Arcangelo. Irpini

Arcangelo. Irpini, PoliArt Contemporary Rovereto
Dal 7 March 2015 al 15 May 2015
Rovereto | Trento
Luogo: PoliArt Contemporary Rovereto
Indirizzo: via della Cartiera
Orari: mercoledì e giovedì 16.30-19.30; venerdì e sabato 11-13 / 16.30-18.30
Curatori: Leonardo Conti, Sara Bastianini
Enti promotori:
- PoliArt Contemporary
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 70636109
E-Mail info: info@galleriapoliart.com
Sito ufficiale: http://www.galleriapoliart.com
La PoliArt Contemporary inaugura la prima esposizione assoluta dedicata al nuovo ciclo di Arcangelo “Irpini”. Gli spazi roveretani della galleria saranno popolati da quindici tele viventi. Terre dal sapore lontano, in cui Arcangelo quasi divora il territorio dell’Irpinia, mutandolo in rossi risonanti e blu abissali, attraversati da graffi opachi e neri e dal bruno carboncino strofinato e impresso talvolta in araldiche sagome. In queste opere l’Irpinia diviene il luogo della nostra origine, dell’origine di tutti, in fondo al lungo sentiero tracciato dall’artista in trentacinque anni di viaggi nella storia e nella geografia dei luoghi.
C’è tutto un precipitato di simboli e tracce in ogni ultimo lavoro di Arcangelo, e qui tornano “porte”, “pianeti”, “scale Dogon”, “stanze”, “carri”, come visioni plurali e passaggi di scena. All’interno di questi ancoraggi, stratificati nel tempo, si produce una nuova essenza della forma, che sintetizza tutto il mondo sensibile di Arcangelo nell’inedita stabilità cromatica del rosso e del nero. C’è poi qualche cielo blu, vespertino, per segnare i profili in cui la pittura ritorna montagna, incantata e irpina. In scenari lunari e calanti, declivi di memoria risonante, le inconfondibili mani di Arcangelo s’immergono per restituire alla contemporaneità la pittura che le è propria. Arcangelo è nato ad Avellino nel 1956. Nei suoi molteplici viaggi, l’artista ha sempre cercato le energie culturali e spirituali che da cui affiorano le identità dei popoli. Ha esposto in numerosissime sedi italiane e estere, tra cui il Pac di Milano, l’XI Quadriennale di Roma, il Volume! di Roma, il Museo di Arte Contemporanea di Trento, in Giappone al Fukuyama Museum of Modern Art e alla Kodama Gallery di Osaka, il Kunstverein di Bonn, il Kunstverein di Braunscweig, inoltre in prestigiose gallerie europee come la Galleria Tanit di Monaco di Baviera, la Galleria Buchmann di Basilea, Edward Totah a Londra, Meght-Lelong a Parigi, Galleria Di Meo a Parigi e Kaj Forsblom di Helsinki. Alla PoliArt Contemporary di Milano ha esposto nel 2006 con la mostra intitolata “Geografie del tempo” e nel 2011 con la mostra dal titolo “Segou”.
C’è tutto un precipitato di simboli e tracce in ogni ultimo lavoro di Arcangelo, e qui tornano “porte”, “pianeti”, “scale Dogon”, “stanze”, “carri”, come visioni plurali e passaggi di scena. All’interno di questi ancoraggi, stratificati nel tempo, si produce una nuova essenza della forma, che sintetizza tutto il mondo sensibile di Arcangelo nell’inedita stabilità cromatica del rosso e del nero. C’è poi qualche cielo blu, vespertino, per segnare i profili in cui la pittura ritorna montagna, incantata e irpina. In scenari lunari e calanti, declivi di memoria risonante, le inconfondibili mani di Arcangelo s’immergono per restituire alla contemporaneità la pittura che le è propria. Arcangelo è nato ad Avellino nel 1956. Nei suoi molteplici viaggi, l’artista ha sempre cercato le energie culturali e spirituali che da cui affiorano le identità dei popoli. Ha esposto in numerosissime sedi italiane e estere, tra cui il Pac di Milano, l’XI Quadriennale di Roma, il Volume! di Roma, il Museo di Arte Contemporanea di Trento, in Giappone al Fukuyama Museum of Modern Art e alla Kodama Gallery di Osaka, il Kunstverein di Bonn, il Kunstverein di Braunscweig, inoltre in prestigiose gallerie europee come la Galleria Tanit di Monaco di Baviera, la Galleria Buchmann di Basilea, Edward Totah a Londra, Meght-Lelong a Parigi, Galleria Di Meo a Parigi e Kaj Forsblom di Helsinki. Alla PoliArt Contemporary di Milano ha esposto nel 2006 con la mostra intitolata “Geografie del tempo” e nel 2011 con la mostra dal titolo “Segou”.
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