Ramona Zordini. Transizione A??cquatica

Ramona Zordini. Transizione A??acquatica, 77artgallery, Milano
Dal 15 May 2014 al 30 May 2014
Milano
Luogo: 77artgallery
Indirizzo: c.so di Porta Ticinese 77
Telefono per informazioni: +39 348 1534513
E-Mail info: info@77art.org
Sito ufficiale: http://www.77art.org/
La 77 artgallery è orgogliosa di presentare il lavoro della fotografa Ramona Zordini, in una personale che esplorerà le tre serie del progetto CHANGING TIME, con il suo straordinario impatto visivo ed emotivo.
Un’anticipazione dei lavori di Ramona è stata esposta nella collettiva “Linguaggi del Corpo”, dal 17 febbraio al 2 marzo. Abbiamo visto la prima serie di Changing Time, con un assaggio della seconda.
Da pochissimi giorni sono usciti importanti presentazioni dell’artista su riviste e portali stranieri come Hifructose Magazine, Beautifuldecay e lo spagnolo Playgroundmag.net , che riconoscono la portata del valore espressivo e della freschezza del linguaggio, e che crediamo consacrerà la fotografa alla meritata fama internazionale.
Ramona Zordini lavora con la trasformazione, il mutamento di una condizione fisica del corpo che ne rivela quella spirituale. Le foto ritraggono nudi immersi nell’acqua per rappresentare un moto dell’animo, che i movimenti e l’acqua stessa rendono più graduale e quasi sospeso nell’azione, nel momento in cui vengono fermati dallo scatto fotografico.
La condizione psicofisica è rappresentata mentre è in atto una trasformazione. Nulla di quanto vediamo è definito nel tempo, è un processo che resta in divenire, muta per sempre finchè esiste soffio di vita. Chiunque guarda lo capisce, ma, invece che provare angoscia ne resta ancorato, ammaliato. L'osservatore si sente richiamato, dalla potenza dell’immagine, ad una metafora senza filtri della fragilità e della forza necessaria all’esistenza.
Fin dall’inizio della sua ricerca la possibilità di andare oltre il limite temporale si accompagna alla necessità di eliminare le delimitazioni spaziali e mentali di opera fotografica: la cornice quadrata e la bidimensionalità. Cambia l’idea di cornice, con quella forma quadrata o rettangolare che ancora ha resistito al passaggio di avanguardie e transavanguardie. Ramona Zordini sperimenta così la forma ellittica o rotonda. In secondo luogo si raggiunge la terza dimensione trasferendo l’immagine sul tessuto elastico di jersey. Dove è rappresentata la parte del corpo emersa dall’acqua l’artista interviene con una imbottitura per poi cucire la zona interessata. La parte tridimensionale è quella che si mette in comunicazione con l’esterno, che esce propriamente dal quadro e pone l’osservatore in una condizione condivisa, tattile e tangibile, con il soggetto rappresentato.
La serie Changing Time III presenta coppie di persone sott’acqua. Utilizzare due corpi avvinghiati tra loro, senza soluzione di continuità, implica uno sviluppo nell’elaborazione del concetto di comunicazione attraverso il corpo stesso, elegantemente espressa in senso plastico nella molteplice varietà di posizioni e gestualità. Anche secondo i ciritci di Hi-Fructose Magazine, si sprigiona una forte carica erotica, come se le membra degli amanti cercassero in continuazione di combattere contro una forza che li può separare.
Ancor più che nelle altre sere l’impatto visivo è notevole ma, come prima, l’azione rimane sospesa in un istante senza tempo, senza fine e senza inizio, e rimane valido il discorso sul tentativo di connessione tra due mondi. La terza serie è degna di una maturità plastica, che si sviluppa da una consapevolezza fotografica maggiore della potenzialità estetica del corpo umano.
Michela Ongaretti
Un’anticipazione dei lavori di Ramona è stata esposta nella collettiva “Linguaggi del Corpo”, dal 17 febbraio al 2 marzo. Abbiamo visto la prima serie di Changing Time, con un assaggio della seconda.
Da pochissimi giorni sono usciti importanti presentazioni dell’artista su riviste e portali stranieri come Hifructose Magazine, Beautifuldecay e lo spagnolo Playgroundmag.net , che riconoscono la portata del valore espressivo e della freschezza del linguaggio, e che crediamo consacrerà la fotografa alla meritata fama internazionale.
Ramona Zordini lavora con la trasformazione, il mutamento di una condizione fisica del corpo che ne rivela quella spirituale. Le foto ritraggono nudi immersi nell’acqua per rappresentare un moto dell’animo, che i movimenti e l’acqua stessa rendono più graduale e quasi sospeso nell’azione, nel momento in cui vengono fermati dallo scatto fotografico.
La condizione psicofisica è rappresentata mentre è in atto una trasformazione. Nulla di quanto vediamo è definito nel tempo, è un processo che resta in divenire, muta per sempre finchè esiste soffio di vita. Chiunque guarda lo capisce, ma, invece che provare angoscia ne resta ancorato, ammaliato. L'osservatore si sente richiamato, dalla potenza dell’immagine, ad una metafora senza filtri della fragilità e della forza necessaria all’esistenza.
Fin dall’inizio della sua ricerca la possibilità di andare oltre il limite temporale si accompagna alla necessità di eliminare le delimitazioni spaziali e mentali di opera fotografica: la cornice quadrata e la bidimensionalità. Cambia l’idea di cornice, con quella forma quadrata o rettangolare che ancora ha resistito al passaggio di avanguardie e transavanguardie. Ramona Zordini sperimenta così la forma ellittica o rotonda. In secondo luogo si raggiunge la terza dimensione trasferendo l’immagine sul tessuto elastico di jersey. Dove è rappresentata la parte del corpo emersa dall’acqua l’artista interviene con una imbottitura per poi cucire la zona interessata. La parte tridimensionale è quella che si mette in comunicazione con l’esterno, che esce propriamente dal quadro e pone l’osservatore in una condizione condivisa, tattile e tangibile, con il soggetto rappresentato.
La serie Changing Time III presenta coppie di persone sott’acqua. Utilizzare due corpi avvinghiati tra loro, senza soluzione di continuità, implica uno sviluppo nell’elaborazione del concetto di comunicazione attraverso il corpo stesso, elegantemente espressa in senso plastico nella molteplice varietà di posizioni e gestualità. Anche secondo i ciritci di Hi-Fructose Magazine, si sprigiona una forte carica erotica, come se le membra degli amanti cercassero in continuazione di combattere contro una forza che li può separare.
Ancor più che nelle altre sere l’impatto visivo è notevole ma, come prima, l’azione rimane sospesa in un istante senza tempo, senza fine e senza inizio, e rimane valido il discorso sul tentativo di connessione tra due mondi. La terza serie è degna di una maturità plastica, che si sviluppa da una consapevolezza fotografica maggiore della potenzialità estetica del corpo umano.
Michela Ongaretti
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