Sol LeWitt. Between the Lines

© Ph. Norman Goldman, New York | Sol LeWitt. Modular Cube (1966). White painted aluminum, 60 x 60 x 60 inches. Art Gallery of Ontario, Toronto

 

Dal 16 Novembre 2017 al 24 Giugno 2018

Milano

Luogo: Fondazione Carriero

Indirizzo: via Cino del Duca 4

Orari: aperto tutti i giorni dalle 11:00 alle 18:00 (chiuso domenica)

Curatori: Francesco Stocchi, Rem Koolhaas

Enti promotori:

  • Fondazione Cariplo

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 02 36747039

E-Mail info: info@fondazionecarriero.org

Sito ufficiale: http://www.fondazionecarriero.org



Dal 17 novembre 2017 al 24 giugno 2018 la Fondazione Carriero è lieta di presentare Sol LeWitt. Between the Lines, una mostra a cura di Francesco Stocchi e Rem Koolhaas organizzata in stretta collaborazione con l’Estate of Sol LeWitt.

Nel decennale della scomparsa di Sol LeWitt (Hartford, 1928 – New York, 2007), Between the Lines intende offrire un punto di vista nuovo sulla pratica dell’artista statunitense, esplorandone i confini – nel rispetto di quelle norme e di quei principi alla base del suo pensiero – e isolando i momenti fondanti del suo metodo di indagine e dei processi che ne derivano. Attraverso un nutrito corpus di opere che ripercorrono l’intero arco della sua carriera – dai celeberrimi Wall Drawings alle sculture come Complex Form e Hanging Structures, fino alla serie fotografica Autobiography 1980 –, e partendo dalla peculiarità degli spazi della Fondazione, il progetto espositivo esplora la relazione del lavoro di LeWitt con l’architettura.
Between the Lines si basa su una chiave di lettura forte e innovativa, tesa innanzitutto a riformulare l’idea che sia l’opera a doversi adattare all’architettura, fino ad arrivare a sovvertire il concetto stesso di site­specific. Con il pieno coinvolgimento dell’architetto Rem Koolhaas – per la prima volta nella veste di curatore – in dialogo con il curatore Francesco Stocchi, Between the Lines affronta ampi aspetti dell’operadi LeWitt, con l’obiettivo ambizioso di superare quella frattura che tradizionalmente separa l’architettura dalla storia dell’arte e che caratterizza l’intera pratica dell’artista, rivolta più al processo che al prodotto finale, e scevra di qualsiasi giudizio estetico o idealista.
 
Nel 1967 LeWitt pubblica sulla rivista Artforum il testo “Paragraphs on Conceptual Art”considerato tutt'oggi basilare per la comprensione dell'arte concettuale – che sancisce il primato dell’idea sull’esecuzione, attribuendo così maggior rilievo al concetto e al processo rispetto all’oggetto, segnando l’inizio della progressiva riduzione al grado primordiale dell’opera d’arte. Nel testo LeWitt conia il termine “concettuale”, aprendo la strada a un'idea di arte e a un modo di lavorare che sarà – e continua a essere – rilevante per le successive generazioni di artisti. Il compito dell'artista è dunque quello di formulare il progetto, la sua esecuzione invece può essere affidata a chiunque, purché si rispettino le istruzioni stabilite. Il suo credere nell'artista come generatore di idee ha aggiunto una nuova dimensione al suo ruolo, avvicinandola alla figura di un architetto che crea un progetto per un edificio e poi delega la produzione effettiva ad altri.
Tuttavia, il teorema che LeWitt professava è più ampio di quanto s’immagini: è quel certo, misurato, grado di casualità determinato dall’individualità dell’esecutore ad aprire l’opera al pathos della creazione artistica, al senso determinato dalla coerenza interna del sistema linguistico, e dunque dal metodo e non dall’esito di per sé. Muoversi liberi all’interno di regole. Quando ad esempio, in memoria dell’amica Eva Hesse, l’artista introduce nei suoi Wall Drawings “le linee non dritte”, si abbandona alla comprensione (e all’interpretazione) dell’esecutore, rafforzando ulteriormente il disinteresse per ogni forma di estetica a favore dell’attenzione per la regola, rendendo così le sue opere immortali perché capaci di rinnovarsi ogni volta.
 
È a questo punto che si inserisce il ruolo dell’architettura (e dell’architetto) nella valutazione dell’opera di LeWitt, non solo per l’affinità nella progettualità delle idee, ma per la capacità che entrambi hanno di rimodellare lo spazio. Le opere di Sol LeWitt non possono essere considerate sculture, né opere pittoriche e neanche strutture architettoniche, si tratta piuttosto di Structures forme inserite nello spazio, a metà tra la bidimensionalità e la tridimensionalità. La loro regolarità geometrica le rende “basi” perfette per i suoi disegni a parete, moltiplicabili, trasformabili in pattern e replicabili in un numero infinito di forme bianche, nere, o colorate, solide o aperte. Sono forme che rivelano il loro attaccamento all'immagine piatta ma al tempo stesso sfidano la gravità, innescando una riflessione che unisce dipinti a parete e sculture, creando una porta d’accesso tra “dimensionalità” e “costruzione”. Molte di queste forme sono incuranti dell’ambiente e delle sue caratteristiche, attraversano porte e pareti in continuità con l’architettura senza essere condizionate dalla specificità del luogo in cui si sviluppano, ripercorrendo in questo modo l’intera storia della pittura murale. L’opera si permea di quel luogo ma non è necessariamente pensata per esso, e in questo modo rivela un nuovo spazio metafisico fatto non di linee, cubi o altre forme geometriche, bensì dell’idea di quelle stesse linee, cubi o forme.
 
La mostra alla Fondazione Carriero nasce dunque dal desiderio di esplorare i confini dell’opera di LeWitt, considerando i suoi postulati all’interno di un nuovo e più libero sistema di verifica, e di proporre una nuova armonia tra figura tridimensionale e superficie bidimensionale.
 
Between the Lines si inserisce coerentemente nel percorso iniziato dalla Fondazione Carriero con imaginarii (settembre 2015), FONTANA • LEONCILLO Forma della materia (aprile 2016), FASI LUNARI (ottobre 2016) e PASCALI SCIAMANO (marzo 2017), mostre curate da Francesco Stocchi il cui punto cardine è l’approccio dialogico e la tensione costante verso ricerca e sperimentazione.
 
La mostra è resa possibile grazie alla stretta collaborazione con l’Estate of SolLeWitt e a prestiti provenienti da prestigiose istituzioni pubbliche, come il Whitney Museum of American Art (New York), e importanti collezioni private, come la Collezione Panza.
I Wall Drawings esposti negli spazi della Fondazione Carriero sono eseguiti con la collaborazione di giovani artisti e studenti milanesi, sotto la fondamentale supervisione della Estate SolLeWitt.
 
La mostra è accompagnata da un catalogo (italiano e inglese) edito da Fondazione Carriero, curato da Francesco Stocchi, che raccoglie le immagini delle opere allestite in Fondazione, con contributi dei curatori Francesco Stocchi e Rem Koolhaas, un saggio scritto per l’occasione dall’architetto e storica dell’arte Adachiara Zevi e una biografia inedita, illustrata con immagini personali e d’archivio, molte delle quali mai pubblicate prima, curata per l’occasione da Sofia LeWitt, figlia dell’artista.

Solomon “Sol” LeWitt (9 settembre 1928 – 8 aprile 2007) è stato uno dei più importanti artisti americani del dopoguerra ed è considerato uno dei fondatori e personaggi chiave dell'arte concettuale.
Nato ad Hartford, nel Connecticut (USA), da una famiglia di immigrati ebrei provenienti dalla Russia, rimase orfano di padre a soli sei anni. Grazie al sostegno della madre, fin da bambino frequentò le lezioni d’arte al Wadsworth Atheneum di Hartford. Dopo le scuole superiori frequentò la Syracuse University dove si laureò (BFA) nel 1949. Grazie al suo lavoro, LeWitt ricevette la borsa di studio Tiffany, che gli permise di frequentare un semestre alla University of Illinois come assistente. Nell’estate del 1950 si recò per la prima volta in Europa, esplorando il vecchio continente alla ricerca dei Grandi Maestri del passato. Dopo il viaggio in Europa, si arruolò nell'esercito degli Stati Uniti trasferendosi in Corea e in Giappone durante la guerra di Corea (1950-1953), dove si occupò di servizi speciali, tra cui la realizzazione di manifesti.
Nel 1953 si trasferì a New York dove prese uno studio nel Lower East Side, nel vecchio insediamento ebraico Ashkenazi di Hester Street. In quegli anni frequentò le lezioni alla Cartoonists and Illustrators school (oggi School of Visual Arts) e avviò una collaborazione con Seventeen magazine. Nel 1960, per mantenersi, iniziò un periodo di lavoro al MoMA come portiere di notte, dove incontrò gli artisti Dan Flavin, Robert Ryman, Robert Mangold e la futura critica d’arte Lucy Lippard. Insieme, attraverso la mostra Sixteen Americans, videro per la prima volta il lavoro di Jasper Johns, Frank Stella e Robert Rauschenberg. In quegli anni LeWitt coltivò il suo interesse per il Costruttivismo Russo, ma la ricerca artistica che lo influenzò maggiormente fu la fotografia seriale di Eadweard Muybridge, con i suoi studi sequenziali di persone e animali in movimento, che comparirono come citazione nei lavori di LeWitt dell’inizio degli anni Sessanta – per lo più opere su tela dipinte in modo gestuale con vernici gessosa. Le opere con le prima strutture tridimensionali comparirono dalla metà alla fine degli anni Sessanta, come conseguenza di questo interesse per la serialità, successivamente riportato anche nelle sue stampe, disegni su carta e wall drawing.
Sol LeWitt eseguì il suo primo wall drawing nel 1968 nella galleria di Paula Cooper Gallery a New York. Come molti dei wall drawing successivi, il Wall Drawing #1 consisteva in un sistema di linee parallele disegnate con matita nera su una parete bianca in quattro direzioni (verticale, orizzontale, diagonale a sinistra e diagonale a destra). Disegnare direttamente sul muro permise a LeWitt di perseguire uno dei suoi principali obiettivi: rafforzare la piattezza dell’opera e rendere il lavoro il più bidimensionale possibile. Wall Drawing #1 enfatizzò anche un altro aspetto fondamentale per l’artista: l’importanza del processo rispetto al prodotto finale. In un articolo del 1969 per Studio International LeWitt scrisse: "Le opere bidimensionali non vengono considerate come oggetti. L'opera è una manifestazione di un'idea. È un'idea e non un oggetto." Senza il tradizionale supporto di tela o carta, i wall drawing esistono infatti come insieme di istruzioni e possono essere installati più e più volte. Questo spostamento radicale verso il disegno a muro fu seguito dalla pubblicazione di Paragraphs on Conceptual Art, in cui LeWitt dichiarò: "Quando un artista utilizza una forma d’arte concettuale significa che ogni progetto e ogni relativa decisione è presa in anticipo e che l'esecuzione è pura conseguenza. L'idea diventa il motore che produce l'arte."
Anche se LeWitt disegnò personalmente Wall Drawing # 1 sulla parete della galleria di Paula Cooper, ben presto comprese che una squadra di assistenti avrebbe potuto eseguire il suo lavoro al posto suo e addirittura in modo migliore. Teorizzò che l'idea dell’opera avrebbe sostituito l'opera d’arte stessa: "l'essenza del lavoro di LeWitt è l'idea originale formulata nella mente dell'artista" (Andrea Miller-Keller). Successivamente applicò questo stesso principio ai supporti stampati attraverso numerosi progetti e con numerose tecniche.
Alla fine degli anni Settanta, poco dopo la sua prima retrospettiva al MoMA e dopo numerose mostre in Italia, LeWitt si trasferì a Spoleto. Qui vide e studiò gli affreschi di Fillippo Lippi, Massaccio, Beato Angelico e Giotto in chiese, musei e conventi locali. Nel 1983, l'arte di LeWitt subì una radicale trasformazione e cominciò a sperimentare l'inchiostro di china (India ink) e il guazzo con inchiostri a colori, con riferimento all’arte italiana del Trecento e Quattrocento.
Nel catalogo della 52. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia – Pensa con i sensi – Senti con la mente. L’arte al presente – Robert Storr scrisse che LeWitt "ha dimostrato più e più volte che la rigorosa e sistematica realizzazione di un singolo progetto è destinata a produrre risultati capaci di sorprendere sia l’artista che lo spettatore, superando le aspettative e offrendo agli occhi e alle menti lo spettacolo della dimensione fisica che si espande fino all’astrazione mentale".
Fino al 2033 un gran numero di wall drawing di Sol LeWitt sono oggetto di una mostra personale intitolata Sol LeWitt: A Wall Drawing Retrospective presso il Massachusetts Museum of Contemporary Art.

OPENING giovedì 16 novembre 2017 ore 17

Dal  al 31 marzo 2018 la Fondazione Carriero lancia su Instagram il progetto digitale #FondazioneCarrieroTakeAPicture, grazie al quale tutti i visitatori della mostra “Sol LeWitt. Between the Lines” sono invitati a raccontare attraverso una fotografia il loro personale punto di vista sulle opere del padre dell’arte concettuale e gli spazi di Casa Parravicini, sede della Fondazione, utilizzando l'hashtag dedicato.
 
#FondazioneCarrieroTakeAPicture è un progetto digitale partecipativo pensato per celebrare Sol LeWitt a dieci anni dalla sua scomparsa attraverso lo sguardo di chi entra in contatto con la sua opera in occasione della mostra “Between the Lines”, curata da Francesco Stocchi e Rem Koolhaas, in corso alla Fondazione Carriero fino al prossimo 24 giugno. Grazie al lavoro dei due curatori, “Between theLines” offre un punto di vista nuovo sulla pratica dell'artista statunitense, esplorandone i confini e isolando i momenti fondanti del suo metodo di indagine e dei processi che ne derivano. Attraverso un nutrito corpus di opere che ripercorrono l'intero arco della sua carriera – dai celeberrimi Wall Drawingsalle sculture come Complex Form e Hanging Structures, fino alla serie fotografica Autobiography 1980 –, e partendo dalla peculiarità degli spazi della Fondazione, il progetto espositivo esplora la relazione del lavoro di LeWitt con l'architettura.
 
Rifacendosi proprio a questo aspetto fondamentale della mostra la Fondazione Carriero ha pensato di coinvolgere tutti i visitatori chiedendo di raccontare e condividere su Instagram la loro esperienza di fronte alle opere di LeWitt e agli spazi di Casa Parravicini. Una giuria composta dai membri della Fondazione avrà poi il compito di selezionare la fotografia più rappresentativa tra quelle taggate con l’hashtag #FondazioneCarrieroTakeAPicture: l'autore verrà premiato con un viaggio in Massachusetts per visitare il MASS MoCA, il museo che ospita la più grande retrospettiva di Wall Drawings di Sol LeWitt, in mostra fino al 2033. La stessa giuria selezionerà inoltre altri 10 scatti che verranno stampati in formato cartolina e distribuiti come omaggio ai visitatori della mostra “Sol LeWitt. Between the Lines” fino al 24 giugno 2018.
 
La partecipazione all'iniziativa è gratuita e aperta a tutti i visitatori della mostra: è sufficiente avere un account pubblico su Instagram e condividere una o più foto con l'hashtag #FondazioneCarrieroTakeAPicture entro il 31 marzo 2018. Saranno considerate valide solamente le foto che ritraggono le opere in mostra o gli spazi della Fondazione, nel rispetto delle opere.

Martedì 13 marzo 2018 ore 17:30 Una conversazione con: 
Béatrice Gross
Rem Koolhaas
Francesco Stocchi
Adachiara Zevi



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