Sergio Zagallo. Opere 1996-2014

Sergio Zagallo. Opere 1996-2014, Galleria Cavour, Padova

 

Dal 29 Gennaio 2015 al 08 Marzo 2015

Padova

Luogo: Galleria Cavour

Indirizzo: piazza Cavour

Orari: 10-13 / 15-19; chiuso i lunedì

Curatori: Nicola Galvan

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 049 8204537

E-Mail info: cultura@comune.padova.it

Sito ufficiale: http://padovacultura.padovanet.it


Attraverso i linguaggi del segno, della scultura, dell’installazione, il percorso della mostra Sergio Zagallo. Opere 1996-2014 intende restituire in tutta la sua complessità ed ecletticità espressiva la ricerca dell’artista veneto. Saranno presentati 30 lavori che, pur scaturiti dalla necessità di una personale riflessione identitaria, trascendono l’aspetto puramente autobiografico per guardare alla storia recente, alle lacerazioni del nostro tempo, al formarsi della coscienza collettiva. In molte delle sue opere, Sergio Zagallo sembra dare corpo ad un’assenza. È il frequente rimando a questa dimensione tematica a rendere affini, pur nella loro apparente discordanza, i diversi cicli scultorei e pittorici dell’artista. Il richiamo all’assenza si esprime come una concreta assenza di materia, avvertibile ad esempio nelle fenditure che si aprono nel corpo di numerose sculture, o nella ricercata incompletezza di altre. Il lavoro di Zagallo si mostra incline a utilizzare una comunicazione di ordine metaforico. Tra i “territori” che implicano una più ampia possibilità di rappresentazione metaforica vi è quello del corpo, senz’altro da annettere ai riferimenti costanti dell’operare di Zagallo. L'artista non assegna mai ad alcuna figura un volto riconoscibile: cessando di rappresentare un corpo in cui la persona dell’artefice può specchiarsi, i volti, le teste cessano di “appartenergli” in modo esclusivo, per farsi portatori di un messaggio che riguarda l’esistenza collettiva. Nella serie dedicata agli Homeless, la solitudine e l’emarginazione trovano una rappresentazione drammatica: figure a prima vista dormienti ma, al tempo, somiglianti in modo inquietante a salme che il vivere civile crea quotidianamente.

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