L’incanto della Bellezza. Dipinti ritrovati di Sebastiano Ricci dalla Collezione Enel

Sebastiano Ricci, Bacco e Arianna
Dal 19 Giugno 2024 al 18 Maggio 2025
Roma
Luogo: Museo di Roma Palazzo Braschi
Indirizzo: Piazza Pantaleo 10
Orari: dal martedì alla domenica ore 10.00-19.00 Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura 24 e 31 dicembre 10.00-14.00
Curatori: Roberta Porfiri O
Enti promotori:
- Sovrintendenza Capitolina ed Enel
- Con la collaborazione della Soprintendenza Speciale di Roma
Telefono per informazioni: +39 060608
Sito ufficiale: http://www.museodiroma.it
Nelle sale del Museo di Roma sono esposti per la prima volta al pubblico due dipinti del grande pittore veneto Sebastiano Ricci appartenenti alle collezioni d’arte di Enel.
Le due tele, raffiguranti Il trionfo di Venere e Bacco e Arianna, furono probabilmente eseguite dal Ricci nei primi anni del Settecento, durante il suo soggiorno fiorentino. Da poco riscoperti, i due dipinti sono stati sottoposti a un restauro che ha evidenziato le straordinarie doti di colorista del pittore veneto, il cui stile, ispirato a Paolo Veronese ma attento anche ai maestri del Barocco, come Luca Giordano, anticipò quello dei maggiori pittori veneziani del Settecento, primo tra tutti Giovanni Battista Tiepolo.
Sebastiano Ricci, nato a Belluno nel 1659, fu uno dei massimi esponenti della pittura veneta tra la fine del Seicento e i primi decenni del secolo successi. Formatosi artisticamente a Venezia, operò in numerose città italiane, tra le quali Bologna, Milano e Firenze. A Roma, dove fu attivo per la prima volta tra 1691 e 1694, eseguì l’affresco con l’Allegoria della battaglia di Lepanto nella Sala dei Paesaggi in Palazzo Colonna, l’Ascensione nella sagrestia della Basilica dei Santi Apostoli e due grandi tele di soggetto biblico per Palazzo Taverna. Viaggiatore instancabile, Ricci lavorò in alcune delle maggiori corti d’Europa: fu a Vienna dal 1701, a Londra tra il 1711 e il 1716, a Parigi fino al 1718. Trascorse gli ultimi anni della sua vita a Venezia, dove morì nel 1734.
Le due tele, raffiguranti Il trionfo di Venere e Bacco e Arianna, furono probabilmente eseguite dal Ricci nei primi anni del Settecento, durante il suo soggiorno fiorentino. Da poco riscoperti, i due dipinti sono stati sottoposti a un restauro che ha evidenziato le straordinarie doti di colorista del pittore veneto, il cui stile, ispirato a Paolo Veronese ma attento anche ai maestri del Barocco, come Luca Giordano, anticipò quello dei maggiori pittori veneziani del Settecento, primo tra tutti Giovanni Battista Tiepolo.
Sebastiano Ricci, nato a Belluno nel 1659, fu uno dei massimi esponenti della pittura veneta tra la fine del Seicento e i primi decenni del secolo successi. Formatosi artisticamente a Venezia, operò in numerose città italiane, tra le quali Bologna, Milano e Firenze. A Roma, dove fu attivo per la prima volta tra 1691 e 1694, eseguì l’affresco con l’Allegoria della battaglia di Lepanto nella Sala dei Paesaggi in Palazzo Colonna, l’Ascensione nella sagrestia della Basilica dei Santi Apostoli e due grandi tele di soggetto biblico per Palazzo Taverna. Viaggiatore instancabile, Ricci lavorò in alcune delle maggiori corti d’Europa: fu a Vienna dal 1701, a Londra tra il 1711 e il 1716, a Parigi fino al 1718. Trascorse gli ultimi anni della sua vita a Venezia, dove morì nel 1734.
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI

-
Dal 25 aprile 2025 al 28 settembre 2025 Padova | Centro Alinate San Gaetano
Vivian Maier. The exhibition
-
Dal 24 aprile 2025 al 08 giugno 2025 Reggio nell'Emilia | Sedi varie
FOTOGRAFIA EUROPEA 2025 - AVERE VENT’ANNI
-
Dal 19 aprile 2025 al 12 ottobre 2025 Jesolo | JMuseo
Loving Picasso
-
Dal 19 aprile 2025 al 05 ottobre 2025 Riccione | Villa Mussolini
MARE MAGNUM. Da Ferdinando Scianna a Martin Parr. I fotografi Magnum e le spiagge
-
Dal 17 aprile 2025 al 14 settembre 2025 Roma | Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese
TRA MITO E SACRO. Opere dalle collezioni capitoline di arte contemporanea
-
Dal 17 aprile 2025 al 06 luglio 2025 Perugia | Palazzo della Penna - Centro per le Arti Contemporanee
Afro Burri Capogrossi. Alfabeto senza parole