StraVolti. Marion Peck Solo Show

Marion Peck, Girl Holding a Doll, 30 x40 cm. Oil on board

 

Dal 21 Aprile 2018 al 28 Maggio 2018

Roma

Luogo: Dorothy Circus Gallery

Indirizzo: via dei Pettinari 76

Orari: Mar 10:30-19:00; Merc-Gio-Ven 11:30-19:30; Sab 11:30-20:00

Telefono per informazioni: +39 06 68805928

E-Mail info: info@dorothycircusgallery.com

Sito ufficiale: http://https://www.dorothycircusgallery.it



"Si può capire davvero l'atto creativo solo attraverso una serie di tutte le sue variazioni"
(Pablo Picasso)

La Dorothy Circus Gallery è orgogliosa di presentare “StraVolti”, una nuova ed esclusiva mostra personale di Marion Peck, tra le artiste più riconosciute e seguite del pop surrealismo a livello mondiale. Dopo più di dieci anni, Marion Peck torna a Roma per esporre una serie di 11 originalissimi ritratti ad olio su tavola, profondamente ispirati alla tradizione artistica e culturale europea.

Per l’occasione verrà anche esposta eccezionalmente l'opera The Actors, capolavoro dell'artista che celebra la cultura classica greco-romana, investigando sia gli aspetti simbolici che quelli psicologici della figura storica e metaforica dell'attore.
Facendo seguito al successo di “Pages From Mind Travellers Diaries” presso la DCG di Londra, che includeva tre capolavori dell’oeuvre di Marion Peck, l’artista, che ama rinnovare la propria ricerca, apre con questa inedita mostra nuove stanze della sua mente, segnando un'inedita tappa della sua carriera artistica.

Influenzata dall’arte di Picasso, dalla sperimentazione cubista e dall’interpretazione dei piani prospettici attraverso l’arte moderna, Marion Peck elabora una sequenza di surreal portraits in cui è protagonista una squisita tecnica pittorica classica affiancata dalla modernità e dal contemporaneo. Personaggi di diverse età, provenienti da epoche diverse, vengono rappresentati su uno sfondo neutrale, senza alcuna indicazione delle loro identità sociali e del loro passato. I soggetti dipinti sembrano infatti emergere dai quadri in uno spazio a-temporale, misterioso e affascinante.

Le figure risiedono al confine tra passato, presente e futuro in una filosofica negazione del Tempo che dissolve una concezione tipicamente hegeliana di storia come progresso, per rimpiazzarla con una concezione del Tempo e della cultura non lineare. Ogni ritratto è eseguito alla perfezione in maniera rinascimentale e l’abbigliamento dei protagonisti stessi fa diretto riferimento ad epoche passate che, in qualche modo, rivivono nei lavori di Peck. Ma questi dipinti non sono relegati nel passato. Al contrario, sono profondamente pervasi da importanti temi contemporanei e teorie psicologiche fondamentali. Come si può già notare dai riferimenti all’arte di Picasso, così come ai ritratti distorti di Francis Bacon, Marion Peck analizza sobriamente la psicologia dei suoi personaggi, inducendo quindi gli spettatori a fare lo stesso. L’approccio pittorico di Marion Peck è infatti fortemente psicologico.

Gli Strani Volti di Peck si aprono così su un piano dispercettivo per portare alla luce la fragilità e l’insicurezza che nasce da un indotta alterazione percettiva.

Tenendo teneramente per mano il nostro subconscio, l’Artista scompone e ricompone i suoi personaggi, stravolgendone la bellezza per dare vita ad una nuova lettura della stessa.

Attraverso l’uso di una sublime tecnica pittorica che adorna le forme più strane e distorte, Peck riesce a mettere in luce l’eleganza e la perfezione dei suoi volti stravolti, che impariamo ad osservare da molteplici punti di vista.
Da questa Strana bellezza emerge un altro “io”, liberato dalle paure di accettazione di se, capace di un autoironia in forte contrasto con l’etiquette di un sistema sociale che tende all’omologazione della personalità. 

Da questa analisi emerge l’importante commento che l’artista suggerisce, sulla re definizione di bellezza, che tiene conto di un presente storico in cui regna l’apparenza fisica. 

Mentre viviamo l’inquietante fenomeno del mettere in mostra il proprio ritratto ogni giorno, seguendo gli standard della maschera che ci costringe a canoni estetici forzati, in una esasperata tendenza al embellishment, chirurgico e virtuale, i ritratti di Marion Peck dimostrano quanto la stranezza e la particolarità possano in realtà manifestarsi tra le forme più pure di bellezza.

Puntando il dito su un malessere collettivo estremamente contemporaneo e sulla paura del weirdo come pericolosa negazione dell’unicità.
 
"Are you lost in the world like me? If the systems have failed? are you free? "(Moby)

Marion Peck è nata a Manila, nelle Filippine nel 1963, mentre la sua famiglia aveva intrapreso un viaggio in giro per il mondo. Cresciuta a Seattle, Washington, attualmente vive a Portland con suo marito Mark Ryden, re indiscusso del movimento Pop Surrealista, che Marion sposa nel 2009 fra gli alberi della foresta pluviale del Nord-Ovest del Pacifico.
La sua infanzia è stata piena di ispirazioni artistiche e creatività e nel 1985 Marion, non appena teenager, decise di iscriversi alla Rhode Island School of Design, dove ricevette la sua laurea in belle arti. Successivamente, frequentò due differenti indirizzi di Master d’Arte, uno alla “Syracuse University” di New York e l’ altro alla “Temple University” di Roma. Durante il suo periodo in Italia ha avuto la possibilità di apprezzare l’arte classica romana oltre ai tipici paesaggi, il cibo e l’atmosfera del paese. Questo è stato un momento chiave nella sua carriera artistica, poiché proprio in Italia Peck matura le sue alte aspirazioni da pittrice, ovvero di raggiungere il livello magistrale di tecnica e abilità dei grandi maestri italiani del sedicesimo e diciassettesimo secolo.
Marion dopo questa esperienza traspone infatti tutte le competenze e gli insegnamenti appresi dai grandi maestri in un nuovo e più contemporaneo stile, e trova ciò che lei definisce una combinazione tra Pop Art e Surrealismo. Peck è conosciuta per i suoi incredibili lavori nel campo contemporaneo dell’ arte figurativa chiamata Pop Surrealismo, e ha esibito le sue opere in tutto il mondo.
L’ arte di Marion Peck è il prodotto di una perfetta tecnica ad olio dai colori soffici e luminosi, che dischiude le porte di un mondo dove solitudine e disincanto si mescolano e si confondono con un’atmosfera dolce e surreale.
Le sue composizioni sono fiabesche e lo stile usato è facilmente distinguibile: Peck si focalizza su uno specifico senso dell’umorismo che varia dal gioioso al sarcastico mentre ritrae soggetti inusuali, quasi come se fossero visioni oniriche.
La provocazione è la parola chiave nelle composizioni di Peck, che solitamente rappresentano la posizione ufficiale dell’artista riguardo a problemi politici e culturali e icone sociali contemporanei. Quest’ultime sono trasformate in parodie surreali, immagini ironiche che deformano la realtà e la tramutano in una farsa. Le opere d’arte di Peck posseggono molti elementi distinti, come la componente narrativa, che ricorda le pitture rinascimentali italiane che la circondavano durante il periodo del college.
Ognuno ha la sua storia da mostrare. Lo scenario d’ispirazione onirica può essere attribuito al Surrealismo, mentre tutti i soggetti e il modo in cui sono dipinti possano essere invece associati alla pura Pop art.
I lavori di Peck sono colmi di fantasia: infatti, in essi si distinguono bizzarri paesaggi abitati da figure da circo e pelosi personaggi dai grandi occhi da cucciolo.
Quando le chiesero di descrivere la storia esistente dietro alcune delle sue opere, Marion rispose: “Se c’è una narrazione che emerge dai miei dipinti, spero sia come una poesia molto corta”.
I suoi dipinti sono ricchi di personaggi eccezionali, che sembrano fuoriuscire dal flusso dei sogni; i soggetti di Peck sono pieni di vita, talvolta sono semplicemente adorabili, mentre altre volte sembrano soffici oppure amabilmente divertenti. Marion Peck ha esibito i suoi lavori in tutto il mondo, sia in gallerie che in musei, di cui citiamo “Art from the New World” al Bristol City Museum, “Hey! Modern art and Pop Culture” al Musée de la Halle St Pierre a Paris, Francia, “Pop Surrealism” tenutasi al Museo di Arti Visive del Palazzo Collicola a Spoleto, in Italia, durante il “Festival dei Due Mondi”, “Turn the Page” al The Virginia Museum of Contemporary Art (MOCA) e “Cross The Streets” tenutasi al MACRO Museo di Arte Contemporanea a Roma, Italia nel 2017. I suoi lavori sono anche stati protagonisti di copertine d’ album, come “Waking the Mystics” dei Sophe Lux, gruppo rock di Portland. Fra le sue maggiori pubblicazioni annoveriamo il catalogo della mostra “I Cari Estinti” (2006), “Paintings by Marion Peck” (2003), “Sweet Wishes” (2008), “Animal Love Summer” (2010), “Lamb Land” (2016).
 
Opening Pubblico: Sabato 21 Aprile 2018 || 17-20

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