The New American Cinema Torino 1967

© The Film-Makers' Cooperative / The New American Cinema Group, lnc. / Photocredit: The Film-Makers’ Cooperative New York and The Estate of Stan V | Stan VanDerBeek, Skullduggery, 1960, 16 mm, Transferred to digital support, b/w, sound, 5’

 

Dal 01 Aprile 2017 al 30 Aprile 2017

Milano

Luogo: Fondazione Prada

Indirizzo: largo Isarco 2

Curatori: Germano Celant

Sito ufficiale: http://www.fondazioneprada.org/project/thenewamericancinema/



Fondazione Prada presenta la rassegna di film sperimentali “The New American Cinema Torino 1967” dal 1 al 30 aprile presso il Cinema della sede di Milano. Curato da Germano Celant, il progetto ricostruisce “New American Cinema Group Exposition”, il festival organizzato a Torino nel 1967 e dedicato al gruppo di giovani cineasti d’avanguardia riuniti sotto la sigla NACG (New American Cinema Group).

La rassegna torinese fu ideata da Jonas Mekas, teorico e sostenitore fin dal 1955 di una concezione artistica di cinema e creatore di film “rozzi, mal confezionati, ma vivi”. Fu promossa dall’Unione Culturale di Torino, diretta dal critico Edoardo Fadini, che contribuì in quel momento ad arricchire la scena artistica torinese, coinvolgendo in un intenso programma culturale personalità di primo piano come Roland Barthes, Julian Beck, Carmelo Bene, Luciano Berio, Judith Malina ed Edoardo Sanguineti. Dal 13 al 21 maggio 1967, le proiezioni di 63 film raggruppati in 13 programmi erano accompagnate da discussioni coordinate da figure come Mekas e Fernanda Pivano. La traduttrice e studiosa italiana, impegnata all’epoca nella diffusione della cultura underground americana, descrisse questa esperienza come “l’avvenimento più bruciante” di quel periodo.

Nato ufficialmente nel 1960 a New York, il New American Cinema Group riuniva originariamente 23 filmmaker indipendenti che producevano corto e lungometraggi a basso budget dai contenuti controversi e di denuncia. Caratterizzati da un approccio anti-narrativo e uno stile sperimentale, i loro film sovvertivano i codici cinematografici tradizionali, grazie al ricorso al found footage o alla manipolazione della pellicola. Nel corso degli anni Sessanta, attorno a figure come Stan Brakhage, Robert Breer, Bruce Conner, Jonas e Adolfas Mekas, Marie Menken e Stan VanDerBeek, si raccolsero le voci più radicali espresse dal giovane cinema statunitense di quel tempo. Il New American Cinema si costituì in opposizione al pervasivo modello hollywoodiano e in sintonia con i movimenti letterari, teatrali e artistici della controcultura: dalla Beat Generation al Living Theatre, dalle esperienze Fluxus alle sperimentazioni filmiche di Andy Wahrol. Come sostiene Mekas, nell’introduzione alla rassegna, il contributo principale del New American Cinema “è costituito dal fatto che la sua area di lavoro è formata esclusivamente dall’aspetto poetico dell’autoespressione”. Il cinema che fino al 1960 “era un’arte a metà (poiché poteva soltanto raccontare storie) ha permesso agli artisti cinematografici una piena espressione di se stessi e una piena libertà”. Questa forma di avanguardia ha inventato “un vocabolario di cinema poetico; ne ha sviluppato la sintassi e il linguaggio”.

A cinquant'anni di distanza, Fondazione Prada proporrà al pubblico la quasi totalità dei film presentati a Torino nel 1967. Dopo un’attività di ricerca condotta in collaborazione con i maggiori distributori di cinema sperimentale, la Fondazione ha contribuito alla digitalizzazione di più di 30 film, disponibili finora solo in 16 o 35 millimetri, facilitando una maggiore circolazione delle opere più rare proposte nella rassegna torinese. 
Se nel 1967 Mekas definiva il festival come un “seminario dello sguardo”, grazie al quale il pubblico cambiava “il proprio occhio per imparare a VEDERE, ad apprezzare realmente questo cinema”, oggi “The New American Cinema Torino 1967” rappresenta un’occasione unica per riscoprire un patrimonio visivo e concettuale che ha rivoluzionato la pratica del cinema indipendente a livello internazionale. La rassegna sarà accompagnata da un Quaderno, pubblicato dalla Fondazione Prada, che riunisce testi in parte inediti, tra i quali le trascrizioni di alcuni dibattiti tra il promotore della rassegna e il pubblico delle proiezioni del 1967. Lo studio e il reperimento dei materiali storici sono avvenuti in stretta collaborazione con l’archivio dell’Unione Culturale di Torino.
Le proiezioni si svolgeranno dal 1 al 30 aprile al Cinema della Fondazione Prada. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Il calendario dei film è strutturato seguendo i programmi originari della rassegna torinese, e si aprirà come nel 1967 con il film “The Brig” (1964) di Jonas Mekas, definito dalla critica come il “crudo spaccato del New American Cinema filmato con brutale autenticità su un palco off-Broadway”. Nel corso di quattro weekend i film saranno preceduti da una tavola rotonda, condotta da Germano Celant, sulla ricezione del New American Cinema in Italia con Adriano Aprà, Tonino De Bernardi, Pia De Silvestris Vergine e Ugo Nespolo (sabato 1 aprile) e da una serie di incontri e conversazioni con alcuni dei protagonisti del movimento come Pola Chapelle (venerdì 7 aprile), Ira Schneider (venerdì 21 aprile) e Peter Kubelka (venerdì 28 aprile). Il calendario delle proiezioni sarà disponibile sul sito web della Fondazione Prada (fondazioneprada.org) 

Venerdì 21 aprile, alle 19, all'interno della rassegna cinematografica gratuita "The New American Cinema. Torino 1967", il Cinema della Fondazione Prada ospiterà un incontro con Ira Schneider (New York,1939), uno dei pionieri della ricerca video tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio dei Settanta. 
La sua attività nel campo del filmmaking sperimentale in pellicola gli vale l’inclusione nel New American Cinema Group, mentre in seguito la sua ricerca si sposta nell'ambito del video e della televisione.
Nel 1969 a New York partecipa a "TV as a Creative Medium", la prima mostra in cui si indaga l'uso dello schermo televisivo come mezzo artistico, e nel 1976 cura insieme a Beryl Korot il libro Video Art: an anthology.

L'incontro, in lingua inglese, sarà seguito dalla proiezione, alle ore 20, di brevi film d'autore, tra cui Lost in Cuddity (1966) di Ira Schneider, ispirato al Teatro dell'Assurdo e incluso nel Film Archive of the New York Museum of Modern Art. L'opera riunisce in un collage video scene di manifestazioni politiche, musiche di Bob Dylan e Wilson Pickett, brani jazz, citazioni di meditazioni orientali e voci che leggono notizie di cronaca nera. 
La proiezione includerà anche cinque video di Bruce Conner, Jerome Hill, Shirley Clarke, Red Grooms e Thom Andersen.

Venerdì 28 aprile, alle 20, l’artista e teorico austriaco Peter Kubelka parlerà dei suoi “Film Metrici”, che verranno proiettati nel corso della serata al Cinema della Fondazione Prada. 
Attivo nel filmmaking, nella musica, nell’architettura e nella scrittura, Kubelka si interessa dalla seconda metà degli anni Sessanta al linguaggio parlato, tenendo conferenze nelle quali usa anche elementi non verbali, come la mimica facciale.
I suoi “Film Metrici” hanno stabilito le fondamenta del cinema strutturalista. In particolare con  “Arnulf Rainer” (1960), l’ultimo di questa breve serie, Kubelka ha formulato una delle realizzazioni più radicali dell’arte cinematografica impiegando i suoi elementi essenziali: luce, buio, silenzio, rumore bianco. Nel 1964 è stato co-fondatore del Film Museum di Vienna. Dal 1978 al 2000 ha tenuto il corso “Film e cucina” alla Städelschule di Francoforte in Germania.
L'incontro si svolgerà in italiano.


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