Ghostspace - Fabio Baldo. Salìbah
Dal 14 Luglio 2018 al 04 Novembre 2018
Palermo
Luogo: Palazzo Oneto di Sperlinga
Indirizzo: via Fratelli Bandiera 24
Curatori: Marilena Morabito
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: infoacav@gmail.com
Apre sabato 14 luglio presso il Palazzo Oneto di Sperlinga in via Bandiera 24 a Palermo, l’installazione di arte contemporanea “Salìbah” di Fabio Baldo all’interno di “Ghostspace” (Collettiva d’arte contemporanea allestita nel sottotetto di palazzo Oneto di Sperlinga) che si propone di realizzare nei periodi in cui rimarrà in essere la realizzazione di contaminazioni con altri artisti ospiti ed eventi legati con l’architettura e l’arte.
Il progetto è in totale condivisione con i padroni di casa Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona e Cesira Palmeri di Villalba curato da Marilena Morabito e coordinato l’Associazione Acav.
Salìbah dall’arabo “incrocio” “crocevia”, nasce come una traccia di cannella, bucce di cipolla, curcuma, arance, vino, origano, timo, ibisco e petali di fiori su cotone naturale.
Queste essenze, oggetto per secoli di scambio e commercio nel Mediterraneo portano con se una memoria di spazio e di tempo.
Recuperate dagli scarti del mercato della Vucciria, del Capo e di Ballarò, tingono di una nuova vita i corpi dell’installazione. I drappi rincarnano le tracce di un percorso a ritroso (e futuro?) attraverso le alchimie di evoluzioni che formano le migrazioni dei popoli.
Salìbah propone un’occasione di stabilire un dialogo fra permanente ed effimero: tangibile e intangibile, mito e quotidianità. Un crocevia dove l’identità e la sue molteplici traduzioni si incontrano, ordito e trama dello stesso tessuto.
In questo momento storico dove la diversità spaventa e diviene unico male, in passato è stato emblema di ricchezze e prosperità.
L’uomo non è un’animale stanziale per sua natura ed ha la necessità di muoversi per approdare a nuovi stimoli, conoscenze e conquiste ed alcune volte, non tenendo conto dei percorsi storici, tende a perpetrare gli stessi errori rimando insabbiato e risucchiato dalla propria ambizione.
Salìbah è un’opera volutamente, molto leggera quasi impalpabile che rimette in moto un processo di trasformazione e di lavorazione alchemica che diviene prodotto da una cultura acquisita.
L’opera installativa è stata pensata dall’artista Fabio Baldo nato e cresciuto sulle rive del Lago di Garda, e laureato in architettura al Politecnico di Milano e alla TU Delft in Olanda. Ha lavorato presso lo Studio Mumbai in India dove ha abbandonato matita e carta per unirsi ad un gruppo di artigiani ed ebanisti di generazioni provenienti dal Rajasthan. Attualmente Baldo vive e lavora a Lisbona.
Salìbah che verràallestita nel sottotetto del palazzo, aprirà giorno 14 luglio2018 ore 19:00 alla presenza di Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona e Cesira Palmeri di Villalba.
Il coordinamento è dell’Associazione Culturale Arti Visive, la mostra è a cura di Marilena Morabito. Si ringrazia il dott. Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona aver condiviso e permesso la realizzazione di questo progetto. Inoltre si ringraziano i partner KoArt, Castellinaria e Gnosis per il supporto e la buona riuscita dell’evento.
Con il supporto: KoArt – Gallery Unconventional Place; Castellinaria – studio di architettura; Gnosis servizi per l’architettura
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI
-
Dal 19 marzo 2024 al 30 giugno 2024
Milano | Palazzo Reale
Cézanne | Renoir. Capolavori dal Musée de L’Orangerie e dal Musée D’Orsay
-
Dal 15 marzo 2024 al 30 giugno 2024
Lecco | Palazzo delle Paure
INFORMALE. La pittura italiana degli anni Cinquanta
-
Dal 15 marzo 2024 al 08 settembre 2024
Roma | Museo Napoleonico
Giuseppe Primoli e il fascino dell'Oriente
-
Dal 15 marzo 2024 al 09 giugno 2024
Firenze | Museo Novecento
Jannis Kounellis. La stanza vede. Disegni 1973–1990
-
Dal 14 marzo 2024 al 15 luglio 2024
Massa Marittima | Museo di San Pietro all’Orto
Il Sassetta e il suo tempo. Uno sguardo all'arte senese del primo Quattrocento
-
Dal 10 marzo 2024 al 09 giugno 2024
Perugia | Galleria Nazionale dell’Umbria
L’enigma del Maestro di San Francesco. Lo stil novo del Duecento umbro