Carlos Garaicoa. El Palacio de las Tres Historias

Dal 30 October 2017 al 4 February 2018
Torino
Luogo: Fondazione Merz
Indirizzo: via Limone 24
Orari: martedì-domenica 11-19
Curatori: Claudia Gioia
Enti promotori:
- Regione Piemonte
- Compagnia San Paolo
- Fondazione CRT
Costo del biglietto: gruppi organizzati min. 10 persone, possessori di Pyou Card) - Gratuito (bambini fino a 10 anni, disabili e accompagnatori, possessori tessera Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card, Card ContemporaneamenteItalia, membri ICOM, giornalisti con tessera in corso di validità o accreditati, amici Fondazione Merz e ogni prima domenica del mese)
Telefono per informazioni: +39 011.19719437
E-Mail info: info@fondazionemerz.org
Sito ufficiale: http://www.fondazionemerz.org
La Fondazione Merz presenta la mostra personale dell’artista cubano Carlos Garaicoa El Palacio de las Tres Historias, a cura di Claudia Gioia, un progetto espositivo inedito, costituito da grandi installazioni, opere fotografiche e video, dedicato al tema della città quale spazio ideale, luogo di partecipazione e di crescita di storie e prospettive, con particolare riferimento alla città di Torino.
“Carlos Garaicoa guarda le città, le architetture e i sogni sottesi, quelli dismessi e quelli ancora realizzabili; ne legge le trame, le offese e i ricordi incancellabili e poi con instancabile creatività traccia altre prospettive, innesta vecchio e futuro, disegna nuove linee di fuga e cerca il comune e la moltitudine quali soggetti di un incessante divenire altro.
Come già l’Avana ha costituito un punto di partenza per indagare il senso e le possibilità di una stagione del vivere sociale, così Torino diviene metafora della contemporaneità attraverso le parole, le immagini e la storia di un’utopia industriale e politica che si è fatta tessuto connettivo, volto urbano, fare e soggettività fino a scomparire, trasformarsi e declinarsi in qualcosa ancora da capire.“ (Claudia Gioia)
Garaicoa è attratto da Torino, dalle trasformazioni economiche, sociali e politiche che ne hanno ridisegnato la fisionomia nel '900, fino alla crisi dell’industria e alle conseguenze sul paesaggio urbano. L’artista si sofferma sulle spinte differenti che caratterizzano la città: quella industriale, quella razionalista e quella del riuso di edifici abbandonati quale palestra di sperimentazione di nuova socialità e trasformazione. Le architetture, dunque, quale metafora di utopie, quelle consumate e quelle ancora da immaginare e costruire.
Il percorso espositivo si apre con grandi prismatici rotanti, gli stessi che possiamo vedere sui grattacieli delle metropoli. Garaicoa vi inserisce disegni - sedimentazioni di progettazione urbana e sociale - che si alternano a parole, stralci di frasi e incisi in una sequenza sincopata che ammicca al cinema e alla velocità delle pubblicità frammista all’informazione.
A questo cinetico ingresso fanno da controcanto un nucleo di lavori della serie Edificios parlantes, disegni che giocano con la linea progettuale e l’architettura del pensiero e che ci conducono alla grande installazione che dà il titolo alla mostra: El Palacio de las Tres Historias, un edificio destrutturato, pensato come uno spazio di passaggio e di osservazione, un punto di incontro della trama sociale, che si innesta sull’architettura interna della Fondazione Merz e suggerisce nuove strade percorribili, ascese di prospettive e l’annullamento della differenza tra il dentro e il fuori.
ll palazzo racconta dell’utopia del ‘900, delle architetture che ne hanno preservato le tracce, del vuoto industriale e dei luoghi abbandonati che prendono nuova vita; ma soprattutto ci offre uno spazio critico e di incantamento per allenare le inesplorate possibilità di futuro.
Il percorso espositivo prosegue con una serie di installazioni, tra le quali Campus or the Babel of Knowledge, un’opera che ci parla di un luogo immaginario, un lavoro significativo della ricerca incessante di Garaicoa attraverso architetture trasformate e incontri del futuro nel passato.
La mostra si conclude con una video animazione inedita, Abismo ispirato al brano musicale Quatuor pour la fin du temps composto dal francese Olivier Messiaen in un campo di concentramento nel 1941. Protagoniste del video sono due mani che con movimenti delicati conducono la sinfonia. Garaicoa utilizza la gestualità tipica della propaganda fascista e la rimuove dal contesto originario, creando così una nuova narrazione storica.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo in italiano e inglese con testi critici immagini e un racconto, realizzato per l’occasione, di Leonardo Padura, scrittore cubano di fama internazionale.
Carlos Garaicoa è nato a L’Avana nel 1967. Vive e lavora tra Madrid e L’Avana.
Ha partecipato ad eventi internazionali come la Biennale dell'Avana; Biennale di Shanghai; Biennale di San Paolo; Biennale di Venezia; Biennale di Mosca; Yokohama Triennale e Echigo-Tsumari Triennale in Giappone; Biennale di Johannesburg; Biennale di Liverpool; Documenta 11 e 14, Kassel; Auckland Triennale; Photoespaña 12, Madrid e Trienal Poli / Gráfica de San Juan.
Le opere di Carlos Garaicoa sono state inoltre presentate in importanti istituzioni quali: il MAAT, Lisbona (2017); l'Azkuna Zentroa, Bilbao (2017), il Museo Villa Stuck, Monaco di Baviera (2016), Fundación Botín, Santader (2014), Guggenheim Museum New York e Bilbao (2011), Institute of Contemporary Art, Boston (2002), Museo de Arte Reina Sofia Madrid (2000), Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, Rivoli (2000), Kunsthalle di Vienna (1999), Centro Wilfredo Lam de Cuba, L’Avana (1995).
Inaugurazione lunedì 30 ottobre 2017 ore 19
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