Streaming video | Theme Song di Vito Acconci

Theme Song di Vito Acconci

 

Dal 23 Maggio 2020 al 31 Maggio 2020

Milano

Luogo: Vimeo

Indirizzo: streaming

Telefono per informazioni: +39 02 36799285

E-Mail info: info@galleriafumagalli.com

Sito ufficiale: http://www.galleriafumagalli.com



L'inquadratura ravvicinata ritrae il viso di Vito Acconci sdraiato sul pavimento mentre guarda dritto nella telecamera. Si accende una sigaretta, preme il pulsante di riproduzione di un lettore di cassette, inizia a canticchiare e si rivolge così allo spettatore: «I have no idea what your face looks like. I mean you could be anybody out there. Ah, but I know there’s gotta be somebody… watching me. Somebody who wants to come in close to me.» («Non ho idea di come sia il tuo viso. Cioè, potresti essere chiunque là fuori. Ah, ma so che qualcuno c'è... che mi sta osservando. Qualcuno che vuole venire vicino a me»).

  Inizia così Theme Song, un video realizzato nel 1973, in un periodo in cui l'artista sperimenta la performance, le registrazioni sonore e il mezzo video, uno strumento che gli permette di stabilire una relazione diretta con lo spettatore creando uno spazio personale e intimo. Il monologo è sessualmente carico e ironico al tempo stesso: «I can bring my legs around, wrapping myself around the viewer — I'm playing songs on a tape recorder — I follow the songs up, I'm building a relationship, I'm carrying it through.» («Posso avvolgere lo spettatore con le mie gambe. Sto riproducendo canzoni su un lettore di cassette. Seguo le canzoni, sto costruendo una relazione, la sto portando avanti.»

  Passando da una canzone all'altra, da un testo a un altro, dialoga con lo spettatore come se non ci fosse alcuna distanza o schermo tra di loro, esprimendo solitudine e il bisogno impellente di sentire un corpo vicino al suo, qualunque aspetto abbia. «Look how lonely I am, I need somebody who can take care of me — I just need a body next to me — We both need it — I don't need to know how you look like, you can look like anybody» («Guarda, sono tutto solo, ho bisogno di qualcuno che si prenda cura di me. Ho solo bisogno di un corpo vicino al mio. Entrambi ne abbiamo bisogno. Non mi serve sapere che aspetto tu abbia, puoi essere chiunque»).

  Theme Song è costellata di sottile ironia e critica nei confronti dell'influenza che le immagini possono esercitare su tutti noi, specialmente le immagini televisive con i loro messaggi latenti. L'artista pare metterci in guardia: le immagini/la televisione possono essere usate per distrarci dal nostro malcontento, dalla solitudine, finendo per sostituire le relazioni umane.   Vito Acconci (New York, 1940-2017) esordisce con 0 TO 9 una raccolta di poesie pubblicate con Bernadette Mayer alla fine degli anni '60, per poi intraprendere un lungo e articolato percorso nella performance art e nella video art, spinto dall’amico Dennis Oppenheim, usando il suo stesso corpo come soggetto di fotografie, film e performance. Amplia in seguito la sua ricerca alle installazioni audiovisive: l'opera emblematica di questo periodo è Seedbed (15-29 gennaio 1971) realizzata alla Sonnabend Gallery. Seguono negli anni ’80 sculture e installazioni dove il pubblico è invitato a partecipare alla realizzazione e alla fruizione dell’opera. Questo tipo di lavoro segna una svolta nel suo percorso artistico, avvicinandosi al design e all'architettura. Del 2003 è la Murinsel di Graz, traducibile con "Isola sulla Mura", chiamata anche Acconci-Insel: si tratta di una piattaforma artificiale a forma di conchiglia costruita sul fiume che comprende un teatro open air, un bar e un luogo per eventi.
Il video è disponibile al seguente link: https://vimeo.com/420615014 Password: Song

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