Grande Arte nei Castelli del Ducato

Castello di Rivalta, Gazzola (PC)

 

Dal 11 Marzo 2017 al 25 Giugno 2017

Gazzola | Piacenza

Luogo: Castello di Rivalta e altre sedi

Indirizzo: Loc. Borgo di Rivalta 7

Telefono per informazioni: +39 0521.823221

E-Mail info: info@castellidelducato.it

Sito ufficiale: http://www.castellidelducato.it



Castelli del Ducato omaggia la mostra “Guercino a Piacenza tra Sacro e Profano” con iniziative, eventi, visite guidate speciali e percorsi, una serie di iniziative all'interno di alcuni manieri e rocche in provincia di Piacenza e Parma per invitare i turisti a soggiornare nel territorio più giorni e abbinare la visita alla Città di Piacenza anche ad un “fuori porta culturale” vicinissimo, andando alla scoperta di monumenti davvero unici.
Oltre alla più classica visita ai Castelli del Ducato aperti al pubblico, alcuni manieri, privati e pubblici, hanno deciso di organizzare qualcosa in più a tema metà Seicento e inizio Settecento.
 
Castello di Rivalta (PC)
Mostra di 324 stampe incise in rame originali del 1700 al Castello di Rivalta

Mentre Guercino affrescava la Cattedrale di Piacenza, anche nella vicina Rivalta si lavorava per migliorare il castello. In occasione del grande evento in città, il maniero dei Conti Zanardi Landi propone una straordinaria collezioni da ammirare.
Dall’11 marzo al 25 giugno 2017
"La collezione di autoritratti del Museo degli Uffizi è una delle più prestigiose al mondo per quantità e qualità dei pezzi. Il Castello di Rivalta ha la sua personale versione di questa raccolta che consiste in copie litografiche a colori prodotte sul finire del Settecento. Fra gli artisti che avrete il piacere di incontrare c’è anche il Guercino, divertitevi a scovarlo fra le 324 stampe appese nei salotti di Rivalta" spiega il il Conte Orazio Zanardi Landi presentando l'iniziativa.
La Famiglia Zanardi Landi apre in via eccezionale i salotti settecenteschi del Castello di Rivalta, solitamente chiusi alla visita per mostrarvi questa straordinaria collezione!
"Le opere sono tutte originali, prodotte nel XVIII secolo nell’antica stamperia di Niccolò Pagni e Giuseppe Bardi. Questi due editori fiorentini pubblicavano principalmente opere di argomento artistico, impreziosite da incisioni di alto livello fatte da artisti come Stefano Della Bella, Iacopo Callot e Carlo Lasinio. Fu proprio Carlo Lasinio, incisore e pittore trevigiano, a lavorare sulle stampe che avrete il piacere di ammirare. Si avvalse di un metodo calcografico all’avanguardia, il sistema Dagoty-Le Blon, che prevedeva l'utilizzazione di lastre multiple inchiostrate con i colori primari in modo che le stampe sembrassero pitture ad acquerello.
Oltre al percorso di visita guidata classico, che prevede stanze con arredi di diverse epoche: camere da letto, sala delle armi e della Battaglia di Lepanto, Museo del costume militare…. e un panorama spettacolare dall’alto della Torre sul Trebbia, la visita comprenderà la interessantissima Mostra delle vedute ottiche e stampe incise in rame originali del 1700 intitolata Collezioni di una famiglia".
 
Dall’11 marzo al 25 giugno 2017
Mostra di 104 Vedute Ottiche al Castello di Rivalta
Solo in occasione della mostra sarà possibile ammirare ambienti solitamente inaccessibili: in particolare, nella stanza della musica, troverete una collezione davvero molto interessante, esposta per la prima volta. Si tratta di 104 vedute ottiche originali del 1700.
Ad un primo sguardo le incisioni vi potranno sembrare delle classiche vedute di piazze e palazzi di città italiane ed europee, ma questa collezione ha qualcosa di speciale: quando la sala sarà al buio, e le vedute ottiche saranno retroilluminate, le incisioni improvvisamente vi sembreranno delle vedute notturne.
Si tratta di incisioni dai colori molto vivaci, con cieli azzurri digradanti verso un orizzonte più chiaro, strade e piazze con una prospettiva volutamente accentuata: le finestre degli edifici rappresentati sono appositamente traforate e coperte da carte colorate, così che una volta retroilluminate si ottiene un effetto notturno della stessa scena!
Le vedute ottiche oggi sono raggruppate nella stessa sala, ma un tempo queste si osservavano all’interno di una scatola, una ad una; era come vedere un film!
Osservandole potrete riconoscere le piazze di città come Firenze, Roma, Londra, Parigi, Amsterdam …che erano considerate tappe fondamentali del Gran Tour, il viaggio che i nobili intraprendevano per completare la propria formazione nel 1700 e nel 1800, che poteva durare da pochi mesi fino ad una paio d’anni. Inizialmente dei souvenir, divennero in seguito pezzi da collezione. Le producevano stampatori attivi a Londra e Parigi e in Italia i Fratelli Remondini di Bassano.
La collezione dei Conti Zanardi Landi di Rivalta, esposta nel castello di famiglia, è intitolata "Viaggio in Europa” e comprende anche le incisioni dette del "Figliol Prodigo”, le uniche che non rappresentano vedute di piazze conosciute. La storia del Figliol Prodigo che lascia la casa paterna era il pretesto per raccontare un viaggio attraverso l’Italia e le maggiori città d’Europa.
Costi: Adulti: 12,00 Euro; Bambini (età fino a 12 anni): 9,00 Euro; Sotto i 6 anni ingresso gratuito
Orari di apertura:
Lunedi e Martedi su prenotazione
Mercoledi Giovedi e Venerdi visite alle ore 11.00 e 15.30
Sabato visite alle ore 11.00 14.00 15.20 16.40 18.00
Domenica e tutti i festivi visite alle ore 10.30 12.00 14.00 15.20  16.40 e 18.00
Possibilita’ di prenotare visite in lingua straniera
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Cosa accadeva nel corso del Seicento al Castello di Rivalta?
Intervista al Conte Orazio Zanardi Landi, Presidente del Circuito Castelli del Ducato.
"Nel corso del Seicento al Castello di Rivalta vengono rifatte le scuderie e vengono ampliati alcuni saloni, ma soprattutto vengono costruite le elegantissime volte delle camere da letto, in sostituzione dei vecchi soffitti a cassettoni quattrocenteschi. Il castello si rinnova per abbandonare il suo aspetto medievale ed entrare pienamente nell’età moderna, dai gusti più raffinati e preziosi. Questa smania di cambiamento e miglioramento continua a Rivalta anche nel corso del Settecento, quando vengono creati nuovi salotti e viene rifatta la facciata adeguandola al più moderno gusto neoclassico.
Le migliorie non sono solo architettoniche, nel corso del Seicento vengono prodotte molte opere d’arte che impreziosiscono il castello. Fra le più importanti vogliamo menzionare il Cristo nudo dello scultore toscano Francesco Mochi. Il Mochi, formatosi in ambiente manierista, ma considerato uno dei primi iniziatori del barocco, fu a Piacenza fra il 1612 e il 1629 per lavorare alle statue equestri di Piazza Cavalli. Pensiamo che in questo periodo abbia realizzato anche il Cristo nudo, pezzo centrale della sala dei paramenti sacri nell’area museale del nostro castello.
Altre opere degne di menzione sono le due grandi tele di Carlo Francesco Nuvolone, che potrete ammirare nel salone d’onore. Il Nuvolone si formò presso la scuola di pittura dell’Accademia Ambrosiana di Milano, nella prima metà del Seicento, e in queste due tele dal tema mitologico mostra tutta la sua maestria nella resa teatrale e concitata dei movimenti, tipica della pittura borromaica di inizio Seicento.
Un’altra tela seicentesca che si trova al castello è quella di Francesco Monti, detto il Brescianino delle battaglie. È stato possibile attribuire con certezza il dipinto al Monti grazie ad un illogico punto luce, caratteristica tipica dell’artista, che illumina alcuni cavalieri in primo piano. L’opera rappresenta lo sbarco degli Scotti a Cipro, in soccorso dei veneziani che qui avevano una importante base commerciale minacciata dagli ottomani. La famiglia Scotti Douglas si è estinta con la bisnonna del Conte Orazio: per questo motivo molti oggetti di questo ramo della famiglia, fra cui le tre inestimabili bandiere della battaglia di Lepanto, sono ora nel Castello di Rivalta.
Si trova al castello anche "Giuseppe venduto dai fratelli” di Pier Leone Ghezzi, opera inizialmente attribuita al Guercino per le atmosfere che la caratterizzano, tipiche del tardo barocco romano. L’opera si trova da tempo in collezioni private e non se ne conosce la storia, l’attribuzione al Ghezzi è recente e si basa su ragioni stilistiche. Viene qui raffigurato l’episodio biblico che vede Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto agli Ismaeliti da i suoi stessi fratelli.
Il Castello di Rivalta è di proprietà dei Conti Zanardi Landi di Veano, un ramo della famiglia Landi che risiede a Rivalta sin dal 1200. La stessa famiglia che ha apportato le modifiche architettoniche secentesche e che ha commissionato, ereditato ed acquistato le notevoli opere d’arte appena menzionate, così come tantissime altre, continua ancora oggi a prendersi cura del castello e della sua incredibile eredità storica.
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Rocca e Castello di Agazzano (PC)
GUERCINO 2017 A PIACENZA
LA PROPOSTA A TEMA AL CASTELLO DI AGAZZANO
Da sabato 25 marzo a sabato 3 giugno, tutti i sabati con unica visita alle ore 11.00
Negli altri giorni solo su prenotazione per gruppi di minimo 10 persone.
Guercino si racconta nel Castello di Agazzano: i suoi contemporanei hanno detto che....
Visita straordinaria al maniero
In occasione della mostra Guercino a Piacenza – tra Sacro e Profano, (4 marzo – 4 giugno), il Castello di Agazzano realizzerà delle visite esclusive per rivelare aspetti curiosi del grande maestro: pittore di Corte, uomo "dal temperamento tirante al sanguigno… sincerissimo, inimico della bugia” e instancabile lavoratore. Guercino è il pittore del '600 non solo più prolifico, ma anche quello di cui si hanno maggiori testimonianze e documentazione.
Nativo di Cento, tra Bologna e Ferrara, da giovane Francesco Barbieri (detto il Guercino) compiva lunghi viaggi per visitare le chiese dell'Emilia, dove erano custodite le opere dei maestri più anziani da cui trasse emozioni e insegnamenti. Conosciuto per i soggetti religiosi, e le "figure umane”, non bisogna dimenticare i disegni dei suoi paesaggi, di grande bellezza. Non erano disegni preparatori per opere posteriori, ma opere che si vendevano come tali. Tra il 1626 e il 1627 Guercino soggiorna a Piacenza, dove è stato chiamato per completare gli affreschi della cupola del Duomo. Non abbiamo notizie su suoi eventuali spostamenti fuori città in questo periodo, ma dato l'amore per il paesaggio unito a una spiccata curiosità, ci piace immaginare che abbia visitato anche le colline ricche di borghi e castelli.
La storia del Castello di Agazzano, nella prima metà del 1600 è particolarmente travagliata.
Gli Scotti, signori del Castello da loro fatto erigere alla fine del XIII secolo, accusati di aver ucciso Francesco Arcelli persero il feudo nel 1613. Solo dopo incalzanti vicende Gaspare, riuscendo a dimostrare la falsità delle denunce, nel 1652 lo riscattò dalla Ducale Camera.
Gli Scotti, sono una delle famiglie più antiche e potenti di Piacenza fin dal tempo dei Comuni: Alberto Scoto, eletto podestà della città nel 1290, riuscì anche a sottrarre ai Visconti, seppur per breve tempo, il dominio su Milano. È a lui che si deve la costruzione di Palazzo Gotico, esemplare unico in Italia nel suo genere, sito a Piacenza in Piazza dei Cavalli. Gli Scotti furono un casato d'arme (le stelle sullo stemma indicano le rotelline degli speroni dei cavalieri) e di commercio. Durante il 1200 costituirono la Societas Scotorum e si distinsero tra i maggiori negozianti di lana in Europa. Capaci e ambiziosi, unirono spesso il proprio nome a quello di importanti famiglie italiane. Tra tutte ricordiamo i Gonzaga, duchi di Mantova per cinque secoli. Nel 1493 Giovanni Scotti sposò Aloisia Gonzaga di Novellara il cui bellissimo mausoleo si può vedere ancora oggi nella chiesa di San Giovanni in Canale a Piacenza. Aloisia fu una donna di notevole intelligenza e determinazione; non esitò a trattare con gli Sforza per addolcire l'austera Rocca del feudo di Agazzano con un insolito loggiato e due giardini pensili in ricordo di Palazzo Ducale a Mantova. I Gonzaga torneranno nel castello nella seconda metà del 1900 con il matrimonio tra Luisa Anguissola Scotti discendente dalla antica famiglia degli Scotti e il principe Generale Ferrante Gonzaga di Vescovato. Nell'ingesso di Palazzo Ducale a Mantova si possono ammirare i due busti in bronzo dedicati a Ferrante e al padre Maurizio, il petto più decorato d'Europa. I Gonzaga, da sempre furono profondi intenditori di arte e mecenati di artisti. Sapevano riconoscere i talenti e non si lasciavano scappare le opere più prestigiose per arricchire le loro collezioni. Pochi anni prima che Guercino fosse chiamato a Piacenza, un altro Gonzaga, Ferdinando "trasmise” al pittore cento scudi ordinandogli un quadro, lasciandolo però libero di sceglierne il soggetto. Ed è così che Guercino realizzò Erminia e il pastore. Guercino, uomo schivo e timido volle consegnare direttamente al Duca il dipinto che gli regalò altri cento scudi e lo nominò Cavaliere.
Nelle incantevoli sale dell’antico castrum di Agazzano, oggi castello rispondente ai canoni francesi del XVII secolo, le opere seicentesche saranno il punto di partenza per una conversazione intrigante e affascinante alla scoperta del Guercino attraverso le parole dei suoi contemporanei. Parole che rivelano opinioni e aneddoti sul maestro e, nello steso tempo, raccontano la cultura e la società dell’epoca barocca. Dal castello, il percorso continuerà sotto l’immortale sguardo delle statue mitologiche nel giardino al cui disegno ha contribuito Luigi Villoresi, direttore del parco della villa reale di Monza. I vialetti, la disposizione dei fiori e il taglio delle aiuole interpretano tutte le caratteristiche del gusto francese sviluppatosi sulla tipologia del giardino rinascimentale all’Italiana. A ritroso nel tempo la visita terminerà tra le possenti mura della Rocca medievale, esempio di fortificazione militare, dotata di un particolare mastio con rivellino e teatro di misteri e combattimenti. Camminando tra le stanze, il loggiato e il salone affrescato, si vedranno antichi reperti e si conosceranno le vicissitudini di una famiglia che dalla fine del 1200 a oggi ha legato la propria storia a quella del Castello.
Giorni e orari:
Da sabato 25 marzo a sabato 3 giugno, tutti i sabati con unica visita alle ore 11.00
Negli altri giorni solo su prenotazione per gruppi di minimo 10 persone.
Costo di ingresso:
9 euro; 8 euro per i gruppi
info@castellidelducato.it – www.castellidelducato.it
 
Borgo di Vigoleno (PC)
GUERCINO 2017 A PIACENZA
COSA  ACCADEVA NEL 1600 NEL BORGO DI VIGOLENO?
Fate una visita al paese e soffermativi attorno alla Fontana.
La vita di Vigoleno gravitava, infatti, nel Seicento attorno alla fontana del borgo.  (1)
Nel XVII secolo, il Podestà di Vigoleno è dovuto intervenire in diverse occasioni per richiamare i castellani ad un maggiore rispetto della fontana pubblica. I documenti mettono in evidenza la preoccupazione del podestà di mantenere la fontana in perfetta efficienza. Significativo è il documento del 1627 che reca l'intestazione: "Ordine del Podestà di Vigoleno di non guastare il condotto della fontana”. Tale grida vietava alla popolazione di "..lavar panni in detto vaso, ne sgurare ò lavarsi le mani in esso, ne abbeverare le bestie in esso vaso..” sotto pena di multe pecuniarie e arbitrarie. In un secondo documento del 1685, dal titolo "Grida della fontana”, il Commissario di Vigoleno vietava di utilizzare zappe, picconi, scure o altro attrezzo che poteva rovinare i condotti della fontana "..sotto pena di scudi cinquanta d'oro... oltre l'emenda del danno da reffarsi a d.ta Comunità e di più di tratti tre di corda, da esserli datti irremissibilmente in pubblico”. Prosegue il documento, vietando alla popolazione di gettare nell'acqua brutture e altre "cose stomachevoli” perché la fontana è stata fatta "per beneficio humano, e de sudditi”.
(1) da: Giorgio Eremo "Vigoleno... da Vicolo(ò sia hoggi da Vicoleno) … 1999
Il comune e gli "homini” di Vigoleno(sec.XVII).   (2)
Aspetti della vita amministrativa del Feudo degli Scotti nel XVII secolo.
A Vigoleno c'era una certa tutela anche per la salvaguardia dei diritti della classe rurale. Gli abitanti del Feudo di Vigoleno manifestavano il proprio volere tramite un certo numero di omini, chiamati nei documenti homineso homini, eletti democraticamente ogni anno. Le decisioni prese collegialmente da questi rappresentanti avevano valore vincolante per tutto il popolo nei confronti delle istituzioni, in quanto espressione della volontà e dell’autorevolezza del "Comune e degli homini di Vigoleno”. Tale binomio, dal significato in parte ancora misterioso, aveva sicuramente una valenza legale e costituiva una formula quasi rituale che si trova frequentemente riportata nei documenti ufficiali a partire dalla fine del 1300 a tutto il 1600.
Un atto del 1604, intitolato "Processo criminale contro il Podestà di Vigoleno Sig. Pietro Ricorda imputato d’aver fatto abbortire la Lucrezia Moschini”, costituisce un’altra conferma molto significativa che, anche nel passato, qualche intoccabile cadeva nella rete della giustizia.
Il documento che ci mostra la società del XVII secolo, almeno a livello amministrativo locale, reca la data del 1621 ed è reperibile nell’archivio di Stato di Piacenza presso il Fondo Scotti da Vigoleno. Questo scritto porta il titolo: "Supplica data dalla Comunità di Vigoleno al Signor Feudatario Marchese Alessandro Scotti per ottenere l’elezione del Podestà del detto luogo.” Questa fonte non riguarda l’elezione del Podestà, come asserito, bensì quella degli "homini del Comune”. Il documento del 1621, riferisce di un’assemblea straordinaria tenuta dal consiglio comunale, in prossimità della sua scadenza annuale, per l'elezione degli homini del Comune ed elenca i nominativi degli eletti nel 1622.
L’usanza di eleggere i nuovi consiglieri il 31 dicembre di ogni anno, non era praticata solo a Vigoleno, ma pure in altre località del Piacentino. Il gesto poteva avere anche un significato simbolico, in quanto testimoniava che l’attenzione dei rappresentanti del Comune per la conduzione della cosa pubblica era tale, da dedicarvi sia il primo che l’ultimo momento dell’anno.
Il secondo argomento "all’ordine del giorno” si riferiva al malcontento che serpeggiava fra la popolazione, a causa dell’aumento del numero di mine di frumento da versare, come decima, al Feudatario.
Gli oneri abbastanza gravosi ai quali erano soggetti i cittadini di Vigoleno, congiuntamente alla loro indole poco incline ad accettare con passività le vessazioni delle autorità, rendono ugualmente credibile la notizia della sollevazione popolare. Il fatto che tale piccola sommossa possa davvero esserci stata, nonostante la mancanza di riscontri documentari, è reso plausibile dalla sollevazione popolare realmente avvenuta successivamente nel 1740.
Sotto l’aspetto amministrativo e politico, il Feudo degli Scotti risultava suddiviso in sette quartieri, il cui numero poteva però variare di una unità, in più o in meno, a seconda delle esigenze che si presentavano o in base a particolari accordi con i Feudatari confinanti.
Al capoluogo, che costituiva il 1° quartiere, detto anche Castello o Vigoleno, seguivano quelli di Ongina, Bacedasco, Orsi, Costa, Groppo e Villa. I verbali redatti il 31 dicembre degli anni: 1603, 1622, 1774 e 1795 riportano, per ogni quartiere, i nominativi dei consiglieri eletti negli anni immediatamente successivi e quelli giunti invece alla fine del loro mandato annuale.
(2) da: Fondo Scotti di Vigoleno presso l'Archivio di Stato di Piacenza, in uno studio inedito di Giancarlo Passera, "Il Comune e gli homini” di Vigoleno
Visitare Vigoleno
Percorso 1: visita libera al Mastio
Percorso 2: visita libera al Mastio e guidata al Piano Nobile del Castello
Percorso 3: visita guidata Mastio, Borgo, Chiesa Romanica, Piano Nobile del Castello
(il piano nobile è visitabile solo con guida alle condizioni previste per i gruppi o per i singoli)
Orari
marzo sabato 14.30/18, festivi 11/12.30 e 14.30/18;
aprile – giugno feriali 15/17.30, sabato 14.30/18, festivi 11/12.30 e 14.30/18;
info@castellidelducato.it – www.castellidelducato.it
 
Labirinto della Masone (PR)
GUERCINO 2017 A PIACENZA
LA PROPOSTA A TEMA DEL LABIRINTO DELLA MASONE
DI FRANCO MARIA RICCI
Carracci-Gessi-Reni-Schedoni: paradigmi del Seicento Italiano nella Collezione di Franco Maria Ricci
Da sabato 4 marzo a domenica 4 giugno (tutti i giorni tranne il Martedì)
10.30 – 19.00 orario continuato
Alla scoperta delle vicinanze stilistiche tra il Guercino e gli Autori a Lui vicini tra gli artisti della Collezione di Franco Maria RicciV.
Sarà presente negli spazi del museo un pannello a tema esplicativo e commentato durante le visite guidate citando la mostra allestita a Piacenza
Costi:
Adulti: ingresso singolo 18 € - ingresso gruppi 15 € - visita guidata (max 20 persone) 120 €
Bambini (età fino a ): da 0 a 5 anni gratis – da 6 a 12 anni 10 €
info@castellidelducato.it – www.castellidelducato.it
 
Rocca Sanvitale di Sala Baganza (PR)
GUERCINO 2017 A PIACENZA
LA PROPOSTA A TEMA ALLA ROCCA DI SALA BAGANZA (PR)
Sabato 4 marzo alle 20.30 e alle 22
"Visita con delitto" in costume: rievocazione dell'assassinio di Pierluigi Farnese
In contemporanea alla mostra del Guercino a Piacenza, la Rocca Sanvitale di Sala Baganza omaggia il periodo storico
sabato 4 marzo con l'evento "Visita con delitto", iniziativa in costume con attori.
Verrà rappresentato l'assassinio di Pierluigi Farnese da parte dell'Anguissola.
L'orario dei due spettacoli è 20,30 e 22.00.
Costo 15 Euro a persona.
info@castellidelducato.it– www.castellidelducato.it
 
Rocca Sanvitale di Fontanellato (PR)
GUERCINO 2017 A PIACENZA
LA PROPOSTA A TEMA ALLA ROCCA SANVITALE DI FONTANELLATO
Visita guidata a tema Seicento accompagnati dal Conte Stefano Sanvitale e tappa allo Stendardo della Beata Vergine. Il Museo prima del Museo.
Domenica 26 marzo alle 16
In concomitanza con la mostra "Guercino a Piacenza – tra Sacro e Profano”, la Rocca Sanvitale di Fontanellato sede del Circuito dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza, nell'ottica della più ampia valorizzazione del territorio, organizza domenica 26 marzo 2016 alle ore 16 una speciale Visita Guidata a tema Seicento con tappa allo Stendardo della Beata Vergine del Rosario.
I visitatori saranno accompagnati nel percorso nel maniero dal Conte Stefano Sanvitale e, nell’ambito della visita guidata, scopriranno curiosità, storia, aneddoti legati alla trasformazione in atto in quel periodo in Rocca sotto la spinta del vivace clima di rinnovamento culturale che si respirava in quegli anni.
Come era, infatti, la Rocca Sanvitale di Fontanellato – uno tra i manieri più belli dell’Emilia Romagna - prima di diventare una Casa-Museo, una pinacoteca, un Castello aperto ai tanti turisti e alle numerose scolaresche che ogni anno la scelgono quale metà per una gita, una visita guidata didattica, uno spazio dove fare esperienza viva della storia con un laboratorio creativo?
Era la dimora dei nobili che per oltre 500 anni senza soluzione di continuità si sono avvicendati. Era la casa di quel Stefano Sanvitale, capitano di galera, cavaliere Gerosolimitano, morto a 85 anni senza mai sposarsi. La sua biografia è legata all’affascinante storia e riscoperta dello Stendardo dedicato alla Beata Vergine del Rosario - bandiera da nave di seta dipinta lunga m. 5 larga m. 3,20 - legata al culto della devozione mariana e alle sue origini a Fontanellato.
Entrerete nella Sala in cui è esposto il grande stendardo serico della Madonna un tempo conservato nell’Oratorio della Rocca.
La prenotazione è obbligatoria. Costo: 10 Euro.
info@castellidelducato.it – www.castellidelducato.it
 
Castello di Scipione dei Marchesi Pallavicino (PR)
GUERCINO 2017 A PIACENZA
LA PROPOSTA A TEMA AL CASTELLO DI SCIPIONE DEI MARCHESI PALLAVICINO (PR)
Negli anni in cui Guercino affrescava la Cattedrale di Piacenza, nel periodo di grande fermento culturale che stava vivendo il Ducato nella metà del Seicento, anche il Castello di Scipione dei Marchesi Pallavicino, sotto la spinta di questa cultura sempre più raffinata, si trasformava da dimora fortificata a splendida residenza.
Sotto la spinta del vivace clima di rinnovamento culturale dell’epoca, il Castello si trasforma da dimora fortificata a raffinata residenza nobiliare. Nel percorso della visita guidata dal 4 marzo al 4 giugno 2017 verranno raccontati aneddoti legati ai personaggi che in quell’epoca vivevano nel Castello e verranno svelati i messaggi nascosti delle decorazioni e degli affreschi che datano di questo periodo.
Nei giorni e negli orari di apertura al pubblico del Castello
marzo: sabato 15, 16, 17, domenica e festivi 10.30, 11.30, 15, 16, 17;
da aprile a giugno: giovedì e sabato 15, 16, 17, 18; domenica e festivi 10.30, 11.30, 15, 16, 17, 18
 
In concomitanza con la mostra "Guercino a Piacenza – tra Sacro e Profano”, il Castello di Scipione dei Marchesi Pallavicino offre ai visitatori, nell’ambito della visita guidata,  uno spaccato della grande trasformazione in atto in quel periodo nel Castello sotto la spinta del vivace clima di rinnovamento culturale che si respirava in quegli anni.
Verranno ripercorse alcune vicende dei personaggi illustri che lo abitavano svelando i messaggi nascosti delle decorazioni e affreschi che datano di questo periodo.
Abbandonato il periodo delle sanguinose lotte feudali e sotto la spinta della cultura sempre più raffinata in voga in quegli anni, il Castello si trasformava da dimora fortificata a raffinata residenza nobiliare. Veniva costruito un ampio loggiato con finestre aperte come fughe prospettiche su uno splendido scenario di colline. All’interno le stanze si arricchivano di preziosi soffitti a cassettoni, splendidi camini e affreschi con scene mitologiche e decorazioni che spesso alludevano all’antica nobiltà dello Stato Pallavicino, in contrapposizione con la recente nobiltà dei Farnese. Un esempio lo si trova nel Salotto del Diavolo dove "un’ allegorica dama meditabonda recante sul capo un’aurea corona e ornata di una collana di perle, simboli dello storico splendore della casata e della purezza della nobiltà, siede su un trono dietro cui campeggia Busseto, capitale dello Stato Pallavicino”, forzosamente inglobato dai Farnese”.
Il grande salone dell’ala Nord viene fatto decorare con scene sacre e profane e con una sontuosa decorazione a stucco che sormonta l’imponente camino, con mascheroni ed elementi vegetali che incorniciano una scena di putti che giocano con un’asse di equilibrio, probabile allusione all’instabilità della fortuna umana. Sulla cornice del camino campeggiano le inziali di "Marchesi ab Immemorabili”, sempre a ricordare la storia gloriosa della casata, tra le poche in Europa a vantare più di mille anni di storia documentata.
In quegli anni abitava nel Castello il Marchese Giangirolamo Pallavicino (1570-1628), illustre personaggio con importanti incarichi alla Corte Ducale. Dei suoi otto figli, uno in particolare prenderà una strada diversa, il Marchese Ferrante Pallavicino (1615-1644), il quale, alla morte del padre, costretto a prendere i voti, scriverà alcune novelle per denunciare il malcostume della Chiesa e in particolare contro Papa Urbano Ottavo, pubblicate soprattutto nei paesi diventati protestanti. Fu decapitato ad Avignone su istigazione di Papa Barberini, dopo esservi stato attirato con uno stratagemma. E’ considerato uno dei massimi esponenti del "libertinismo" italiano.
Costi:
Adulti: 9 euro
Bambini (età fino a 5 anni gratuito, dai 6 ai 16 anni 8 euro):
info@castellidelducato.it – www.castellidelducato.it
 

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