Uomini e Giganti: i Sogni della Storia - Disegni bruciati di Davide Cantoni in dialogo con la Collezione Farnese al MANN

Opera di Davide Cantoni

 

Dal 09 Aprile 2020 al 30 Giugno 2020

Napoli

Luogo: MANN - Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Indirizzo: piazza Museo 19

Curatori: Memmo Grilli



Dal 9 aprile al 30 giugno 2020 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, nelle sale che ospitano da oltre 250 anni la celebre collezione Farnese, sarà possibile visitare la mostra di circa 25 disegni bruciati più altre opere che Davide Cantoni ha realizzato nel corso degli ultimi anni in dialogo con le sculture “Giganti”, ineguagliabili testimonianze della grandezza e dell’eccellenza della nostra antichità e vanto del Museo nel mondo.
 
La Mostra è a cura di Memmo Grilli della Blindarte casa d’aste, membro delle associazioni nazionali ed internazionali di categoria, è tra i leader nel mercato dell'arte in Italia ed è tra le case d'asta più dinamiche vantando internazionalmente record di aggiudicazioni - tra cui la recente opera di Robert Rauschenberg del 1971 battuta all’asta per circa 630.000 euro.
 
Grazie alla presenza dei disegni bruciati di Davide Cantoni, tra cui alcuni inediti appositamente realizzati dall’artista per la mostra, il consueto percorso espositivo del Museo verrà pertanto a modificarsi stimolando l’occhio del visitatore nell’alternare immagini antiche e immagini contemporanee, in un dialogo intertemporale sorprendentemente armonico.
 
Le opere di Cantoni, artista milanese di nascita ma newyorchese di adozione, sono famose per essere realizzate concentrando la luce del sole attraverso una lente di ingrandimento che,imitando il processo fotografico dell’esposizione di carta sensibilizzata alla luce, arriva a bruciare i tratti disegnati sulla carta reinterpretando le immagini attentamente selezionate tra le pagine del New York Times. Fissa così nelle memorie episodi altrimenti troppo rapidamente “consumati”, per far spazio all’incessante sovrapporsi di eventi tutti parimenti meritevoli di attenzioni.
 
Sebbene il confronto visivo tra le opere di così diversi periodi storici non urti l’occhio del visitatore, vuoi per le dimensioni, vuoi per le tonalità: l’elegante aggiunta del colore nei disegni bruciati di Cantoni è un elemento spesso sottile e sbiadito che contribuisce a storicizzare le immagini riprodotte, cosi come il fragile marrone delle bruciature. Tuttavia, balza subito all’occhio un forte contrasto, che per l’artista funge da chiave per la mostra: da un lato la fiera maestosità, l’indiscussa superiorità e l’eterna fama delle gesta raccontate dagli antichi maestri, e dall’altro le storie raccontate oggi sugli uomini comuni che il nostro cronista dell’arte erige a esempi, eroi momentanei del nostro tempo. Legati indissolubilmente alle proprie storie, i protagonisti delle opere di Cantoni, raggiungono una breve celebrità, il ricordo delle loro storie verrà minacciato dall’avvento di altre storie anch’esse rilevanti e si andranno parzialmente a dissolvere nel tempo, “bruciando la loro rilevanza”, presentandosi come dei "reperti archeologici per il futuro”.
 
Il contrasto tra la vastità del pubblico e la brevità della loro permanenza nella memoria collettiva delle immagini pubblicate sul quotidiano newyorkese, e reinterpretate da Cantoni, funzionano, secondo l’artista, in modo quasi opposto rispetto ai “Giganti" della collezione: che invece fanno parte della memoria collettiva da secoli, e “vivono” per sempre, ben oltre i loro spettatori. 
 
La collezione Farnese, sviluppatasi intorno al 1550 per volere di Antonio Farnese, anche a seguito degli importanti ritrovamenti di sculture romane nelle terme di Caracalla, era stata in un primo momento divisa tra Roma e Parma, poi spostata a Napoli per salvaguardarla dai pericoli della guerra che le vicende politiche dell'epoca lasciavano intravedere, per volere di Carlo III di Borbone, figlio di Elisabetta Farnese, donna di grande carisma e cultura a cui si deve molto per lo sviluppo e la salvezza della collezione. 
 
Tra le celeberrime sculture della Collezione con le quali entreranno in dialogo le opere di Cantoni: Neottolemo e Astianatte o Achille e Trailo; Eracle a riposo; Il supplizio di Dirce, detto Toro Farnese; Flora o Pomona; Artemide eresiaArmodio e Aristogitone
 
Tra le opere di Cantoni che saranno esposte a MANN i disegni bruciati: Palmira, 2017 (immagine - courtesy BLINDARTE); Refugees, Goma Congo, 2008; School of Tuna, 2017; Henderson Island, Pacific, 2017; Iceberg New Found Land, 2017; Coral Bleaching, Australia, 2018; Northern White Rhino, DRC, 2018; Red Crowned Crane, Korea, 2018; Sunrise, Stonehenge, 2015; Reader, Sudan, 2010 e altre opere.
 
Nato a Milano nel 1965, vive e lavora a New York dove si è trasferito dopo un periodo londinese. Il suo lavoro è stato ampiamente mostrato in Europa, negli Stati Uniti e in Asia ed è incluso in molte collezioni pubbliche e private, tra cui MOMA e OSRAM. Ha esposto in numerosi spazi espositivi pubblici e privati, tra questi in Germania (Galerie Thomas, Dina4Projekte Munich, - Kunstverein and Optisches Museum, Jena), negli USA(Yossi Milo gallery, Cathouse Proper, Davidson Contemporary, Esso gallery, Elvehjem Museum of Art, Hunterdon Art Museum), in Inghilterra (John Moores, Liverpool); in Francia (Musée d’Art Moderne de Saint-Étienne - H Galerie, Paris); in Svizzera (Kunstmuseum, Thun); in Asia (Daejeon Museum of Art, South Korea, Parkview Museum Beijing, Cina); in Italia (Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, MAR Museo d’Arte della città di Ravenna Carbone.to, Grossetti, Blindarte contemporanea, Pan, MACI Museo d'arte contemporanea di Isernia). Tra le recenti partecipazioni: “The Artist’s Voice” curated by Lòrànd Hegyi, Parkview Museum, Singapore.“The Roaming Eye” curated by Katleen Kucka and Jennifer Riley, The Shirley Fiterman Art Center, NY, “Seaman’s House” Curated by Helen Allen, Chelsea NY, “Leaving Home” Cathouse Funeral Migrates North curated by David Dixon, Beacon NY, “Natura Plastica” a cura di Memmo Grilli, Blindarte Contemporanea, Milano. Dal 2005, in Italia, ha una collaborazione privilegiata con Blindarte contemporanea dove ha esposto in quattro personali (2005, 2007, 2010, 2018), in una collettiva (2017), oltre a varie fiere.
 
Davide Cantoni. Archeologia Contemporanea
La pratica artistica di Davide Cantoni si è focalizzata nel corso degli anni sul modo in cui la nostra società presenta le immagini e come vengono consumate; l'interesse particolare di Cantoni è in relazione alle immagini di notizie pubblicate sul New York Times. Utilizzando la fotografia come base per i disegni bruciati e le pitture di interferenza, l'artista crea opere che, mentre imitano la fotografia nella loro forma, sono anche saldamente radicate nelle tradizioni dell’arte. I disegni sono fatti sensibilizzando la carta con la matita, e poi esponendola alla luce del sole attraverso una lente, e i dipinti si rivelano sia come immagini positive che negative a seconda di dove sono viste, prodotte delle qualità riflettenti delle vernici utilizzate. Cantoni ha anche lavorato in video e scultura e ha realizzato una grande installazione di disegni "111 anni" che comprende un totale di 111 disegni bruciati che creano mappe per ogni guerra che si svolge sul pianeta anno dopo anno dal 1900 al 2010. Nelle sue opere più recenti, Cantoni sta ricreando parti di immagini di notizie stampate come dipinti usando quello che è normalmente considerato il sistema di colore digitale RGB (Rosso, Verde, Blu) che fa un'incursione nell'inevitabile spostamento di informazioni dal mondo analogico al digitale.

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