Angelo Elio Barabino: un viaggio attraverso il colore

© Angelo Elio Barabino

 

Dal 24 Febbraio 2017 al 12 Marzo 2017

Pavia

Luogo: Spazio per le Arti contemporanee del Broletto

Indirizzo: piazza della Vittoria

Curatori: Giuseppe Stafforini

Enti promotori:

  • Settore Cultura - Comune di Pavia

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Sito ufficiale: http://www.vivipavia.it



Venerdì 24 febbraio 2017, alle ore 18, inaugura nello Spazio per le Arti contemporanee del Broletto di Pavia la mostra Angelo Elio Barabino: un viaggio attraverso il colore,dedicata all’artista genovese, classe 1935, fondatore nel 1987 del “Gruppo 10”.
L’esposizione, che rimane aperta al pubblico fino al 12 marzo 2017, è curata da Giuseppe Stafforini, organizzata da Franco Bobbio Pallavicini in collaborazione con il Settore Cultura del Comune di Pavia, e presenta un’accurata selezione di opere che coprono l’intero arco creativo dell’artista, dagli anni sessanta a oggi.
 
È con immenso piacere che ospitiamo la mostra dedicata all'artista genovese Angelo Elio Barabino, autore geniale, dotato di notevoli capacità artistiche.. Nello Spazio per le arti contemporanee del Broletto saranno protagoniste alcune tele che ripercorrono la sua poetica e il suo percorso artistico, a cominciare dalle influenze dell'impressionismo e di autori come Cezanne e Seurat, fino al colorismo e alle opere realizzate all'interno del Gruppo 10, da lui fondato insieme ad altri artisti genovesi. Il filo conduttore delle opere di Barabino è la materialità cromatica, e l'accesa luminosità della materia raggiunta nella piena maturità della sua capacità espressiva. Crediamo che questa esposizione contribuirà in modo significativo a valorizzare un percorso che abbiamo voluto istituzionalmente dedicare alla valorizzazione dell'arte contemporanea, nel cuore della città, dichiara Giacomo Galazzo, Assessore alla Cultura del Comune di Pavia.
 
Nature morte, paesaggi, figure, interni, Barabino ha sperimentato nel tempo tutte le possibilità del linguaggio visivo, fino ad approdare a una pittura essenziale, fatta di tratti netti, decisi e puri. Sovrano è sempre il colore, la materialità cromatica, che fa da filo conduttore. Le tele – scrive il curatore Giuseppe Stafforini nel testo di presentazione alla mostra – prima ancora di essere utilizzate vengono sottoposte ad un procedimento alchemico attraverso impasti di gesso di Bologna con  terre, acqua,  vinavil per consentire ai colori di meglio impregnarsi e rimanere fedeli ad equilibri cromatici costruiti con assoluto rigore. Non liscia i suoi colpi di pennello per evitare che i colori si mescino. Usa molto spesso coppie di colori complementari contrastanti per conferire al dipinto la massima energia visiva. Così è facile vedere come il rosso dei fiori contrasti con il verde delle foglie unendo anche sprazzi di viola che intersecano i gialli, colori tra i più amati. Usa un metodo decisamente particolare. Sovrappone i colori con spalmature successive, senza mai mischiarle. Per fare ciò aspetta che il primo strato di colore si asciughi prima di procedere con nuove spalmature. Un quadro puo’ rimanere in lavorazione anche per diversi mesi fino ad ottenere l’intensità e la profondità d’immagine voluta e raggiungere la massima autonomia della forma e dell’espressione artistica. E’ un metodo molto meticoloso che possiamo riscontrare in due illustri precursori: Cezanne e Seurat.
 
Barabino si accosta all’arte da bambino e cresce come autodidatta, fino a dedicare completamente la sua vita alla pittura. Si lascia influenzare dall'impressionismo francese, assaporato nel corso di un soggiorno parigino, per poi rivolgere l'interesse a un personale colorismo. Nel 1987 fonda con altri autori genovesi il "Gruppo 10", e frequenta per dieci anni i corsi dell'Accademia Ligustica di Belle Arti.
Non si è mai preoccupato di rincorrere questa o quella tendenza seguendo le mode dell’Arte Contemporanea, e nella sua vasta produzione artistica troviamo inequivocabilmente – come sottolinea anche il curatore – la dimostrazione empirica del concetto di Egon Schiele, secondo cui “l’Arte Moderna non esiste, l’Arte è  stata eterna fin dalle origini”.
La sua è una pittura contemporanea perché è di un pittore del giorno d’oggi, in piena attività, ma è anche una pittura fatta di valori universali: armonia, colore, luce, materia, solarità, freschezza, vivida  anche nella rappresentazione di un frutto reciso dal ramo.

Angelo Elio Barabino nasce a Genova nel 1935. Inizia a dipingere come autodidatta in tenera età. A sedici anni compra la prima cassetta di colori.
Dal 1962 al 1967 frequenta lo studio di Anacleto Ferrando, allievo di Vittorio Nattino, con cui approfondisce la tecnica della pittura a olio e dell’acquerello.
Nel 1967 si reca con Giacinto Derchi a Parigi dove ha un primo incontro con l’impressionismo. In seguito, e per circa tre anni, si perfeziona nella pittura a olio e nel disegno del nudo sotto la guida di Attilio Carrieri, il cui insegnamento è decisivo per la sua ricerca volta a perseguire un intenso colorismo.
Dal 1967 condivide lo studio di Sampierdarena, dove ancora oggi lavora, con Gianfranco Fasce. A seguito di quell’incursione parigina si moltiplicheranno i suoi viaggi (Spagna, Grecia, Russia, Inghilterra, Stati Uniti, India, Tunisia, Sudafrica, Marocco, Egitto) per visitare musei e per acquisire le suggestioni di nuovi paesaggi.
Nel 1987 fonda con altri pittori genovesi il “Gruppo 10”.
A partire dal 1991 frequenta per un decennio i corsi di libero disegno, di pittura e di storia dell’arte tenuti da Nicola Ottria, Bianca Passarelli, Luigi Sirotti e Carla Mazzarello presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti. Approfondisce inoltre la tecnica incisoria con Luca Tardito.
La maturazione del suo linguaggio espressivo rivela una sorta di enfasi espressionistica nutrita fondamentalmente di naturalismo, che coltiva da sempre in laboriosa, ricercata solitudine.
Le sue opere sono conservate in collezioni private italiane e straniere.     

Orari: giovedì e venerdì ore 16-19; sabato e domenica 10.30-12.30 / 16-19


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