Alvin Curran. Hear Alvin Here

Alvin Curran, Roma, 1980 | Foto: Adriano Mordenti

 

Dal 20 Settembre 2023 al 17 Marzo 2024

Roma

Luogo: MACRO - Museo di Arte Contemporanea

Indirizzo: Via Nizza 138

Orari: Martedì, mercoledì, giovedì e venerdì: 12.00 – 19.00 Sabato e domenica: 10.00 – 19.00 Lunedì chiuso Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura

Curatori: Luca Lo Pinto

Enti promotori:

  • Assessorato alla Cultura di Roma Capitale
  • Azienda Speciale Palaexpo

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Sito ufficiale: http://www.museomacro.it


In occasione della sua prima retrospettiva istituzionale, il musicista e compositore statunitense Alvin Curran (Providence, Rhode Island, 1938) ripercorre oltre cinquanta anni della sua musica e delle sue collaborazioni, raccontando anche il rapporto con la città di Roma, dove vive e lavora dal 1965. La storia romana di Alvin Curran parte da Musica Elettronica Viva (1966), la Galleria l’Attico di Fabio Sargentini (1967) e il Beat ‘72 (1973) per arrivare a Renato Nicolini, Radio Arte Mobile di Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier e il MAXXI di Hou Hanru.

Attraverso una nuova opera sonora, un mixtape che racchiude frammenti di molteplici composizioni, improvvisazioni ed installazioni, Curran accompagna il pubblico in un percorso autobiografico di ascolto che va dagli inizi della sua carriera alla fine degli anni Cinquanta, fino ai suoi più recenti lavori. Dalle improvvisazioni libere alle esperienze Fluxus, dalle composizioni per sirene di nave alle musiche per orchestra e pianoforte, fino all’intelligenza artificiale e ai brani scritti per Maria Monti e Memè Perlini, Hear Alvin Here propone un excursus che permette di ripercorrere, in filigrana, alcuni dei nodi centrali della musica sperimentale dal secondo Novecento in poi.
 
Attraverso questo nuovo lavoro sonoro, Curran guarda retrospettivamente alla propria opera, mescolando con libertà stili, epoche e linguaggi diversi, come a sintonizzare la frequenza di volta in volta su un diverso frammento della sua produzione, giocando con le infinite possibilità combinatorie offerte dal suo repertorio di composizioni e suoni. Nel mondo evocato da Curran tutto sembra poter coesistere: dalla musica popolare alle più raffinate e libere sperimentazioni, spesso intervallate dalla presenza costante del pianoforte, strumento di elezione che lo accompagna fin dalla prima infanzia.
 
Dopo la formazione musicale negli Stati Uniti, il trasferimento a Roma rappresenta un momento fondamentale nella biografia di Curran dando vita a una serie di incontri e collaborazioni che hanno segnato l’evolvere della sua produzione. Qui, nella primavera del ’66, insieme a Frederic Rzewski e Richard Teitelbaum fonda Musica Elettronica Viva, collettivo sperimentale che si dedica all’improvvisazione acustica ed elettronica. Nei primi anni Settanta Curran inizia la sua attività di esecutore solista, si tratta di un periodo incredibilmente prolifico che porta alla realizzazione di alcuni lavori seminali, tra cui: Canti E Vedute Del Giardino Magnetico (1973), Fiori Chiari, Fiori Oscuri (1974), Canti Illuminati (1975) e The Works (1980) – tutti presentati per la prima volta nei teatri d’avanguardia romani. Nei decenni successivi Curran opera instancabilmente come compositore, esecutore, docente, improvvisatore e sound artist, sfruttando le più diverse tipologie di fonti sonore, quali strumenti tradizionali, suoni generati elettronicamente e registrazioni ambientali. Nel corso degli anni i suoi progetti diventano sempre più eterogenei, includendo composizioni da solista, musica da camera e per orchestra, per danza e teatro, lavori radiofonici, opere coreografiche musicali e installazioni ambientali. Centrale nel suo lavoro diventa anche la volontà di portare la musica al di fuori dei luoghi istituzionali deputati al suo ascolto. Nell’insieme, la pratica del compositore è dedicata “a restituire dignità alla professione del fare musica non commerciale come parte di una ricerca personale di future forme e possibilità sociali, politiche e spirituali”.
 
Con un approccio irriverente e “tradizionalmente sperimentale”, Curran ha testato nuove forme della composizione, della performance e dell’interazione con il pubblico, ha collaborato con artisti di ogni disciplina e suonato in luoghi non convenzionali. Hear Alvin Here è perciò un omaggio alla lunga carriera di una figura spesso inafferrabile ma centrale all’interno della storia della musica e della cultura contemporanea nel suo complesso.
 
ALVIN CURRAN (Providence, Rhode Island, 1938) vive e lavora a Roma dal 1965.  Ha studiato con Ron Nelson, Elliott Carter e Mel Powell. Nel 1966 ha co-fondato il collettivo Musica Elettronica Viva con Frederic Rzewski e Richard Teitelbaum. Curran ha insegnato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma (1975-1980), al Mills College (1991-2006) e alla Hochschule für Musik di Mainz (2011), tra gli altri. Ha scritto molto sulla musica, sulla sua musica e su quella di diversi artisti; ha tenuto migliaia di performance dal vivo e presentato il suo lavoro in contesti istituzionali internazionali, la sua discografia include oltre trenta registrazioni da solista e sessanta in collaborazione con altri musicisti. Al suo lavoro è stato dedicato il libro Alvin Curran: Live in Roma, a cura di Daniela Tortora (Die Schachtel, 2010), mentre The Alvin Curran Fakebook, un compendio illustrato di brani annotati, è stato pubblicato nel 2015. 


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