GIAN LORENZO BERNINI. IL BUSTO DI URBANO VIII

Gian Lorenzo Bernini, Busto di Urbano VIII (dettaglio). Collezione Principe Corsini I Ph. A. Quattrone

 

Dal 06 Ottobre 2022 al 30 Luglio 2023

Roma

Luogo: Palazzo Barberini

Indirizzo: Via delle Quattro Fontane 13

Orari: dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 19.00 (la biglietteria chiude alle 18.00). Chiuso Lunedì, 25 Dicembre, 1° Gennaio

Costo del biglietto: intero 12 € , ridotto 2 € (cittadini UE tra i 18 e i 25 anni) Palazzo Barberini + Galleria Corsini, valido 20 giorni dal momento della timbratura. Gratuito under 18 e altre categorie. La prenotazione è obbligatoria in occasione delle domeniche gratuite (prima domenica del mese) al costo di 1 euro

Sito ufficiale: http://www.barberinicorsini.org


A partire da giovedì 6 ottobre 2022 le Gallerie Nazionali di Arte Antica ospiteranno il busto in bronzo di Urbano VIII eseguito da Gian Lorenzo Bernini nel 1658.

L’opera si potrà ammirare presso Palazzo Barberini fino al 30 luglio 2023 nella Sala Sacchi, dedicata ai protagonisti della famiglia Barberini, con i ritratti dipinti e scolpiti di Urbano VIII e dei suoi nipoti realizzati da Gian Lorenzo Bernini, Giuliano Finelli, Carlo Maratti, Lorenzo Ottoni.

Per la prima volta nella storia i visitatori potranno ammirare, uno accanto all’altro, sia il busto in bronzo del 1658, sia la versione in marmo del Ritratto di Urbano VIII (datato 1655 circa), conservata a Palazzo Barberini, la quale costituisce il suo prototipo. 
Gian Lorenzo Bernini eseguì nell’arco del papato di Maffeo Barberini una grande quantità di effigi del pontefice in marmo e in bronzo, segno di un sodalizio duraturo e prolifico tra committente e artista. Il busto in bronzo attualmente in mostra fu menzionato per la prima volta dallo storico Ludwig von Pastor nella sua Storia dei Papi(1928), e per diverso tempo non ha suscitato grande attenzione negli studi sul Bernini; per Valentino Martinelli (I ritratti di pontefici di G.L. Bernini, 1956) si trattava semplicemente di una “replica mediocre” del busto in bronzo esposto al Louvre e anche Rudolf Wittkower (Gian Lorenzo Bernini: The Sculptor of the Roman Baroque, 1955) lo classificò allo stesso modo.

Tuttavia, come ha dimostrato Andrea Bacchi – tra i massimi esperti di scultura barocca e curatore da ultimo della mostra Bernini alla Galleria Borghese nel 2017 – in una lettera datata 11 novembre 1655, il cardinale Antonio Barberini scriveva all’artista: “la prego (…) di farmi fondere l’altra testa della Serenissima Memoria di Urbano”. Successivamente, in una lettera del marzo 1656, viene ancora nominata l’opera. Il Cardinale, insistendo per la realizzazione del busto, scriveva: “Intendo ancora che la si accinga per il secondo getto della testa della santa memoria di Papa Urbano”.

Il bronzo in mostra era appunto una di quelle fusioni, mentre l’altra è da identificarsi con l’esemplare esposto al Louvre donato dalla famiglia Barberini a Luigi XIV nel 1672 dopo la morte del Cardinale. 

Ancora nel 1681, presso la casa di Bernini erano conservati due busti del Pontefice in terracotta, uno ricordato in forma generica, l’altro così descritto: “un ritratto di Papa Urbano Ottavo fatto di creta cotta con il suo busto, e piede indorato”. A parere dello studioso, uno di questi era probabilmente il modello da cui Bernini aveva potuto trarre le versioni in bronzo nel corso degli anni.

Il busto in bronzo in prestito a Palazzo Barberini è esemplare del rinnovamento della formula ritrattistica che Bernini aveva elaborato negli anni Trenta del Seicento, in maniera specifica per Urbano VIII. 


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