On copper, wax, iron, wisteria and ice Elena Mazzi: 10 years of smellscapes, labs and conversations
Dal 14 Giugno 2022 al 23 Ottobre 2022
Torino
Luogo: PAV - Parco Arte Vivente
Indirizzo: Via Giordano Bruno 31
Curatori: Marco Scotini
Telefono per informazioni: +39 011 3182235
E-Mail info: lab@parcoartevivente.it
Sito ufficiale: http://www.parcoartevivente.it
Martedì 14 giugno alle ore 18.30, il PAV Parco Arte Vivente presenta On copper, wax, iron, wisteria and ice.Elena Mazzi: 10 years of smellscapes, labs and conversations, mostra personale dell'artista Elena Mazzi a cura di Marco Scotini.
La relazione tra i territori a rischio e le comunità che li abitano innesca le pratiche di Elena Mazzi (1984), che decostruiscono e contestano le dicotomie epistemiche della modernità, sollecitandoci a pensare un nuovo rapporto ecologico tra natura, cultura e mondo; Mazzi colleziona casi di studio sul campo, luoghi di lavoro, laboratori portatili, mette in opera differenti set di procedure, scambi interdisciplinari, vocabolari indigeni e specializzati, per superare i limiti degli ambiti in cui la conoscenza si è prodotta e si produce. Seguendo la contrapposizione tra “scienza di stato” e “scienza nomade” (Deleuze e Guattari), potremmo annettere la ricerca di Elena Mazzi a quest’ultimo modello teorico.
Mazzi si introduce in ambito artistico, antropologico e scientifico con un approccio “minore”, con un fare rizomatico in cui le circostanze, di volta in volta, fanno emergere i kit di strumenti, i concatenamenti disciplinari e gli interlocutori possibili. L’obiettivo è quello di trovare una risposta non convenzionale alle urgenze ecologiche, all’estrattivismo neoliberista, al collasso delle biodiversità, cercando nuovi immaginari di interconnessione, intersezione e mutua dipendenza, oltre il monopolio cognitivo dei saperi occidentali. L'orizzonte strategico del suo lavoro, nei contenuti e nelle metodologie, è quello di sensibilizzare le soggettività coinvolte all'importanza della dimensione ecosistemica e delle “entità circolanti” (Bruno Latour) che popolano la società.
Il titolo della mostra indica proprio questo processo additivo di molteplici laboratori che hanno come base le materie prime. Combinando le arti visive con soluzioni e tattiche deputate da discipline quali geografia, scienze sociali ed antropologia, nel lavoro di Elena Mazzi la pratica artistica diventa azione all'interno delle comunità.
Troviamo infatti la comunità (ampia ma specifica) degli scienziati incontrati nella realizzazione di Copperialities (2022, nato nell'ambito di Scientific Visualizations: Impact on Practice, presso la Libera Università di Bolzano-Bozen); delle comunità di api ed umani, nel progetto sull’apicoltura nomade En Route to the South (2015), mentre con
The Upcoming Polar Silk Road (2021), la nozione di comunità si espande alla dimensione geopolitica. Infine, la comunità locale è al centro del progetto Smellscapes, pensato per questa mostra al fine di valorizzare la dimensione olfattiva e la cultura materiale, botanica e gastronomica territoriale tramite la creazione laboratoriale di essenze che funzionino come rappresentazioni partecipative del quartiere.
Nell'ambito del public programme della mostra, il 5 Luglio il PAV ospita Soils Matter, un incontro interdisciplinare dedicato alla relazione tra pratiche artistiche, il suolo e le scienze del suolo, promosso e curato dal gruppo di ricerca del progetto Scientific Visualizations: Impact on Practice della Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano-Bozen.
Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984) dopo gli studi presso l’Università di Siena e lo IUAV di Venezia, ha trascorso un periodo di formazione al Royal Institute of Art di Stoccolma. Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive, tra cui: der TANK a Basilea, MADRE a Napoli, ar/ge kunst a Bolzano, Sodertalje Konsthall a Stoccolma, Whitechapel Gallery di Londra, BOZAR a Bruxelles, Museo del Novecento di Firenze, GAMeC a Bergamo, MAMbo a Bologna, Sonje Art Center a Seoul, Palazzo Fortuny a Venezia, 16° Quadriennale di Roma, 14° Biennale di Istanbul, 17° BJCEM Biennale del Mediterraneo, Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. È vincitrice, tra gli altri, di Cantica21 promosso dal Ministero degli Esteri e dal Ministero dei Beni Culturali, della 7° edizione dell’Italian Council promosso dal Ministero dei Beni Culturali.
Nel periodo di apertura al pubblico della mostra, su prenotazione, le AEF Attività Educative e Formative del PAV propongono alle scuole e ai gruppi l’attività laboratoriale La città delle api, sperimentazione naturalistica in ambito urbano dove la socialità di questi importanti insetti impollinatori è proposta come veicolo per giungere alla conoscenza dei meccanismi che regolano le popolazioni in un’ottica ecologica.
Nell’ambito della rassegna di Workshop con gli artisti, Elena Mazzi conduce il workshop pubblico dal titolo Smellscapes, un percorso di esplorazione del territorio in cui è situato il PAV per lavorare alla produzione di essenze di quartiere. Il percorso di ricerca partecipativa si sviluppa su più date: 31 maggio, 28 giugno e 5 ottobre 2022.
Per partecipare alle attività è necessaria la prenotazione: 011 3182235 - lab@parcoartevivente.it
La mostra è realizzata con il sostegno di Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Regione Piemonte, Città di Torino e [N.A!] Project.
La relazione tra i territori a rischio e le comunità che li abitano innesca le pratiche di Elena Mazzi (1984), che decostruiscono e contestano le dicotomie epistemiche della modernità, sollecitandoci a pensare un nuovo rapporto ecologico tra natura, cultura e mondo; Mazzi colleziona casi di studio sul campo, luoghi di lavoro, laboratori portatili, mette in opera differenti set di procedure, scambi interdisciplinari, vocabolari indigeni e specializzati, per superare i limiti degli ambiti in cui la conoscenza si è prodotta e si produce. Seguendo la contrapposizione tra “scienza di stato” e “scienza nomade” (Deleuze e Guattari), potremmo annettere la ricerca di Elena Mazzi a quest’ultimo modello teorico.
Mazzi si introduce in ambito artistico, antropologico e scientifico con un approccio “minore”, con un fare rizomatico in cui le circostanze, di volta in volta, fanno emergere i kit di strumenti, i concatenamenti disciplinari e gli interlocutori possibili. L’obiettivo è quello di trovare una risposta non convenzionale alle urgenze ecologiche, all’estrattivismo neoliberista, al collasso delle biodiversità, cercando nuovi immaginari di interconnessione, intersezione e mutua dipendenza, oltre il monopolio cognitivo dei saperi occidentali. L'orizzonte strategico del suo lavoro, nei contenuti e nelle metodologie, è quello di sensibilizzare le soggettività coinvolte all'importanza della dimensione ecosistemica e delle “entità circolanti” (Bruno Latour) che popolano la società.
Il titolo della mostra indica proprio questo processo additivo di molteplici laboratori che hanno come base le materie prime. Combinando le arti visive con soluzioni e tattiche deputate da discipline quali geografia, scienze sociali ed antropologia, nel lavoro di Elena Mazzi la pratica artistica diventa azione all'interno delle comunità.
Troviamo infatti la comunità (ampia ma specifica) degli scienziati incontrati nella realizzazione di Copperialities (2022, nato nell'ambito di Scientific Visualizations: Impact on Practice, presso la Libera Università di Bolzano-Bozen); delle comunità di api ed umani, nel progetto sull’apicoltura nomade En Route to the South (2015), mentre con
The Upcoming Polar Silk Road (2021), la nozione di comunità si espande alla dimensione geopolitica. Infine, la comunità locale è al centro del progetto Smellscapes, pensato per questa mostra al fine di valorizzare la dimensione olfattiva e la cultura materiale, botanica e gastronomica territoriale tramite la creazione laboratoriale di essenze che funzionino come rappresentazioni partecipative del quartiere.
Nell'ambito del public programme della mostra, il 5 Luglio il PAV ospita Soils Matter, un incontro interdisciplinare dedicato alla relazione tra pratiche artistiche, il suolo e le scienze del suolo, promosso e curato dal gruppo di ricerca del progetto Scientific Visualizations: Impact on Practice della Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano-Bozen.
Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984) dopo gli studi presso l’Università di Siena e lo IUAV di Venezia, ha trascorso un periodo di formazione al Royal Institute of Art di Stoccolma. Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive, tra cui: der TANK a Basilea, MADRE a Napoli, ar/ge kunst a Bolzano, Sodertalje Konsthall a Stoccolma, Whitechapel Gallery di Londra, BOZAR a Bruxelles, Museo del Novecento di Firenze, GAMeC a Bergamo, MAMbo a Bologna, Sonje Art Center a Seoul, Palazzo Fortuny a Venezia, 16° Quadriennale di Roma, 14° Biennale di Istanbul, 17° BJCEM Biennale del Mediterraneo, Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. È vincitrice, tra gli altri, di Cantica21 promosso dal Ministero degli Esteri e dal Ministero dei Beni Culturali, della 7° edizione dell’Italian Council promosso dal Ministero dei Beni Culturali.
Nel periodo di apertura al pubblico della mostra, su prenotazione, le AEF Attività Educative e Formative del PAV propongono alle scuole e ai gruppi l’attività laboratoriale La città delle api, sperimentazione naturalistica in ambito urbano dove la socialità di questi importanti insetti impollinatori è proposta come veicolo per giungere alla conoscenza dei meccanismi che regolano le popolazioni in un’ottica ecologica.
Nell’ambito della rassegna di Workshop con gli artisti, Elena Mazzi conduce il workshop pubblico dal titolo Smellscapes, un percorso di esplorazione del territorio in cui è situato il PAV per lavorare alla produzione di essenze di quartiere. Il percorso di ricerca partecipativa si sviluppa su più date: 31 maggio, 28 giugno e 5 ottobre 2022.
Per partecipare alle attività è necessaria la prenotazione: 011 3182235 - lab@parcoartevivente.it
La mostra è realizzata con il sostegno di Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Regione Piemonte, Città di Torino e [N.A!] Project.
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