Renzo Sbolci. Metope

Dal 9 May 2015 al 20 May 2015
Pisa
Luogo: GAMeC CentroArteModerna
Indirizzo: Lungarno Mediceo 26
Orari: 10-12,30 / 16,30-19; lunedì chiuso
Curatori: Massimiliano Sbrana
Telefono per informazioni: +39 050 542630
E-Mail info: info@centroartemoderna.com
Sito ufficiale: http://www.centroartemoderna.com
Si inaugurerà Sabato 9 Maggio 2015 alle ore 17,30 (con ingresso libero) presso la GAMeC CentroArteModerna di Pisa (su Lungarno Mediceo,26) a cura di Massimiliano Sbrana, la mostra "Metope" nuovo appuntameto con le opere dell'artista livornese Renzo Sbolci.
Nato a Montenero (Livorno) nel 1947, la sua ricerca artistica inizia negli anni ottanta; dopo un breve periodo figurativo che trae ispirazione dall'opera di Giorgio Morandi, sia come paesaggi che come nature morte, sente necessario rivolgersi verso una ricerca informale e materica. Lavora su più tele accoppiate dove traccia su superfici dense di materia e segni molto forti che passano da una tela all'altra. Poi agli inizi del 2000 abbandona definitivamente la tela per lavorare con il legno che gli permetteva di creare opere di maggior spessore (quasi sculture bidimensionali) e dove poteva indagare anche sul gioco del pieno e del vuoto. Elemento costante del suolavoro è stato la forma del "pesce" ma solo da alcuni anni ho compreso che questa forma era in realtà "simbolo".
Come ha scritto il critico Prof. Sandra Lucarelli nel recente testo dedicato alla sua ultima produzione : "...Gli intagli sono come le tessere del Mosaico della Vita, sono i segni di un grafismo psico-analitico che dal sub-conscio si muove verso il pre-conscio e l'inconscio ... E' una tavolozza nautica in continue migrazioni per risalire alle nostre correnti più intime e sommesse ... Renzo Sbolci - artista migrante ... ".
Nato a Montenero (Livorno) nel 1947, la sua ricerca artistica inizia negli anni ottanta; dopo un breve periodo figurativo che trae ispirazione dall'opera di Giorgio Morandi, sia come paesaggi che come nature morte, sente necessario rivolgersi verso una ricerca informale e materica. Lavora su più tele accoppiate dove traccia su superfici dense di materia e segni molto forti che passano da una tela all'altra. Poi agli inizi del 2000 abbandona definitivamente la tela per lavorare con il legno che gli permetteva di creare opere di maggior spessore (quasi sculture bidimensionali) e dove poteva indagare anche sul gioco del pieno e del vuoto. Elemento costante del suolavoro è stato la forma del "pesce" ma solo da alcuni anni ho compreso che questa forma era in realtà "simbolo".
Come ha scritto il critico Prof. Sandra Lucarelli nel recente testo dedicato alla sua ultima produzione : "...Gli intagli sono come le tessere del Mosaico della Vita, sono i segni di un grafismo psico-analitico che dal sub-conscio si muove verso il pre-conscio e l'inconscio ... E' una tavolozza nautica in continue migrazioni per risalire alle nostre correnti più intime e sommesse ... Renzo Sbolci - artista migrante ... ".
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