Alessandro Valeri. Stai con me
Dal 12 Aprile 2014 al 30 Maggio 2014
Terni
Luogo: Medioarea Gallery
Indirizzo: via Mincio 25
Orari: lun-ven 9.30-13 / 15-19
Telefono per informazioni: +39 0744 811754
Sito ufficiale: http://https://it-it.facebook.com/medioareagallery
Sabato 12 aprile la Medioarea Gallery presenta la personale di Alessandro Valeri “Stai con me”, un’unica grande installazione che invaderà tutti gli spazi della galleria e si modificherà nel tempo in un percorso che vedrà quattro appuntamenti con il pubblico e, con l’evento conclusivo del 1° maggio, la mostra arriverà al proprio completamento.
Dopo il successo dello scorso anno con le personali al museo Pan di napoli e alla galleria “il Ponte contemporanea” di Roma, l’artista per il 2014 continua la sua immersione verticale in quella che lui definisce come la “discarica dei miei sogni”, entrando ancora più imponentemente in rapporto tra libera emozione e fredda rappresentaza della realtà virtuale.
Non riuscendo a liberarsi dal suo trascorso di “tossicodipendenza intellettuale” dei 15 anni trascorsi al servizio dell’advertising, ne utilizza i linguaggi antropologici e le affilate tecniche.
Modificando letteralmente la percezione canonica dello spazio espositivo, addirittura negandolo at- traverso un unico corpo installativo che è al tempo stesso il suo laboratorio emotivo, dolce acco- gliente e non facile, l’artista attraverso molteplici media (architettura-scenografia-cibo-fotografia- pittura-disegno-poesia-video), mette in rapporto, attraverso una visione obbligata, il sacro ed il profano.
La Medioarea Gallery, dopo il successo del suo primo anno di vita, con le quattro doppie personali del ciclo “Storie di arte e di vita”, con la personale di Alessandro Valeri, da il via al suo secondo anno di attività. I visitatori non saranno semplici fruitori ma interagiranno con il nuovo spazio costruito dall’artista dove, si potrà accedere solo visivamente, attraverso delle feritoie, allo spazio della galle- ria, spazio fisico che è anche spazio mentale. Affermare la propria coscienza, sdegnando i compro- messi, è l’obiettivo di Valeri.
“la percezione del mio lavoro passa attraverso il mio progetto, io non sono in galleria, io non sono in nessun luogo”.
Lo spazio costruito dal Valeri si prefigge di simulare il suo luogo emotivo, nel suo interno, dissemi- nandolo in terra con mille fogli di carta da pacchi con poesie scritte a mano sulle quali lui vuole si ca- mini sopra senza riguardo “ci mancherebbe che si pensasse che io voglia fare anche il poeta ah ah...” Dissacrare il suo operato, cercare la perfezione nell’errore, esasperarne l’esecuzione formale, è il suo leit motiv, da sempre, del resto la creazione ed il caso sono gemelli.
Non manca nell’architettura del corpo installativo, un luogo finale di decompressione dove, solo attraverso un corridoio interno alla costruzione, si accede alla “scatola del piacere”.
Dopo il successo dello scorso anno con le personali al museo Pan di napoli e alla galleria “il Ponte contemporanea” di Roma, l’artista per il 2014 continua la sua immersione verticale in quella che lui definisce come la “discarica dei miei sogni”, entrando ancora più imponentemente in rapporto tra libera emozione e fredda rappresentaza della realtà virtuale.
Non riuscendo a liberarsi dal suo trascorso di “tossicodipendenza intellettuale” dei 15 anni trascorsi al servizio dell’advertising, ne utilizza i linguaggi antropologici e le affilate tecniche.
Modificando letteralmente la percezione canonica dello spazio espositivo, addirittura negandolo at- traverso un unico corpo installativo che è al tempo stesso il suo laboratorio emotivo, dolce acco- gliente e non facile, l’artista attraverso molteplici media (architettura-scenografia-cibo-fotografia- pittura-disegno-poesia-video), mette in rapporto, attraverso una visione obbligata, il sacro ed il profano.
La Medioarea Gallery, dopo il successo del suo primo anno di vita, con le quattro doppie personali del ciclo “Storie di arte e di vita”, con la personale di Alessandro Valeri, da il via al suo secondo anno di attività. I visitatori non saranno semplici fruitori ma interagiranno con il nuovo spazio costruito dall’artista dove, si potrà accedere solo visivamente, attraverso delle feritoie, allo spazio della galle- ria, spazio fisico che è anche spazio mentale. Affermare la propria coscienza, sdegnando i compro- messi, è l’obiettivo di Valeri.
“la percezione del mio lavoro passa attraverso il mio progetto, io non sono in galleria, io non sono in nessun luogo”.
Lo spazio costruito dal Valeri si prefigge di simulare il suo luogo emotivo, nel suo interno, dissemi- nandolo in terra con mille fogli di carta da pacchi con poesie scritte a mano sulle quali lui vuole si ca- mini sopra senza riguardo “ci mancherebbe che si pensasse che io voglia fare anche il poeta ah ah...” Dissacrare il suo operato, cercare la perfezione nell’errore, esasperarne l’esecuzione formale, è il suo leit motiv, da sempre, del resto la creazione ed il caso sono gemelli.
Non manca nell’architettura del corpo installativo, un luogo finale di decompressione dove, solo attraverso un corridoio interno alla costruzione, si accede alla “scatola del piacere”.
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