carne, del latte, delle uova. In molti paesi la ‘liberazione animale’ da un punto di vista legislativo viene equiparata al terrorismo internazionale, benché al contrario tra i suoi principi vi sia proprio quello di non causare dolore ad alcun vivente, umano o animale che sia. E questi attivisti attraversano il gesto in modo assoluto, come affermazione politica di un pensiero rivoluzionario: il salvataggio, nell’abbraccio e nella condivisione del momento, avviene a volto scoperto. Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano. Bertrand Russell Inaugurazione: lunedì 27 marzo 2017 ore 18-22
Curatorial Tour Venerdì 31 marzo ore 17.30 Sabato 1 aprile ore 17.30 Domenica 2 aprile ore 15.30 Sabato 8 aprile ore 17.30 Per prenotazioni: ginevra.bria@isisuf.org FUTURDOME. UN PROGETTO DI HOUSING MUSEALE DEDICATO ALL’ARTE CONTEMPORANEA Il processo di restauro di via Paisiello 6, non prevede solo un progetto di riqualificazione di un edificio storico. Ma rappresenta anche la trasformazione di un palazzo in un condominio aperto, vòlto all’avanguardia architettonica ed estetica. L’edificio sta per rivelarsi un immobile dalle molteplici chiavi di lettura: dall’architettura all’arte, dalla moderna funzionalità al comfort abitativo e coniuga gli spazi storici con l’arte pubblica, con installazioni, elementi scultorei e ambientazioni fruibili dalla cittadinanza. Il palazzo Liberty è un luogo storico, in cui gli ultimi futuristi usavano incontrarsi negli anni Quaranta. Ora si chiamerà FuturDome. Concepito da Isisuf - Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo, con la direzione artistica di Atto Belloli Ardessi, lo stabile ospiterà un progetto di housing museale dedicato all’arte contemporanea, nel quale i futuri spazi residenziali, conviveranno con eventi organizzati nelle parti comuni, o anche direttamente negli appartamenti privati.
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